Esce di casa e spara più e più volte, uccide  un senegalese, un figlio di un Dio minore. Oggi presidio a Firenze, domani 7 marzo a Pisa

Effetti collaterali di una società in preda a regressione etica, morale e culturale che sembra assumere dimensioni da non poter più sottovalutare. Domani dalle ore 16:00 alle ore 19:00 a Pisa, presidio in piazza XX Settembre

6marzo 2017 da redazione

Ancora sparatoria, ancora un omicidio in triste sapore razziale, ancora a Firenze. Il fatto è avvenuto sul ponte Vespucci, verso le ore 12:00 di lunedì 5 marzo, dove un 54enne senegalese è stato freddato con diversi colpi di pistola. In stato di fermo Roberto Pirrone, un uomo bianco di nazionalità italiana con arma regolarmente posseduta, ecco cosa comporta il permettere e sollecitare alle persone di armarsi

Si è messo a sparare a uno a caso, quel nero era il senegalese Idy Diene e faceva il venditore ambulante a Firenze, era cugino di Samb, uno dei due senegalesi trucidati da Gianluca Casseri (vicino agli ambienti dell’estrema destra) in piazza Dalmazia il 13 dicembre 2011. Maggiori informazioni potete prenderle da “Lavocedelmigrante “. 

Comunque la si pensi, questi troppi fatti di sangue non possiamo apostrofarli come semplici e isolati gesti di follia poiché attingono alla stessa fonte e, comunque si auto-collochino questi assassini, le categorie attingono al razzismo e alla intolleranza, fomentata superficialmente e strumentalmente da politiche e pratiche dell’estrema destra. Una epidemia mortale della civiltà, che si può e si deve debellare solo rinforzando gli anticorpi sociali, che al momento sembriamo aver perso.

Durante la manifestazione di protesta di ieri si sono verificati alcuni episodi di tensione, con alcune fiorerie rotte su cui si è concentrata l’attenzione dei media e dell’Amministrazione comunale, quasi facendo passare in secondo piano la morte violenta del venditore ambulante, fermo restando le scuse della Comunità Senegalese pronta ad una colletta per ripagarle, adesso occorre un segnale forte da parte della città di Firenze e, dichiarare il lutto cittadino, come omaggio a Idy Diene e decisa condanna al razzismo e alla diffusa detenzione di armi. 

Al presidio di oggi sul ponte Vespucci, la comunità senegalese di Firenze ha rivissuto un incubo, a pochi anni dalla strage compiuta dall’estremista di destra Gianluca Casseri. E ancora attimi di tensione con qualche carica di alleggerimento della polizia dove il sindaco di Firenze Dario Nardella, che partecipava portando la solidarietà della città, è stato contestato e costretto ad allontanarsi.

Da Associazione dei venditori e venditrici Senegal Mbollo, Africa Insieme e Progetto Rebeldia

“Un bianco ha sparato a un nero”

per quanto si corra a dire che il movente non è razziale, di nuovo piangiamo un altro fratello. Siamo stanchi di quanto sta accadendo nel nostro Paese, del razzismo che è sempre più forte, dell’odio venduto per garantire le vittorie elettorali ai Salvini di turno. Non è possibile indignarsi di più per una fioriera rotta che per un uomo ucciso senza motivo. Chiediamo a tutte e tutti di esprimere insieme la nostra rabbia e la nostra solidarietà!

Da Gruppo Insegnantidi Geografia Autorganizzati 

“Le derive razziste e xenofobe grave rischio per la tenuta democratica, socile e culturale del paese. Una riflessione sul da farsi.”

Il Giga, insieme ad altre formazioni, aveva denunciato, non più tardi della scorsa settimana, attraverso un circostanziato comunicato il pericolo delle derive razziste e xenofobe, innescate da scellerate strategie elettorali, come effettivi rischi per la tenuta democratica del paese. Con sofferenza rileviamo come ancora una volta il nostro timore sia stato confermato dai fatti apprendendo dell’uccisione a freddo del venditore ambulate senegalese a Firenze ucciso senza che l’autore ne disvelasse le reali motivazioni. Il clima di diffidenza e di odio che si sta diffondendo nel paese rappresenta un grave rischio dagli sviluppi imprevedibili che va affrontato con raziocinio, con azioni di largo respiro e andando in profondità a partire dai giovani che assorbono i frutti avvelenati della disinformazione creata ad hoc. 

Un contributo importante alla percezione degli eventi è fornito indubbiamente dai media che mentre enfatizzano i reati  commessi dagli stranieri minimizzano quelli degli italiani ai loro danni. Ieri sera il tg2 delle 20,30 ha annunciato la notizia con un generico “hanno sparato ad un senegalese” senza nemmeno dire che era stato ucciso a sangue freddo e senza apparente motivo, quello si poteva apprendere solo ascoltando il servizio, passato peraltro dopo la metà del tg. Noi del Giga siamo impegnati in prima linea nello svolgimento della nostra azione formativa quotidiana tramite i programmi curricolari ma anche con approfondimenti specifici e progetti (fra questi cito fra tutti l’apprezzato “Il fenomeno migratorio nel nostro paese”) mirati a smontare le false narrazioni che i giovani hanno passivamente assimilato e proviamo a costruire una nuova cultura basata sull’accoglienza, sul rispetto del diverso e sull’integrazione, partendo da una analisi oggettiva della situazione migratoria ricavata dati ufficiali. 

