
13 educatrici comunali in meno, nessuna stabilizzazione e aumento dei carichi di lavoro, la Rsu denuncia che era possibile assumere fin da luglio
13settembre 2016 da RSU, comune di pisa
I comuni di Bologna, Roma, Milano e Venezia assumono educatori, insegnanti e persino ausiliari, il comune di Pisa dice no. Il decreto 113/2016, già operativo da fine Giugno, adesso è diventato legge. Questa legge, pur presentando limiti in altre materie, per quanto riguarda l ‘occupazione permette di coprire i posti vacanti al 100% sia di educatori che di insegnanti superando quindi il blocco del 25% della finanziaria 2016 che aveva messo in ginocchio i servizi educativi alla prima infanzia di tutta Italia.
A Roma e già stato firmato l’accordo per assumere 636 insegnanti di scuola dell’infanzia e 485 educatrici di asilo nido, a Bologna si assume anche nel settore ausiliario, dopo anni di stop ed esternalizzazioni (una battaglia storica del sindacato anche a Pisa, ma inascoltata). Mentre a Pisa, il governo locale che in ogni campagna elettorale si gloria e vanta di essere un Comune “dalla parte dei bambini e delle bambine”, per l’anno scolastico 2016-2017 taglia 13posti di educatore su 63 di organico e circa 70 posti bimbo a Gestione Diretta (delegandoli ancora alla gestione privata!), ignorando una legge che potrebbe portare ossigeno e nuove energie negli asili nido comunali, oltre a dare risposte occupazionali per i precari che da anni lavorano nei nostri servizi.
È caduto il paravento e l’ipocrisia degli ultimi anni. L’amministrazione ha sempre negato la volontà politica di privatizzare e giustificava i tagli progressivi ai servizi con i tagli agli enti locali e i blocchi del turn over. Ora c’è una norma che consente di assumere e coprire la pianta organica +il 10% facendo riferimento alla spesa dei tempi determinati , ma… non si è voluto fermare il percorso di riorganizzazione, non si è voluto trattare per migliorarla, anche solo in attesa di strumenti più precisi e definiti. Non solo, si è voluta ostinatamente questa riorganizzazione che, con troppi educatori “tagliati” rispetto ai bambini assegnati alle strutture, aumenta i carichi di lavoro e obbliga i collettivi ad un rinnovamento necessario da anni, ma compiuto in modo forzato, arrangiato e improvvisato in una sola estate.
Purtroppo le esperienze negative, che purtroppo stiamo vivendo in ogni parte di Italia e in vari servizi alla persona, non insegnano proprio niente: nei servizi alla prima infanzia a cominciare dagli asili nido bisogna investire perché offrano la qualità necessaria e tutelino bambini, famiglie e lavoratori:
- Investire in nuova e giovane occupazione.
- Alleggerire e non incrementare i carichi di lavoro.
- Formare e seguire i collettivi ed i singoli operatori compresi gli operatori ausiliari e di cucina.
- Verificare periodicamente il clima e la salute psico-fisica ed il benessere organizzativo.
- Modificare le strutture, gli spazi, gli arredi, il microclima per facilitare e adeguare la qualità del lavoro.
Qualcosa sta cambiando in ambito di formazione e sostegno ai collettivi, ma la leva strategica per garantire la riproduzione di un buon modello è il rinnovamento generazionale. La Rsu si oppone alla politica miope dei tagli e chiede alla giunta di modificare il piano occupazionale prevedendo:
- L’assunzione di educatrici e di ausiliarie.
- La stabilizzazione delle lavoratrici che hanno i requisiti ritornare alla copertura delle 63unità per i nidi e alle 18unità per la scuola dell’infanzia, utilizzando nel frattempo le colleghe a tempo determinato, che in attesa di un incerto futuro ora sono disoccupate.