Bisogna fare chiarezza
09settembre 2016 da Daria Faggi, Unione Inquilini Livorno
Hanno i problemi di tutti i vecchi edifici di Livorno, del centro e della periferia, in assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria (qualcuno ricorda il bel quartier Venezia prima della cura, che ne ha fatto la vetrina della città senza demolire per fortuna gli edifici ?). I palazzi dei quartieri nord, come un altro paio di migliaia di alloggi popolari costruiti da più di 50anni hanno impianti luce e gas non a norma (nel privato la condizione obbligatoria di messa a norma parte dal 1967) e nessun impianto di riscaldamento.
Per Chiccaia ormai il polverone è ormai all’ordine del giorno, e si rinfocola di nuovi tragici capitoli dal giorno in cui l’Unione Inquilini ha proposto di modificare un vecchio e obsoleto piano di recupero dei quartieri popolari nord, piano che ha regalato un po di case ai privati e non ha risolto i problemi di desertificazione di servizi sociali, ne ha dato occasioni di partecipazione agli abitanti del quartiere. Un piano ormai fuori tempo massimo che ha ridotto tra vendite e ricostruzioni a poco più di metà gli alloggi popolari in un quartiere che è più di prima un ghetto dormitorio, dove si è incredibilmente lesti a demolire ma non a ricostruire.
Con buon senso pratico abbiamo rivendicato la necessità, di attendere la ricostruzione degli edifici già demoliti per demolire altri stabili inseriti in PR.
Nessuno ovviamente ha proposto nuove, sia pur temporanee, assegnazioni ma solo un uso come centri di soccorso per fronteggiare la gravissima emergenza sfratti che non è più governabile (e lo testimoniano l’occupazione degli sfrattati incolpevoli seguiti da commissioni comunali e uffici casa, che peraltro da settembre 2015 non hanno più strumenti di intervento).
Una proposta di semplice realismo politico che la giunta anche per le reiterate deliberazioni in merito del consiglio comunale a stragrande maggioranza, ha accolto col solo voto contrario del PD e PDL.
I gravissimi ritardi nel deliberare sono quasi interamente dovuti ai rimpalli di responsabilità tra tecnici di vari settori pubblici, che non amano per lo più operare fuori dai binari tradizionali e non sempre comprendono la necessità di superare le procedure consuete, in una situazione del tutto eccezionale. Certo anche le incertezze della giunta comunale e la paura di rischiare di fronte a una macchina burocratica schierata a maggioranza per continuare nel solco della vecchia gestione, ha bloccato a lungo le deliberazioni. Ma per entrare nell’ultimo tormentone rionale, non è che si è scoperto ora o che le amministrazioni precedenti non sapessero della presenza di amianto in tutti gli edifici antecedenti la messa al bando dell’usatissimo fibrocemento, quell’Eternit con cui si facevano coibentazioni canne fumarie, tettoie e con cui sono fatte tra l’altro molte tubature dell’attuale acquedotto. Per l’amianto appunto, presente in migliaia di vecchi edifici, a noi sembrava tecnicamente opportuno e intelligente sigillarli nei sottotetti non praticabili, in modo da essere rinchiusi in un sarcofago attraverso la chiusura delle botole di ispezione. Del resto sui solai non praticabili non si può salire, senza rischio di provocare danni ai vecchi intonaci. Sono ispezionabili solo per necessità dai tecnici e si possono effettuare lavori con la necessaria professionalità, ma non sono praticabili per i residenti.
Avevamo escluso dall’uso per emergenza abitativa tutti gli ultimi piani (sottotetto) e per motivo diverso i piani terreni, troppi umidi.
Nell’indagine sopralluogo effettuata l’anno scorso dall’Unione Inquilini con giornalista della Nazione e fotografo, a seguito di accordi telefonici con alcuni abitanti di Chiccaia, abbiamo senza fatica appurato che anche scartandoli, restavano decine di appartamenti utilizzabili, con una spesa irrisoria di due o tremila euro per le canale portafili, per la messa a norma dell’impianto elettrico. Le famiglie in cambio dell’uso gratuito, avrebbero ben volentieri dato una imbiancata e provveduto a pagare le utenze, nel periodo di soggiorno a Chiccaia, in attesa della fine dei lavori a Lamarmora e di un nuovo piano casa.
Questo è quanto ci attendevamo e che continuiamo a chiedere.
Ma il fatto è che mentre sindacati e movimenti di lotta per la casa, lavorano per risolvere il dramma della nuova emergenza, nell’interesse di senza casa, inquilini e assegnatari, una stolida gara a chi grida più forte, per riconquistare il governo perso a causa di pessime amministrazioni, interne alle logiche del mondo affaristico e finanziario, ammorba la democrazia e anche le risposte spesso poco meditate e poco coerenti della burocrazia di palazzo e delle nuove leve al governo non sempre ci sembrano appropriate.
Tutto questo non aiuta la città e affossa ogni possibilità di governare una crisi sempre più grave.
E davvero questo i senza casa gli sfollati gli occupanti per necessità i lavoratori precari e disoccupati, i malealloggiati, non se lo possono permettere. Ci auguriamo che al più presto si attivi un confronto tra le istituzioni, la nuova giunta le forze politiche e i sindacati, inaugurando la nuova commissione casa prevista dal nuovo regolamento del LODE.