L’economia circolare e la new deal 2.0

Il Parlamento europeo ha recentemente adottato un importante progetto legislativo, stabilendo che

«la quota di rifiuti da riciclare dovrà aumentare dall’odierno 44% al 70% entro il 2030». 

Estensione della vita del prodotto, rigenerazione, riuso, utilizzo di materie prime riciclate sono aspetti fondamentali che chiedono alle aziende di innovare processi e prodotti. L’economia circolare sta diventando un must per le imprese di tutte le dimensioni. 

Economia circolare: perché circolare:

19maggio 2017 da Ruggero Morelli

Il nome di “economia circolare” deriva dai meccanismi presenti in alcuni organismi viventi in cui le sostanze nutrienti sono elaborate e utilizzate, per poi essere reimmesse nel ciclo sia biologico che tecnico. I sistemi economici quindi dovrebbero imitare questo concetto di “ciclo chiuso” o “rigenerativo”. Tra i vari approcci specifici ci sono anche l’ecologia industriale e la blue economy, ne nasceranno e ne staranno già ora nascendo altri.

  • L’idea in sé, dell’economia circolare, è nata nel 1976 quando spunta in un rapporto presentato alla Commissione europea, dal titolo “The Potential for Substituting Manpower for Energy” di Walter Stahel e Genevieve Reday. Le applicazioni pratiche dell’economia circolare arriveranno su sistemi moderni e su processi industriali, solo negli anni ’70. Economia circolare, un sistema economico in cui circolano idee di rigenerazione, di riciclo, di riuso. Tanti “ri” da capire  perché non siano solo prefissi di verbi quotidiani riempiendo la bocca di chi non sa poi nella pratica cosa fare,  come applicare nobili principi a un mondo in cui i bisogni concreti si fanno sentire.

Economia circolare nel settore rifiuti:

Si legge su www.ideegreen.it ”Secondo l’economia circolare i rifiuti sono “cibo”,  quindi in un certo senso non esistono come rifiuti. Se intendiamo un prodotto come assemblamento di componenti biologici e tecnici, allora esso deve essere progettato in modo da inserirsi perfettamente all’interno di un ciclo dei materiali, progettato per lo smontaggio e ri-proposizione, senza produrre scarti. Rispettivamente, i componenti biologici in una economia circolare devono essere atossici e poter essere semplicemente compostoti. Quelli tecnici – polimeri, leghe e altri materiali artificiali – saranno a loro volta progettati per essere utilizzati di nuovo, con il minimo dispendio di energia”.

  • Nell’ottobre del 2016 a Rosignano fu firmato l’accordo – Comune,Rea,Sant’Anna, Cnr, Anci CCIAA e Cispel –  per il progetto di rendere la discarica di Scapigliato il Centro Toscana per la Economia Circolare. L’iniziativa parte dalla Scuola Sant’Anna e dal proeggto New deal2.0 dell’agosto 2015, presentato nel 2016 alla commissione per lo sviluppo della Costa Toscana dal prof.Paolo Dario.
  • A febbraio 2017 il progetto è stato presentato alla città dal Comune :

” Ormai da un anno si è scelto di trasformare progressivamente Scapigliato in un impianto di selezione, trasformazione, recupero e potenziale re-immissione sul mercato del rifiuto come nuovo prodotto, seguendo la filosofia dell’economia circolare. Questo è il cuore del progetto “La fabbrica del futuro”, che entro il 2021 renderà la discarica un grande impianto di trasformazione dei rifiuti in nuova materia ed energia, e si realizzerà mediante tre interventi: la costruzione del Biodigestore a aerobico per il trattamento della Forsu (Frazione organica dei rifiuti solidi urbani) per la produzione di biometano e compost, la produzione di compost di qualità dagli sfalci e potature raccolti sul territorio servito da Rea Spa e la nuova linea di selezione dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi di derivazione industriale per recupero e valorizzazione della materia”.

  • Domenica 14 maggio 2017, NOVA – il supplemento del Sole 24 ore – ha dedicato un ampio articolo di Elena Comelli alla discarica di Scapigliato che: ”si mette in mostra aprendosi al riuso”. La pattumiera nascosta diventa parco per tutti e centro di formazione. Il luogo diventerà da mero impianto per rifiuti a fabbrica del futuro in cui il tema del recupero della materia diventerà centrale come traino per iniziative per lo sviluppo di una economia circolare legata al territorio. A Scapigliato si seguirà il modello nordeuropeo che esibisce gli impienti di riciclo e di valorizzazione energetica dei rifiuti con architetti celebri come quello di Spittelau a Vienna con Hunderwasser, oppure quello di A.Bakke a Copenhagen con l’arch.Bjarke Ingels. Per Rosignano è stato incaricato Mario Cucunella – che sarà il curatore del padiglione Italia alla prossima biennale di architettura a Venezia – che scrive:’ Dobbiamo far diventare belle queste fabbriche del futuro dove si celebra una nuova cultura per il recupero delle risorse e la protezione dell’ambiente.”

Comelli ci racconta di Eurelco, il consorzio europeo per lo sfruttamento minerario delle discariche  ‘landfill mining’ – vedi www.eurelco.orgo ed anche www.eurekomilano.it – . Ecco alcune dati: le quasi 500.000- discariche che si trovano in europa sono nate quasi tutte prima della direttiva del 1999 e al 90% non rispettano i criteri di protezione ambientale indicati. Forti rischi di emissioni inquinanti e di infiltrazioni nelle falde d’acqua.  Il coordinatore del consorzio è Peter Jones dell’univeristà di Lovanio, con l’aiuto del prof.Raffaello Cossu dell univeristà di Padova. Questi stimano che per la messa a norma delle discariche più pericolosa siano necessari circa mille miliardi di euro. Tra l’altro l’Italia ha pagato a Bruxelles  già 230 milioni per multe a seguito di procedure per infrazioni.

Scrive Jones:” Trasformare le discariche in miniere potrebbe far risparmiare all’Europa quanto necessario per le bonifiche ambientali, oltre a farci guadagnare una nuova preziosa fonte di approvigionamento di materiali.” 

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