Lettera aperta al Sindaco Nogarin, per chiedere sicurezza della città e relativi piani di emergenza

Livorno, 11 aprile 2016  admin

Image and video hosting by TinyPicQuesta mattina nella sala post consiliare del Comune di Livorno, in rappresentanza dei firmatari della lettera aperta indirizzata al Sindaco Nogarin, per chiedere rassicurazione circa la sicurezza della città e i relativi piani di emergenza.

Hanno partecipato alla conferenza stampa Simona Ghinassi Strocchi per Sinistra Italiana-Comitato di Livorno, Giovanna Pagani per WILPF 
(Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà), Francesco Agapite, Franco Busoni e Giovanni Mostardi per il Comitato livornese No Guerra No Nato, Paolo Cascinelli per Vivere il Centro. Presenti i consiglieri comunali Giovanna Cepparello di Buongiorno Livorno e Marco Valiani del gruppo Livorno Bene Comune.

E’ stato sottolineato il disappunto sul fatto che, nonostante la lettera sia stata protocollata in data 22 marzo, ad oggi non è arrivato nessun segno di attenzione e per la legge il Sindaco è insieme autorità sanitaria locale e ufficiale del Governo, autorità comunale di protezione civile; ha le competenze (in precedenza del Prefetto) in materia di informazione della popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali o connesse all’attività dell’uomo, oltre, ovviamente a responsabilità etica e storica sul tema, in quanto il Comune da sempre è la cellula organizzativa, chiamata a occuparsi dei servizi alla persona e alla comunità.

Il Piano generale di protezione civile e il Manuale delle procedure operative specifiche in fase di emergenza del Comune di Livorno non tengono conto delle specificità della fase storica che si sta attraversando e delle specificità del territorio livornese.
Non viviamo in anni qualsiasi.

Gli attentati terroristici di Parigi e di Bruxelles come in Nord Africa o in Africa o in Asia, la guerra in Siria e in Ucraina (contenute appena queste da fragili accordi internazionali), la lotta all’Isis in Iraq, la guerra in Yemen, l’annunciato intervento militare in Libia (“a guida italiana”, come si ripete) sono tutte situazione legate fra loro. Papa Bergoglio parla apertamente di una “terza guerra mondiale a pezzi, per capitoli, dappertutto”.

Se le cose stanno così, se siamo in guerra, bisogna curare con particolare attenzione la sicurezza della popolazione livornese.

Proprio ieri, 10 aprile si è commemorato il 25 anniversario della strage del Moby Prince, ancora senza né verità né giustizia, evento che di per sé dovrebbe essere un allarme – la più grande tragedia della marineria civile italiana – dei rischi del territorio livornese in una situazione di guerra. All’epoca si era alla conclusione della prima guerra del golfo e in rada erano presenti navi militari americane provenienti dall’Iraq. Esistono zone d’ombra mai chiarite in merito ad eventuali responsabilità, dei loro carichi o delle attività connesse alla loro presenza nella dinamica della tragedia.

Il porto “nuclearizzato” (cioè attrezzato per il transito e la sosta di natanti a propulsione nucleare nonché con armamenti nucleari); Tombolo con Camp Darby, la più grande base logistica dell’esercito americano in Europa; l’aeroporto Dall’Oro di Pisa, dove l’Hub aereo nazionale delle forze militari realizza un punto di raccordo da cui transitano tutti i militari e i materiali (compresi quelli di Camp Darby) che viaggiano dal territorio italiano ai teatri operativi e viceversa; il Cisam, con la sua scorta di rifiuti nucleari ancora da smaltire; la raffineria ENI; il rigassificatore Offshore coi suoi depositi di stoccaggio, fanno inevitabilmente di Livorno un “obiettivo sensibile”.

Già nel 1940-1944 la popolazione livornese ha provato – in diverse condizioni storiche ovviamente – cosa vuole dire essere “obiettivo sensibile”
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E non ci dobbiamo trovare “impreparati”

  • Giovanna Pagani ha indicato Napoli, come sede logistica di un altro degli 11 porti “nuclearizzati” italiani, dove il sindaco De Magiastris, ha deliberato un percorso di “denuclearizzazione” del territorio come esempio da seguire.
  • Paolo Cascinelli ha denunciato che la NATO dal 1991 non è più una alleanza “difensiva” e così trascina l’Italia in guerre aggressive al di là dell’appellativo di “umanitarie”.
  • Marco Valiani ha portato la sua testimonianza sulle condizioni non rassicuranti del CISAM, oggetto di una visita d’ispezione nel 2013 con una delegazione parlamentare 5Stelle
  • E Giovanna Cepparello ha evidenziato l’importanza dell’impegno della società civile, espressa dalle tante firme alla lettera di associazioni anche diverse da loro per sensibilità e problematiche, un valore che il sindaco dovrebbe apprezzare.

