“Bentornati a casa compagni!”, si presentano a Livorno i democratici e progressisti

Si chiamerà “Articolo 1, movimento dei democratici e progressisti” l’area politica che ha annunciato la scissione dal PD di Renzi

12marzo 2017 Redazione, foto e video di Michele Faliani

©2017 pisorno.it

La conferenza stampa di presentazione a Livorno nella sala dell’ex Cinema Aurora, la prima in Toscana, diventa una vera e propria assemblea, affollata da anziani militanti dai trascorsi PCI, ma anche da qualche giovane piddino.

Sotto la regia dell’evento di Michele Manfrin, è Alessandra Atturio, ex vicesindaco di Livorno, a delineare gli interlocutori del progetto politico degli “scissionisti”, tentando di allontanare l’immagine del riferimento al passato “Articolo Uno si propone di coinvolgere politicamente chi negli ultimi anni non ha militato, non ha partecipato e neanche è andato a votare”. 
Per l’ex parlamentare Marco Susini “era necessario staccarsi da Renzi e dalle sue politiche di destra, l’uscita dal Pd è stata ponderata, necessaria ed anche dolorosa”. Molto applaudita la sua chiusa “Bentornati a casa, compagni”.

Ma sta ad Enrico Rossi l’intervento centrale. Il Presidente della Regione non utilizza toni enfatici, cerca di impostare una riflessione sull’esperienza del Partito Democratico dove il male “non è solo Renzi, abbiamo iniziato già da prima. Ma in un partito puoi starci, anche in minoranza, se le tue idee vi hanno cittadinanza. Invece nel PD si è abbandonato la critica al sistema capitalistico, nell’orizzonte dell’eguaglianza e della giustizia”.

La crisi economica, per Rossi, ha fatto precipitare la situazione, definendo un quadro in cui pochi si arricchiscono sempre più, ci sono sempre più poveri ma anche 16 milioni di cittadini “border line”, cioè a rischio di povertà. In questa situazione all’Italia è stata concessa dall’Unione Europea una consistente flessibilità, circa 17 miliardi spesi male in bonus e prebende. Se fossero stati utilizzati per un piano di lavoro ed opere pubbliche, gli effetti sarebbero stati meno effimeri, magari il PIL sarebbe cresciuto del 2,5% e non di un misero 1%.

Che fare? Per Rossi le emergenze sono reddito e lavoro. Occorre una legge sul reddito di inclusione con un finanziamento di 7 miliardi (come richiesto dalla Caritas, non quella approvata la scorsa settimana che con 1,5 miliardi copre appena il 20% delle necessità). Occorre ripartire con politiche keynessiane per il lavoro, attraverso un forte intervento dello stato, e tornare ad investire su scuola, sanità e ricerca. E bisogna che chi ha di più dia di più, ricostruendo una progressività della tassazione prevista dalla costituzione, che è stata di fatto abbandonata con scelte come l’IMU, assumendo una filosofia “liberista reaganiana”.

E’ necessario quindi soprattutto ricostruire un modo di pensare, l’orizzonte di un nuovo socialismo, un progetto di ridistribuzione della ricchezza, chiarendo che gli interlocutori della sinistra sono i lavoratori e i precari, magari alleati agli imprenditori che investono. Una alleanza dei ceti produttivi che richiama evidentemente il ricordo di un modello toscano, ora anch’esso in crisi, assai caro al Presidente toscano.

Di seguito il video integrale dell’intervento di Enrico Rossi e la videointervista al promotore dell’iniziativa, Leonardo Conforti. Di Michele Faliani:

 

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