I risultati sono incoraggianti e ci spingono ad andare avanti anche se le difficoltà, create talvolta anche dalle famiglie che non apprezzano che si approfondiscano certe tematiche, non mancano. Ma non per questo ci tireremo indietro in futuro. Auspichiamo invece l’apertura di un confronto con tutti i docenti delle varie discipline e con le istituzioni per affrontare la grave situazione che si sta creando nel paese finalizzato all’elaborazione di strategie condivise e alla loro attuazione congiunta. Non possiamo più permetterci di sottovalutare quanto sta accadendo: http://www.pisorno.it/limmigrazione-in-italia-tra-mistificazioni-delle-destre-e-dati-istat/

Da Potere al Popolo

“Giustizia per Idy Diene. Adesione al presidio di Pisa”

Ancora una volta a Firenze. Dopo l’omicidio del 2011 di due cittadini senegalesi uccisi da mano razzista e fascista, ieri un altro fratello senegalese è stato ucciso. Per quanto si corra a dire che il movente non è razziale, non è possibile non fare collegamenti con l’omicidio del 2011 e con il raid di razzista di Macerata di poche settimane fa. Potere al Popolo Valdera aderisce al presidio e all’appello promosso dall’Associazione dei venditori e venditrici, Senegal Mbollo, Africa insieme e Progetto Rebeldia per esprimere insieme la nostra solidarietà. 

‎Da Diop Mbaye‎ a CASTO (Coordination des Associations Senegalaises en Toscane) Italie

Con l’assassinio di Diene Idy da mani di uno che si definisce disperato risparmiando se stesso dal suicidio eventuale che avrebbe progettato, è l’ennesimo segnale di una società con problemi che devono far riflettere tutti.

Il CASTO condanna l’accaduto e chiede a tutti di fare una riflessione seria per costruire una società coesa e solidale con politiche in grado di affrontare i problemi dei cittadini senza incentivare paure. 
Un abbraccio da tutta la comunità Senegalese alla famiglia in particolare alla moglie Kene Mbengue. Fatiha e 11 likh làss per la sua anima.

Da Rifondazione Comunista, Firenze. Maurizio Acerbo e Stefano Galieni, segretario nazionale e responsabile Immigrazione di Rifondazione Comunista, dichiarano:

 “Giustizia per Idy Diene. Sindaco Nardella, una vita non vale una fioriera”

Rifondazione Comunista esprime innanzitutto il proprio cordoglio alla famiglia e alla comunità senegalese per l’uccisione di Idy Diene. Consideriamo irriguardose e volgari le parole del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che equipara in buona sostanza un omicidio agli incidenti provocati dalla mobilitazione sacrosanta della comunità senegalese, con la rottura di qualche fioriera. Una vita umana non vale una fioriera, signor sindaco. Per questo Rifondazione Comunista sarà presente tanto alla manifestazione di oggi alle 15 sul ponte in cui hanno assassinato Idy Diene, quanto a quella che si terrà sabato nel pomeriggio nel capoluogo toscano e che avrà valenza nazionale.

Da CPA Fi-Sud,  Firenze.

“La rabbia e il dolore della comunità senegalese sono i nostri. Siamo stanchi di piangere i nostri morti.”

Oggi, a poche ore dai risultati elettorali, un uomo, un immigrato, un lavoratore, è stato assassinato a Firenze. Chi ha sparato è un italiano di 66 anni, incensurato. Le sue dichiarazioni in questura sembrano escludere il movente xenofobo: pare che avesse deciso di uccidersi per gravi problemi economici, ma, non avendo trovato il coraggio per farlo, avrebbe preferito uccidere qualcun altro così da andare in carcere per non gravare economicamente sulla sua famiglia. Un uomo che non avrebbe niente a che fare con i fascisti ma che ha “scelto” un uomo nero per sparare contro qualcuno. 
Se la leggiamo sotto questa luce, il fatto che non sia un fascista l’esecutore, rende il tutto ancora più grave. Quando l’odio e la frustrazione assalgono una persona sembra, ormai, quasi automatico scagliarsi contro chi è, ogni giorno, indicato come causa di questi mali. Così questo episodio mette in luce le responsabilità politiche di chi in questi anni di crisi, d’impoverimento e di sempre maggiore sfruttamento, ha fatto delle emergenze e della paura le leve con cui rompere legami di solidarietà e permettere, in nome della “sicurezza” e della “lotta al degrado”, di far crescere sentimenti di odio e d’egoismo. Di alimentare, quindi, la guerra tra lavoratori, tra disoccupati, tra quelli che loro amano definire gli “indesiderabili”. Ed è così che stamani è morto un altro dei nostri, un lavoratore.
Per combattere tutto questo noi pensiamo che sia necessario tornare e stringere quei rapporti e quei legami di solidarietà che sono gli anticorpi all’avanzamento di sentimenti egoistici, xenofobi e securitari, – terreno in cui cresce fascismo e reazione- rimettendo al centro i bisogni reali di lavoratori, studenti, disoccupati, precari e pensionati indicando nella lotta e nella solidarietà una risposta e un’ alternativa reale e praticabile . Anche per questo oggi eravamo a fianco della comunità senegalese, come lo siamo stati per Samb e Diop nel dicembre 2011, durante il corteo che dal luogo dell’omicidio è arrivato fin sotto le finestre di Palazzo Vecchio, bloccando il centro cittadino e arrivando alla stazione.
Poco importa il movente o l’identikit dell’assassino, sappiamo solo che Idy Diene ha pagato il prezzo di tutto questo. Il prezzo di una guerra portata avanti da quella classe dominante che per i suoi interessi alimenta odio e paura e che cerca ogni giorno di metterci gli uni contro gli altri per evitare che le forze vengano indirizzate, insieme, verso chi ci sfrutta.

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