Valiani e Cepparello si sono detti pronti all’occorrenza a sostenere in Consiglio comunale tramite gli atti più opportuni le richieste avanzate dai firmatari.Questo che segue è il testo della lettera inviata e protocollata:

Image and video hosting by TinyPic“Lettera aperta al Sindaco Nogarin” Livorno, 08 marzo 2016
Egregio Signor Sindaco,

non si stupirà se le notizie insistenti di un imminente attacco alla Libia suscitano apprensione particolare nella popolazione livornese, date l’elevata militarizzazione e insieme vulnerabilità del territorio.
Purtroppo anche le più recenti espressioni di preoccupazione di Papa Francesco per la pace sembrano restare inascoltate e si legge sulla stampa che quest’ attacco si farà entro 6 mesi, per volontà degli USA e della UE, tramite una “coalizione” il cui «ruolo guida» sarebbe detenuto dall’Italia.
Come si sa Camp Darby è il più grande deposito logistico dell’United States Army Africa (USARAF), ex Southern European Task Force (SETAF), del Mediterraneo.
Le munizioni usate in Iraq, in Serbia e anche in Libia nel 2011 provenivano in gran parte da Camp Darby.
Quindi non è difficile prevedere il trasporto di esplosivi, armi pesanti, mezzi da combattimento sul Canale dei Navicelli, che costituisce il collegamento navigabile tra Camp Darby e il mare. Perché l’operazione “a guida italiana” è già iniziata, con il trasporto di armi nelle basi da cui sarà lanciata, stando a quanto indica l’intensificazione dei voli dall’hub di Pisa, limitrofo alla base USA di Camp Darby e il primo bombardamento aereo americano “mirato” su Sabratha.
Non solo, nel porto di Livorno, al pari di altri 11 porti italiani, da anni possono transitare natanti (portaerei e sommergibili) a propulsione nucleare e finanche recanti armi nucleari a bordo sia statunitensi che inglesi e francesi.
Egregio Signor Sindaco,
i livornesi, fra l’altro, non possono dimenticare l’inquietante presenza in rada di navi statunitensi cariche di armi la notte dell’incidente della Moby Prince.
Così come hanno ben presente la “vulnerabilità” del proprio territorio, anche al di là di quanto deriva dalla sua militarizzazione. Basti pensare al primo rigassificatore al mondo su terminale galleggiante con relativi grandi depositi di gas liquido a 12 miglia dalla costa.
Egregio Signor Sindaco,
tutto ciò rappresentato, i sottoscritti chiedono alla Signoria vostra quanto segue:
1) se dalle amministrazioni precedenti abbia ricevuto documentazione concernente le modalità di un coordinamento fra autorità civili e militari volto ad assicurare nel modo migliore che l’uso militare delle strutture civili non comporti pericoli per la popolazione livornese;
2) se, in conformità a quanto leggi nazionali ed europee prevedono in caso di incidente nucleare in rada, abbia ricevuto dalle amministrazioni precedenti adeguato Piano di Emergenza, che regoli le modalità di evacuazione dalla città;
3) cosa intende fare, soprattutto in caso di risposta negativa circa i punti 1 e/o 2, per assicurare la sicurezza della città e rassicurare i livornesi
Certi della Sua attenzione e in attesa di una Sua parola,
con osservanza “.

Le associazioni e gli enti collettivi firmatari sono i seguenti :
ALBA (Alleanza Lavoro Beni Comuni Ambiente)
Associazione “140”
Associazione di Amicizia Italia-Cuba
Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus
Associazione Evelina De Magistris
Associazione Italia-Nicaragua
Associazione per la Ricostruzione del Partito Comunista
Buongiorno Livorno
CeSDI (Centro Servizi Donne Immigrate)
Centro Donna Livorno (Associazione Ippogrifo)
Centro Studi Non Violenza
Cittadinanza Attiva
Comitato livornese No Guerra No Nato
Emergency
LUP
(Libera Università Popolare “Alfredo Bicchierini”)
Oltre
Partito della Rifondazione Comunista (Federazione di Livorno)
Sinistra Italiana
Vivere il Centro
WILPF
((Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà)

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