Biodiversità. La campagna a tutela delle tartarughe marine

Una campagna di comunicazione a tutela delle tartarughe marine e dei loro cuccioli, amici ormai della Toscana

15febbraio 2018  da Chiara Bini, Firenze

E’ stata presentata stamani nel corso dell’incontro che si è svolto ad Alberese, nella saletta multimediale del Parco della Maremma, dove si sono riuniti i referenti dell’Osservatorio Toscano Biodiversità (OTB) della Regione Toscana per discutere delle attività svolte nel 2017 e soprattutto delle proposte per il 2018 per tutelare tartarughe ma non solo, anche cetacei e elasmobranchi che popolano il nostro mare. Sono tre i prodotti editoriali della campagna svolta dall’OTB destinata agli operatori turistici, ai pescatori e a tutti i cittadini nel prossimo periodo estivo.

  • Una brochure che avrà larga diffusione nelle scuole con attività didattiche e di informazione rivolta ai Comuni del Santuario Pelagos e alle aree protette marine della Toscana che spiega cosa fare in caso di avvistamento di cetacei, tartarughe o squali in mare o spiaggiati.
  • Un pieghevole sulla ricerca dei nidi di tartarughe sulle spiagge. All’insegna del messaggio “Chi trova un nido trova un tesoro” la pubblicazione, in italiano e inglese, contiene una serie di informazioni utili rivolte a turisti, bagnini, operatori economici sulle spiagge, per aiutarli a individuare eventuali nidificazioni che avvengono tra giugno a settembre sulle nostre coste. Informando i soggetti che con più probabilità possono imbattersi e quindi individuare la presenza o meno di nidi sarà possibile proteggerli e tutelare le covate per i 60 giorni necessari alla schiusa delle uova, proprio come è successo l’anno scorso all’isola d’Elba.
  • Il terzo prodotto è dedicato ai pescatori (sono quasi 700 i pescherecci interessati). La guida, in un materiale impermeabile che può tenersi tranquillamente in barca, indica ai pescatori come aiutare una tartaruga che finisce accidentalmente nelle reti durante la loro attività. In base alla tecnica di pesca applicata si danno istruzioni su come liberare l’animale e cosa fare per liberarla da un amo o da una rete prima di consegnare la tartaruga alla Guardia costiera che procederà al ricovero in una delle strutture dedicate o a liberarla in mare se non ci sarà bisogno di cure accessorie.

All’incontro di stamani erano presenti anche la Capitaneria di Porto, la Direzione Marittima che ha dato la propria disponibilità a sostenere la campagna che verrà svolta con il supporto delle associazioni ambientaliste che si occuperanno della formazione dei volontari che, insieme alla Regione Toscana, seguiranno i potenziali nidi sulle nostre spiagge.

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