Appello al Comitato per Prevenzione della Tortura, per la sicurezza e la salute di Abdullah Öcalan

ocalan foto23luglio 2016 da UIKI Onlus

Le preoccupazioni per lo stato di salute di Abdullah Ocalan stanno aumentando dopo il tentato golpe di venerdì e per l’atmosfera sempre più violenta e imprevedibile.
Trovate qui sotto una lettera d’urgenza. Grati se vorrete inviarla al Comitato per la Prevenzione della Tortura CPT – Consiglio d’Europa, a firma delle persone e delle associazioni sensibili.

Lettera aperta a ai Rappresentanti del CPT e del Consiglio d’Europa, richiesta di incontro urgente con Abdullah Ocalan

consiglio europaCouncil of Europe / Conseil de l’Europe

F – 67075 Strasbourg Cedex

Tel +33 (0)3 88 41 22 79 / Fax +33 (0)3 88 41 27 72

Email : cptdoc@coe.int ; corinne.goberville@coe.int; Jeroen.SCHOKKENBROEK@coe.int

Come sapete, in Turchia è fallito il tentato colpo di Stato del 15 luglio 2016. Anche in questa fase concitata appare chiaro che l’episodio avrà ripercussioni significative.
Quando, un anno fa, ha deciso di intensificare la guerra al popolo curdo e distruggere città e villaggi curdi, il Presidente Tayyip Erdoğan ha anche intrapreso azioni repressive nei confronti della società civile curda, come la sospensione dell’immunità ai/alle parlamentari curdi/-e e la rimozione dall’incarico e il carcere per i/le co-sindaci. La repressione del popolo curdo è un fatto storico senza precedenti.

Sono queste atrocità, queste politiche anti-democratiche adottate dall’AKP in Turchia e in Kurdistan ciò che ha spianato la strada al tentato golpe del 15 luglio scorso. Dopo il fallimento del golpe, il Presidente Erdoğan ha esteso tale strategia di distruzione all’intera Turchia.

Possiamo affermare con sicurezza che, se i risultati delle elezioni del 7 giugno 2015 fossero stati rispettati e fosse proseguito il processo di soluzione del conflitto, non vi sarebbe stato nessun golpe. La questione curda irrisolta e la mancanza di democratizzazione in Turchia sono da sempre terreno fertile per i colpi di Stato.

In tali circostanze, nutriamo gravi timori per la sorte del sig. Abdullah Öcalan — timori condivisi dalla sua famiglia, dai suoi legali, dal popolo curdo e dall’opinione pubblica. Le dichiarazioni e i provvedimenti del governo, purtroppo, non li alleviano di certo.
Da 15 mesi, negli incontri con i suoi legali, con funzionari statali e con le delegazioni dell’HDP, il sig. Abdullah Öcalan lancia continui moniti circa questa possibilità d’un golpe. In una simile situazione di violenza e contro-violenza, la sua incolumità personale potrebbe essere minacciata.

In questo momento critico, richiamiamo le organizzazioni internazionali a tutela dei diritti umani alle proprie responsabilità. Esse devono adoperarsi per scongiurare ogni timore per la sicurezza e la salute del sig. Abdullah Öcalan.

Per milioni di persone, Abdullah Öcalan è una guida politica: per loro, le sue condizioni psicofisiche rivestono somma importanza. Ogni esitazione o inazione da parte aggraverebbe tali timori, che sono legittimi e umani: per alleviarli, occorre agire con la massima urgenza e rendere possibile un incontro col sig. Abdullah Öcalan presso il penitenziario dell’isola di Imral [dove egli è attualmente detenuto].

In attesa di un’azione urgente, porgiamo distinti saluti

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