Aumentano anche in Toscana i casi di scomparsa di persone affette da demenza, che rendono necessarie attività di ricerca e di soccorso

Per questo la Prefettura di Firenze, in attuazione delle direttive ministeriali (circolare ministero dell’Interno del 7 ottobre 2015) lancia un “Piano di intervento coordinato per la ricerca e il soccorso delle persone affette da patologie neurodegenerative”, che coinvolge anche Regione Toscana, Associazione Aima (Associazione italiana malati di Alzheimer) Firenze, e Associazione Penelope onlus, sezione territoriale Toscana.

17dicembre da Lucia Zambelli, Firenze

Una delibera approvata dalla giunta nel corso della sua ultima seduta contiene un accordo di collaborazione che verrà siglato a breve tra i quattro soggetti coinvolti nel Piano. Nella stessa seduta, sul tema delle demenze la giunta ha approvato un’altra importante delibera, con la quale si vara il Piano Regionale delle Demenze.

“Con il progressivo invecchiamento della popolazione, anche il fenomeno della scomparsa di persone affette da patologie neurodegenerative, che danno origine a perdita delle memoria o disorientamento spaziale, è purtroppo in crescita – dice l’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi – Questo fenomeno mette a rischio l’incolumità e qualche volta la vita stessa di queste persone, nella maggior parte anziani, e la serenità delle loro famiglie. La Regione Toscana ha deciso quindi di partecipare all’attuazione del Piano messo a punto dalla Prefettura per la ricerca e il soccorso di queste persone. Ciascun ente e associazione prenderà parte al Piano in base alle proprie competenze. Con un’altra delibera abbiamo approvato il Piano Regionale delle Demenze, per fornire a tutti gli operatori le indicazioni più aggiorn ate per la diagnosi e l’assistenza dei pazienti e il supporto alle famiglie”.

Il Piano di intervento coordinato per la ricerca e il soccorso delle persone affette da patologie neurodegenerative

Il progetto prevede di dotare le persone, generalmente anziane, che soffrono di patologie neurodegenerative, di un dispositivo di geolocalizzazione che consenta di individuarne la posizione mediante il Gps e fornire tutte le informazioni necessarie attraverso una scheda Sim. Se la persona scompare, i familiari avvertono un Centro di monitoraggio attivo h24 che, sulla base delle informazioni ricevute, localizza la persona scomparsa, attivando poi l’intervento delle forze di polizia, del servizio sanitario, del volontariato. L’acquisto dei dispositivo di geolocalizzazione sarà a carico dell’Aima, che lo darà in comodato al beneficiario, a carico del quale resterà il costo di attivazione della scheda Sim. La Prefettura si impegna a sensibilizzare le forze dell’ordine affinché collaborino attraverso le sale operative al rintraccio delle persone, raccordando le diverse componenti del sistema di ricerca.

La Regione Toscana si impegna a divulgare il progetto di geolocalizzazione su tutto il territorio regionale, coinvolgere Asl e Zone distretto/Società della salute, favorire la collaborazione al progetto da parte del Servizio sanitario. L’Aima individuerà i modelli di geolocalizzazione più rispondenti alle necessità e il soggetto che svolgerà la funzione di Centro di monitoraggio, e consegnerà alle famiglie dei malati, individuate dai Centri di Ascolto Alzheimer, i dispositivi. L’associazione Penelope onlus fornirà il supporto psicologico e l’assistenza legale alle famiglie delle persone scomparse. In caso di scomparsa, o anche allontanamento volontario, queste le procedure. I familiari avvertono il Centro di monitoraggio. Nel caso che le prime ricerche attraverso la geolocalizzazione non sortiscano effetto, il Centro di monitoraggio attiva la Centrale/Sala operativa delìa forza di polizia competente (112 o 113). A rintraccio avvenuto, la forza di polizia provvede a riaffidare il malato ai familiari o al personale assistente. Se necessita di soccorso sanitario, viene attivato il 118 o l’azienda sanitaria.

Il Piano Regionale delle Demenze

La demenza è la quarta causa di morte negli ultra65enni nei Paesi occidentali, ed è una delle cause di disabilità più importanti nella popolazione anziana, responsabile di oltre la metà dei ricoveri nelle Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali). La prevalenza della malattia aumenta con l’età ed è maggiore nel sesso femminile. E’ la patologia cronico degenerativa da cui si attende, nei prossimi decenni, il massimo aumento (+57% nel 2030, +130% nel 2050). La demenza è una patologia con forti risvolti sociali, della durata media di 8/10 anni, progressiva, e che necessita di un costante “tutoraggio” fino alle cure di fine vita. I costi indotti da questa patoloiga sono altissimi. Le recenti linee guida europee, per la sola malattia di Alzheimer stimano in 21.000 euro l’anno il costo per le cure di una persona che ne è affetta.

Il Piano Regionale delle Demenze, nel solco del Piano nazionale approvato nel 2015 e al quale la stessa Regione aveva contribuito direttamente, vuole fornire agli operatori che con differenti competenze lavorano per e con le persone affette da demenza uno strumento di indirizzo per la diagnosi tempestiva della malattia e la presa in carico integrata del paziente e della sua famiglia. La delibera dà indicazioni per l’organizzazione di una rete sociosanitaria integrata per la cura e l’assistenza delle persone con demenza e il sostegno dei familiari; indica le caratteristiche essenziali e i requisiti minimi del Centro Diurno Alzheimer; approva il Piano regionale delle Demenze, per migliorare qualità e appropriatezza degli interventi; favorisce e implementa l’assistenza al paziente, ma anche alla famiglia, aiutando e supportando anche dal punto di vista psicologico, attraverso la partecipazione a momenti di socializzazione, con l’introduzione di nuovi luoghi informali, ma sufficientemente protetti, come Caffè Alzheimer e Atelier Alzheimer. L’obiettivo è creare una rete di servizi che non lascino mai soli né il paziente affetto da demenza né i suoi familiari, ma contribuiscano invece a renderli parte di una comunità sempre più attenta alle realtà della demenza. Formare gli operatori e la società civile, innovare la cultura dell’inclusione, oltre che proseguire nella cura dei pazienti e intensificare la ricerca su questa importante e devastante patologia.

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