Modello Piombino. Si avvicina la data della mobilitazione su vertenza Aferpi, i vari scenari ipotizzabili

Ogni giorno leggiamo e sentiamo varie ipotesi e, di teorie ce ne sono molte, troppe, anche contrastanti

Da tempo sono poi   iniziate, sempre più incalzanti, le ricerche per trovare i “colpevoli” di questa infinita vertenza. Forse, fin dall’inizio, sarebbe stato prudente aspettare e accertare le reali possibilità finanziarie di Rebrab, questo prima di dichiarare che Piombino era salvo…

Il sindacato UGL, analizzando la situazione Aferpi, ha vagliato i possibili scenari, alcuni auspicabili altri meno:

1. l’azienda trova i giusti finanziamenti per  il progetto iniziale tra banche, istituzioni e privati;
2. senza ricevere i finanziamenti entro giugno 2017, l’azienda potrebbe essere commissariata e/o con un probabile ritorno di Jindal.

Ma ci potrebbe essere anche un’altra ipotesi:

Visto che Cevitaly srl possiede il 100% delle azioni di Aferpi S.p.A (per un valore di 93.600.000 euro) in caso di fallimento di Aferpi risponderà la controllata e non la controllante che in questo caso è Cevitaly . Quindi, ai  fini della dichiarazione di fallimento di una società, che sia inserita in un gruppo, cioè in una pluralità di società collegate (ovvero controllate da un unica società “holding”) l’ accertamento dello stato di insolvenza deve essere effettuato con esclusivo riferimento alla situazione economica della società medesima poiché, nonostante tale collegamento o controllo, ciascuna di dette società conserva propria personalità giuridica ed autonoma qualità di imprenditore, rispondendo con il proprio patrimonio soltanto dei propri debiti (Cass. 18.11.2010, n. 23344).

In questo scenario  rimarrebbe in piedi solo Piombino Logistcs, per il porto, e Cevitaly s.r.l per l’agroindustriale… Nel frattempo quello che possiamo fare è sicuramente riaccendere i riflettori affinché questa vicenda sia alla ribalta dei media nazionali.  Purtroppo il nostro  territorio,  nei prossimi mesi, sarà “protagonista” di varie  vertenze:  

Aferpi, Unicoop, le problematiche di numeri più piccoli, come quelli dell’indotto “diretto” di Aferpi (il cui ammortizzatore, per par condicio, dovrà essere prolungato alla durata dei lavoratori diretti) ma anche dell’ indotto in generale (i vari settori della nostra economia) che  non ha ammortizzatori sociali ma rende ugualmente molte  famiglie in difficoltà. Un intero territorio in una profonda crisi che avrà ripercussioni a lungo termine. Quindi occorre manifestare tutti insieme e sarebbe bello che ci fossero tante persone, no tante bandiere…

Al contempo dobbiamo pretendere, da subito,  che siano utilizzati i soldi stanziati per le bonifiche di cui si parla da anni  ma non è dato conoscere  una data di partenza.E forse sarebbe il caso  di stimolare una maggiore attenzione ai livelli più alti delle istituzioni europee visto che le questioni dell’acciaio hanno una valenza internazionale. Ultima riflessione:

“L’esigenza della continuità dell ‘attività produttiva di Aferpi. In questo momento, dal nostro punto di vista, il -comprare materiale- non è risolutivo di una situazione che presenta varie problematiche ed aspetti, non trascurabile quello dell’attuale stato degli impianti.”

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