Buongiorno Diritti! con riserva. Nona Giornata STOPOMOFOBIA

17 maggio 2016: Buongiorno Diritti! con riserva

giornata contro omofobia17 maggio 2016 da  #BuongiornoLivorno

Il 17 maggio del 1990 fu una data importante per i movimenti delle persone LGBTQ poiché segnò la definitiva cancellazione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali fino ad allora approvata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ciò che prima aveva giustificato ricoveri coatti e carcerazioni, ostracismo e isolamento, non esisteva più – almeno sulla carta.

Il 17 maggio del 2004, quattordici anni dopo quella storica cancellazione, Louis-George Tin, giovane attivista nero della Martinica e curatore dell’opera collettiva Dictionnaire de l’homophobie (PUF/Presses Universitaires de France, Parigi 2003), lanciò la Prima Giornata Internazionale contro l’Omofobia. E finalmente, il 26 aprile 2007, rispondendo con prontezza all’ennesimo atto discriminatorio – nemmeno un mese prima il ministro polacco della pubblica istruzione aveva presentato un progetto di legge volto non solo a punire la “propaganda omosessuale” nelle scuole ma anche a sospendere e arrestare gli insegnanti impegnati sul fronte dell’attivismo LGBTQ – l’Unione Europea reagì, istituendo la Giornata contro l’Omofobia e fissandola ufficialmente per il 17 maggio.

contro omofobiaAnno dopo anno i movimenti LGBTQ hanno continuato e continuano a lavorare per ampliare lo spettro della lotta all’omofobia, stigmatizzando altre forme di oppressione della diversità, come la transfobia, cioè l’avversione verso chi è transessuale o transgender, e la bifobia, quella nei confronti della bisessualità.

Oggi, nona Giornata, possiamo annunciare una prima vittoria dei movimenti: finalmente, dopo quasi trent’anni di lotte civili e incessanti, e nonostante le continue prove di forza degli ambienti più ottusi e retrivi della nostra società, possiamo cancellare l’Italia dall’elenco degli stati privi di una legislazione in merito alle unioni fra persone dello stesso sesso. È un bel modo per dare concretezza a STOPOMOFOBIA!

Dopo vari ridicoli acronimi – ricordate i Pacs, i Dico, i Cus, i Didoré? – oggi abbiamo una legge sulle Unioni Civili, la cosiddetta legge Cirinnà, che regola tali unioni e garantisce il primo passo verso l’uguaglianza dei diritti.

omofobiaCon 369 voti a favore, 193 contrari e 2 astensioni l’Italia non è più il fanalino di coda: ma, e permetteteci un sorriso sconsolato, la legge non trova ancora un modo per definire le coppie dello stesso sesso che non sia, per creare uno stretto legame con l’Articolo 3 della Costituzione, “formazioni sociali specifiche”, né sa ancora come indicare i contraenti dell’unione, poiché sappiamo bene quanto sia tabù chiamare entrambe le donne mogli o entrambi gli uomini mariti.

Per un giorno, però, vogliamo accontentarci e festeggiare questa giornata inimmaginabile fino a poco tempo fa e che, dobbiamo ricordare, è stata possibile grazie solo ed esclusivamente alla tenacia dei nostri movimenti, dell’associazionismo LGBTQ e di tutt* coloro che hanno lottato al nostro fianco.

gay famiglia“E adesso, mamma?” Già: e adesso? Questa è la piccola domanda che Giulia (nome di fantasia) ha fatto quando ha visto la mamma abbracciare forte la propria compagna sul divano di casa, in mezzo ai giocattoli della figlia. Che cosa dobbiamo rispondere a Giulia? Che il suo futuro deve ancora arrivare? Che i suoi diritti devono ancora arrivare? Certo, non si può fare altro, ancora: ma deve essere chiaro a tutt* che questa legge è monca, perché la possibilità di adottare un* (o più) figl* della propria compagna o compagno dello stesso sesso, chiamata stepchild adoption dall’istituto anglosassone, è stata accantonata; e, pare, ciò che è stato messo fuori dalla porta non potrà rientrare dalla finestra.

“Grazie” al maxiemendamento Marcucci questa legge ha fatto felice il ministro Alfano, impedendo la rivoluzione antropologica contronatura che questi paventava e mettendo contemporaneamente in evidenza l’imperitura arretratezza culturale di un certo modo di guardare al mondo: guardare senza vedere.

Aggiungo la paura del cosiddetto “utero in affitto”, pratica messa acrobaticamente in relazione alla stepchild adoption da Raffaele Calabrò (senatore PdL e membro dell’Opus Dei), per il quale andava ribadito “[…] un chiaro no all’equiparazione con il matrimonio, all’utero in affitto e alla stepchild adoption. Ribadirlo, approvando la mozione contro l’utero in affitto, servirà ad arrivare al dibattito sulle unioni civili in un clima sereno e costruttivo […]”.

Per tornare alla piccola Giulia, che cosa possiamo dirle? Questo: che continueremo a combattere e a esercitare tutti i diritti in nostro possesso per dare tutta la dignità che spetta alla sua famiglia, a qualsiasi famiglia, di qualunque genere siano le persone che hanno liberamente scelto di unirsi per formarne una.

Intanto festeggiamo celebrando gli anni di lotta, e ricordando tutte le persone che sono morte per mano dell’ottusità e della fobica violenza.

È superfluo dire che #BuongiornoLivorno c’è e ci sarà, non solo ogni 17 maggio ma ogni giorno, fino a quello in cui, e speriamo sia imminente, vedremo la piccola Giulia pienamente cittadina del mondo in ogni senso.

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