Conferenza stampa su appalto pulizie al Comune di Pisa

Servono tutele per i diritti e il salario delle lavoratrici dell’appalto di pulizia degli Uffici comunali

8febbraio 2o17 da Francesco Auletta e Federico Giusti, Gruppo consiliare Una città in comune- Rifondazione Comunista -Delegati e lavoratori Indipendenti

La gara delle pulizie e di custodia dei palazzi comunali scadrà ad Agosto.

Ma questa volta il Comune di Pisa non farà un bando di appalto affidandosi, come altri enti locali toscani, alla Consip. Il ricorso alla Consip per le gare di appalto dei servizi di pulizia è obbligatorio come prevede il DPCM 24.12.2015. Il mercato dei servizi di pulizia è  diventato una  autentica giungla, capita sovente che partecipino aziende o cooperative, associazioni temporanee di imprese con pochissimi dipendenti e un numero spropositato di consulenti e di avvocati alle loro dipendenze.

L’augurio è che la Consip sappia operare al meglio salvaguardandosi da possibili infiltrazioni malavitose che negli appalti, come insegna Roma capitale, sono sempre più diffusi. 
Ma, a noi non basta che una gara sia all’insegna della trasparenza e del rispetto delle regole. Alle lavoratrici chi ci pensa? E’ sufficiente applicare le classiche clausole sociali per la salvaguardia dei posti di lavoro, delle ore, di condizioni lavorative e di vita dignitose? Francamente no e non vorremmo che al Comune di Pisa, con la scusa che la gara è della Consip, si dimenticasse e non intraprendesse tutte le iniziative necessarie per una effettiva tutela delle lavoratrici.

La gara è in corso da tempo (esattamente dal 2014) e tra corsi e ricorsi si prevede la chiusura della procedura per il secondo trimestre di quest’anno 2017.

Al Comune di Pisa chiediamo di impegnarsi presso la Consip per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro, la presenza delle clausole sociale ma anche di  scongiurare una gara al ribasso. 
Vorremmo trarre insegnamento poi da quanto avvenuto in questi anni. Il Comune ha predisposto un sistema di controlli che non funziona. Infatti dopo avere pensato ad alcuni dipendenti (che avrebbero voluto pagare con un  progetto) nel ruolo di sorveglianti delle pulizie effettuate, ipotesi scartata dalla Rsu che giudicava l’operazione offensiva della dignità delle lavoratrici, si è limitato a un controllo formale assegnando penali in caso di non o parziale svolgimento di alcune lavorazioni.
Ma mai è stato analizzato il servizio erogato visto che, nel corso degli anni, numerosi servizi si sono persi per strada, sovente la ditta ha fatto confusione tra lavori quotidiani, di ordinaria amministrazione e quelli periodici, riducendo proprio alcuni di questi servizi con il risultato che le lavoratrici giornalmente sono al lavoro con le poche ore: hanno a disposizione soltanto “3ore per pulire 2 piani del comune”.

E’ impensabile e non accettabile che ci sia un ulteriore taglio di ore.

Quando parliamo di controllo non intendiamo solo il rispetto dei capitolati bensì la quantità e la qualità dei servizi, le condizioni di lavoro e la capacità dell’Ente di avere una visione di insieme, che certo non scaturisce da una lettura asettica dei capitolati o dalla imposizione di alcuni orari solo per evitare interferenze tra il personale delle ditte e quello comunale Un ente pubblico deve considerare il controllo secondo parametri diversi e rapportarsi non solo con i responsabili dell’appalto ma anche con le lavoratrici che ogni giorno operano per la realizzazione dei servizi.

“Abbiamo chiesto come delegati Rsu Cobas e Indipendenti una audizione in Quarta commissione consiliare e sull’argomento il gruppo consiliare Una città in comune-Prc presenterà alcuni atti ispettivi in Consiglio comunale per fare chiarezza sulla situazione assumere degli indirizzi a garanzia dei diritti e della tutela del salario delle lavoratrici.”

“Pensiamo che un agire comune tra sindacato e realtà politiche consenta, ciascuno nel proprio ambito di competenza, di trasformare la questione degli appalti in qualcosa di più importante di un mero controllo di gestione, guardando concretamente alle condizioni delle lavoratrici delle pulizie affinché gli enti locali si adoperino concretamente per salvaguardarle e evitare che questi lavori diventino ostaggio  di logiche che determinano inaccettabili condizioni lavorative e retributive.”

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