Muhammad Ali, nato Cassius Clay è deceduto all’ospedale di Phoenix in Arizona all’età di 74anni dove era ricoverato da giovedì per problemi respiratori. Da 32anni gli era stato diagnosticato il Morbo di Parkinson.
4maggio 2016 di S.L.
Cassius Marcellus Clay il suo nome prima della decisione, avvenuta nel 1964 dopo aver conquistato il titolo mondiale contro Sonny, di convertirsi all’Islam e aderire alla Nation of Islam, è stato un grande come pugile ma oggi, lo ricordiamo anche come icona di importanti battaglie di riscatto civile nella lotta all’apartheid e dell’egualitarismo sociale:
“Cassius Clay è un nome da schiavo. Io non l’ho scelto e non lo voglio. Io sono Muhammad Ali, un nome libero. Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me.”
Fu la rivelazione alle Olimpiadi del 1960 dove conquistò l’oro, ma di cui resta il ricordo (vero o leggenda che sia) del suo gesto di aver gettato la medaglia del podio. Difese il titolo per otto volte prima di vedere la sua carriera interrotta per il rifiuto di combattere in Vietnam:
“Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro…”
- Nel 1971 tornò sul ring, spettacolare e immemorabile la sfida The Rumble in The Jungle (“La rissa nella giungla”) allo Stade Tata Raphaël di Kinshasa Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo) del 30 ottobre del 1974, che segnò la riconquista del titolo.
- Poi ci fu Manila nell’ottobre 1975, fu il terzo confronto tra i due pugili, che si erano già trovati di fronte in due occasioni: l’8 marzo 1971 e il 28 gennaio 1974, riportando una vittoria ciascuno. Se in questo incontro, Ali deteneva il titolo mondiale dei pesi massimi versione WBC, per Frazier si trattava di riprovarci, essendo stato spodestato da Foreman il 22gennaio 1973. Fu un incontro fortemente sofferto da entrambi in cui Alì ebbe la meglio grazie al ritiro di Frazier nell’ultima ripresa, dove tuttavia riconobbe che se l’avversario non avesse abbandonato, forse lui stesso non sarebbe risalito sul ring.
Nel 1984 gli fu diagnosticata la sindrome di Parkinson, che lo portò ad un graduale declino fisico nei decenni successivi. Malgrado questa condizione, anche dopo il suo ritiro dal mondo sportivo, Ali si distinse per le sue azioni e battaglie sociali e di civiltà.
21anni di carriera e i numeri sul ring:
- 61 i combattimenti fatti, con 56 vittorie (37 prima del limite), 5 sconfitte subite.
- 31 incontri vinti consecutivamente prima di essere battuto da Joe Frazier nel ‘combattimento del secolo.
- Oro olimpico, a Roma 1960 e 3 volte campione del mondo dei pesi massimi.