Camp Darby, in progetto una nuova linea ferroviaria, due terminal e l’ampliamento del molo sul canale dei Navicelli

Ampliamento Camp Darby, Fattori e Sarti (Sì): “Camp Darby nuova polveriera del Mediterraneo. In progetto una nuova linea ferroviaria, due terminal e l’ampliamento del molo sul canale dei Navicelli. La Regione Toscana ne era al corrente?”

30maggio 2017 da Braccaloni Duccio

Mentre il Presidente USA Trump vende all’Arabia Saudita, principale finanziatrice dell’ISIS, armamenti e dotazioni militari per 110 miliardi di dollari, il Governo italiano stende tappeti rossi all’amministrazione americana concordando con Trump un ambizioso progetto di ampliamento della base di Camp Darby”, affermano Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra.

“Stiamo assistendo a grandi manovre in vista di possibili scenari di guerra e la nostra regione potrebbe esserne involontaria protagonista, oltre che obiettivo privilegiato di ritorsioni da parte di chi è esposto ad attacchi con armi e forze provenienti dal nostro territorio. La Toscana, secondo il progetto, ospiterà la più grande base logistica statunitense del bacino del Mediterraneo: è prevista la costruzione di due nuovi terminal, uno dei quali di 18 metri di altezza collegato con una nuova linea ferroviaria alla stazione di Tombolo, un ponte girevole sul Canale dei Navicelli e l’ampliamento del molo “Tombolo dock”.  Potranno transitare due treni al giorno, mentre oggi ne arriva uno ogni due o tre mesi. 
E dire che già oggi Camp Darby è la base logistica che rifornisce le forze terrestri e aeree statunitensi nell’area mediterranea, africana e mediorientale. Nei suoi 125 bunker vi è l’intero equipaggiamento e munizionamento di due battaglioni corazzati e due di fanteria meccanizzata oltre a bombe e missili per aerei, comprese, probabilmente, alcune munizioni nucleari. Da qui sono partite le bombe usate nelle guerre contro l’Iraq, la Jugoslavia e la Libia”.

“Ma questo non basta, di qui il progetto di ampliamento in deroga alle normali regole e procedure: trattandosi, secondo il Ministero della Difesa, di ‘opera destinata alla difesa nazionale’, verrà esonerata dal controllo di conformità urbanistica aggirando anche la valutazione di incidenza che sarebbe stata obbligatoria, dato che il progetto incide su un ‘habitat prioritario’ (Sito di Importanza Comunitaria ‘Selva Pisana’). Sarà un modo per passar sopra a quanto previsto dal piano territoriale del Parco di Migliarino e San Rossore e dal piano di Gestione delle tenute di Tombolo e Coltano, così come evidentemente si considera un danno ambientale secondario l’abbattimento di mille alberi nell’area”.
“Ci sarebbe poi da chiarire il fatto ovvio che le basi degli Usa non garantiscono la nostra sicurezza, ma la loro. Non servono i nostri interessi ma i loro. Si continua a tentar di giustificare le basi con la funzione di sicurezza che svolgono a nostro favore ma gli statunitensi sono assai meno ipocriti e ogni anno il Pentagono invia una relazione al Congresso nella quale traduce in termini monetari il contributo dei paesi che ospitano le basi, Italia compresa, ‘agli interessi e alla sicurezza degli Stati Uniti’, altro che opera destinata alla ‘difesa nazionale’.
Siamo quindi passati dall’auspicato progressivo ridimensionamento della base militare statunitense ad un progetto di notevole rafforzamento, che non lascia presagire niente di positivo rispetto ai futuri scenari di guerra e al ruolo che l’amministrazione Trump intende assegnare alla Toscana. Abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per sapere se la Giunta regionale fosse stata messa al corrente dell’operazione o coinvolta nel processo decisionale”.

Concludono Fattori e Sarti: “Faremo di tutto per opporci a questo progetto e chiediamo alla società civile toscana di mobilitarsi. Questo è uno schiaffo alla nostra sovranità territoriale, alla tradizione di Pace della nostra regione, all’articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra come la soluzione alle controversie internazionali. Intanto è sotto gli occhi di tutti la sofferenza di centinaia di migliaia di profughi in fuga da paesi in conflitto, devastati da dittatori e da bande armate dall’occidente: prima rendiamo i loro paesi un inferno, poi ci lamentiamo se cercano di sopravvivere raggiungendo l’Europa.”

Camp Darby progetto di potenziamento

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