Il 7 luglio passerà alla storia, l’ONU ha adottato il Trattato di Interdizione delle Armi Nucleari

Ben  122 stati (2/3 dei membri) hanno dichiarato illegali le armi nucleari perché incompatibili con la Carta delle Nazioni Unite, col Diritto Internazionale Umanitario e con le norme per la protezione dell’Ambiente. Assenti i  9 stati nucleari e i loro alleati. Unica eccezione quella dell’Olanda (paese Nato con bombe nucleari Usa sul proprio territorio proprio come l’Italia, il Belgio, la Germania e la Turchia) che ha trasformato il voto di astensione, dato nelle fasi preparatorie, in un No. Unico voto di astensione il Singapore.

13luglio 2017 da Giovanna Pagani  WILPF Italia

Nella foto, da sinistra: Navarra, Mosca, Pagani

Nella foto, Ambasciatore Stato di Palestina
Nella foto, l’Ambasciatore del Cile

Ma l’obiettivo di questo Trattato non era, durante questa prima fase, quello di ottenere l’adesione degli stati dotati di armi nucleari (o dei loro alleati), bensì  quello di stabilire un nuovo quadro giuridico vincolante nel quale si porrà necessariamente ogni ulteriore negoziato in vista dell’eliminazione effettiva di queste armi di distruzione di massa (art. 1 e art.18). E’ stato bandito il possesso, il transito, la sperimentazione, l’uso  e anche la minaccia dell’uso (art.1). Concetto questo molto importante perché condanna la logica della “deterrenza nucleare” che ha dominato  il mondo sino ad oggi, mantenendoci sotto totale ricatto della minaccia nucleare, in quanto una conflagrazione nucleare può avvenire non solo per comando, ma anche per errore o per follia: l’umanità per ben 9 volte ha già corso questo rischio.

Il 20 settembre il trattato verrà aperto alle firme ed entrerà in vigore novanta giorni dopo la 50° ratifica.

L’umanità dopo 71 anni di lotte contro la violenza nucleare ha raggiunto uno straordinario risultato. Bandire non significa eliminare. Raggiungere l’eliminazione sarà la seconda tappa che l’umanità dovrà porsi. E il disarmo nucleare è possibile, ne è un esempio concreto il Sudafrica che nel 1990 ha avviato il suo programma di smantellamento delle sei testate nucleari sotto controllo della AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica). La politica della deterrenza atomica, nel regime giuridico dal Trattato di Non Proliferazione Nucleare ha  solo prodotto il suo contrario e gli stati nucleari sono aumentati da 5  a 9:  oltre a Usa, Russia, Francia, Regno Unito, Cina (firmatari del TNP ) si sono aggiunti   India, Pakistan Corea del Nord, Israele  (i quattro stati non firmatari del TNP). In sede di Conferenza all’Onu è stato fortemente ribadito che occorre porre al  centro della politica internazionale e nazionale la vita degli esseri umani e della natura. La vera sicurezza per l’umanità non è quella che si basa sulle armi di distruzione di massa, ma quella che si nutre di una economia di pace  rivolta alla tutela dei diritti e alla cooperazione tra i popoli.                                                                                                            

Giovanna Pagani  della WILPF  (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà) ha partecipato attivamente a New York ai lavori della Conferenza Onu che ha redatto il testo del Trattato, assieme ad altri attivisti italiani: Luigi Mosca e  Alfonso Navarra (Disarmisti Esigenti), Sole Becagli e Daniele Santi (Senzatomica), Francesco Vignarca (Rete Disarmo). Presenti anche due Parlamentari: l’On. Massimo Artini vicepresidente della Commissione Difesa della Camera e il Sen. Roberto Cotti componente della Commissione Difesa del Senato. 

Ai detrattori del Trattato Giovanna Pagani risponde con due argomentazioni.  L’importanza storica dell’evento è testimoniata dalla forte azione di opposizione messa in atto dagli stati nucleari che fino all’ultimo hanno cercato di ostacolarlo e boicottarlo. E questo è stato denunciato anche  dall’Ambasciatrice del Sudafrica che ha parlato di una “pressione incredibile” sul  continente africano perché non partecipasse. 

La seconda argomentazione è la grande soddisfazione degli Hibakusha (i superstiti di Hiroshima e Nagasaki) e delle vittime degli oltre 2000 test nucleari che hanno definito il Trattato il riscatto dell’umanità di fronte alle vittime della violenza nucleare, “l’inizio della fine delle armi nucleari”.

Determinante, per raggiungere lo straordinario risultato, il ruolo della società civile unita in ICAN  (Campagna Internazionale per il Bando del Nucleari, di cui la WILPF è una delle associazioni promotrici ). Lo hanno ribadito i vari ambasciatori, auspicandone il potenziamento e la valorizzazione. L’ambasciatore Cileno ci ha definito “i colleghi della società civile”.

Il prossimo appuntamento in Italia è il 18 luglio giorno in cui si aprirà un dibattito parlamentare sulle mozioni presentate da vari senatori perché l’Italia aderisca al Trattato.

Forti del nuovo quadro giuridico internazionale che presto entrerà in vigore, saremo sempre più attivi anche nella Campagna per denuclearizzare l’Italia: rimozione delle bombe nucleari Usa stoccate a Ghedi e Aviano, ritorno al solo uso civile  degli 11 Porti nucleari italiani, tra cui Livorno.

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