Per il settore siderurgico e la realizzazione della Nuova acciaieria e Tpp Laminatoio Rotaie, non saranno sufficienti i 300milioni di euro di investimento come preventivato e annunciato nel Piano Industriale di Cevital ma, di milioni ne serviranno il doppio e Aferpi adesso sta cercando i finanziamenti bancari necessari
27gennaio 2016 da Gruppo Minoranza Sindacale – Camping CIG, Piombino
Questo, quanto comunicato dai sindacati, ai lavoratori nell’assemblea del 26gennaio a palazzo Appiani, dopo l’incontro al MISE. Inoltre per l’eventuale erogazione del TFR ai lavoratori è ancora tutto da decidere, al momento nessun anticipo al passivo e/o delle altre spettanze. Per risolvere la questione sono al vaglio alcune ipotesi ma, per adesso niente entrerà nelle tasche vuote dei lavoratori in CIG. Siamo all’ennesimo annuncio, che il prossimo incontro sarà quello decisivo e, se non ci saranno risposte concrete su:
- la tecnologia scelta per la nuova acciaieria, la ditta costruttrice,
- la lettera d’intenti a garanzia d’acquisto della nuova acciaieria,
partiranno manifestazioni e scioperi con relativi presidi e/o occupazioni, come già anticipato nel comunicato di Fim-Fiom-Uilm e RSU AFERPI/LUCCHINI in data 18 gennaio”. Non si esclude inoltre il ricorso alla magistratura per far valere i diritti dei lavoratori.
Ma, risulta strano che la richiesta di indire un referendum tra i lavoratori, per decidere se e come organizzare una manifestazione a Roma nel prossimo incontro a sostegno della vertenza Aferpi, sia stata respinta dai sindacati.
Queste le rivendicazioni del Gruppo Minoranza Sindacale – Camping CIG:
- La tassazione del 23% sulla CIG erogata ai lavoratori è vergognosa e ingiusta, pertanto chiediamo ai sindacati di farne una vertenza nazionale per la sua abolizione come detto ieri in assemblea.
- Le assemblee separate non devono essere ripetute contribuiscono solo a dividere i lavoratori, soprattutto a “certificare” la sensazione fin troppo diffusa che chi lavora non ha niente a che fare con coloro che sono in CIG, o addirittura con i lavoratori dell’indotto a cui non viene nemmeno riconosciuto il diritto di partecipare alle assemblee. Situazione che rappresenta un’ autentica vergogna e che non può più essere tollerata.
- Per il Tfr invece nei fatti, abbiamo assistito all’ennesimo rinvio, tra l’annuncio di nuovi tavoli e di soluzioni tutte da costruire. Questo non può essere presentato certo come una vittoria, nei fatti potremo festeggiare solo quando i lavoratori riceveranno ciò che spetta loro e non un minuto prima. Per questo torniamo a chiedere ai sindacati di smettere di “pietire” per quello che è un nostro diritto ma di pretenderlo, con forme di mobilitazione tali da costringere finalmente il Governo, a trovare subito una soluzione.
- Aver rifiutato la proposta di un referendum tra i lavoratori, per far decidere loro se la mobilitazione dovesse cominciare lo stesso giorno del prossimo incontro al Mise, rappresenta un atto di arroganza ingiustificabile. Il sindacato dichiara (anche nell’ultimo comunicato delle RSU) che la scelta è dei lavoratori, nei fatti poi a decidere sono sempre i soliti fino ad indire e revocare le manifestazioni senza ascoltare nessuno.
- A questo punto, se i sindacati dopo l’incontro dell’ 11 febbraio, (qualora non portasse a risultati decisivi) non rispetteranno ciò che hanno annunciato in assemblea (manifestazione con occupazione delle istituzioni e possibile ricorso alla magistratura), perderanno definitivamente qualsiasi credibilità e legittimità per continuare a rappresentare i lavoratori.