Mutilazioni Genitali Femminili (MGF). Se ne è parlato anche a Livorno in un importante Seminario

16febbraio 2016 di Giovanna Pagani, Presidente Onoraria WILPF-Italia
(Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà)

seminario Mutilazioni Genitali FemminiliVariegata e atavica è la violenza di cui sono vittime le donne nel mondo

Ma quella delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) rappresenta uno spaccato particolarmente drammatico, complesso e difficile da contrastare. Ci riferiamo alle modificazioni permanenti dell’apparato genitale femminile con gravi conseguenze per la salute fisica e psichica della donna.

donne Mutilazioni Genitali FemminiliSi tratta di pratiche molto antiche e profondamente radicate nelle tradizioni dei popoli che le attuano, al punto che, anche quando lo Stato le vieta, si continuano a fare per evitare lo stigma della comunità del villaggio. E sono le donne che le mettono in atto su altre donne, quando sono ancora bambine, perché altrimenti non saranno degne di diventare mogli e madri, non saranno bimbe educate, saranno irrequiete, non saranno pure, non saranno belle e con un corpo perfetto.

Le donne “mutilatrici” sono detentrici di antichi saperi collegati a questo intervento, godono di un grande rispetto nella comunità e, laddove il loro agire si trasforma in lavoro, questo è molto ben retribuito. Tanto è vero che tra le azioni di contrasto alle MGF, oltre alla sensibilizzazione sui danni per la salute della donna e sul fatto che si tratta di una violazione dell’integrità della persona, è importante offrire alle “mutilatrici” anche un’alternativa di lavoro.

Ma contrastare il fenomeno è molto complesso, perché sono le donne stesse ad essere il veicolo della reiterazione delle MGF, in quanto la valenza identitaria (individuale e sociale) di questa antica pratica è talmente marcata che il “non farla” si trasforma in un trauma, collegato al sentirsi diverse e discriminate.

donne Mutilazioni Genitali Femminili.L’UNICEF, in occasione della Giornata Internazionale ONU Contro le MGF (6febbraio) lanciata con lo slogan “Tolleranza Zero” ha pubblicato un recente studio con dati allarmanti. Esistono 200 milioni di donne con i genitali mutilati: 70 milioni in più delle previste, rispetto alle statistiche del 2014. I dati si riferiscono a trenta paesi e la gran parte delle donne mutilate vivono in Indonesia, Egitto, Etiopia, Somalia, Guinea. E l’Indonesia (proibizione delle MGF nel 2006) è proprio il paese responsabile dell’aumento dei casi, dal momento che tale Stato non fu incluso nel precedente studio del 2014.

Delle donne mutilate, 44milioni sono bambine con meno di 14anni. Infatti le MGF vengono praticate principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni, ma l’età può essere ancora più bassa: in alcuni Paesi vengono operate a un anno di vita o persino neonate di pochi giorni.

donne Mutilazioni Genitali Femminili africaSebbene l’Africa resti il continente in cui il fenomeno è più diffuso, la pratica è estesa anche in Medio Oriente, nei Paesi Asiatici e in alcune regioni dell’India e si sta rapidamente diffondendo anche in Europa e in Italia per effetto delle migrazioni. Al di là delle differenti tipologie di MGF a seconda del paese in cui sono effettuate, un dato è certo: le MGF rappresentano una violazione dei diritti umani delle bambine e delle donne che le subiscono.
Per quanto alcuni paesi abbiano avanzato nella proibizione di questa pratica (Liberia, Burkina Faso o Kenya) purtroppo, tenendo conto della crescita della popolazione e mantenendo la proiezione dei dati, nel 2030 ci saranno 15 milioni in più di donne mutilate, se non si riuscirà a contrastare le MGF in modo efficace con strategie plurime e sinergiche.

Sì, perché vietare le MGF a livello legislativo mettendola al bando come pratica lesiva dell’integrità della persona e della salute delle donne e delle bambine è importante ma non sufficiente (Carta Africana dei diritti umani e dei popoli 1981, Dichiarazione e programma di Pechino della IV Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite 1995, Risoluzione ONU 2012, Convenzione di Istambul del 2011).

Occorre una capillare azione di educazione e sensibilizzazione ai diritti umani, attraverso un approccio transculturale, che ci aiuti a contestualizzare la pratica e a conoscerla nelle sue profonde connotazioni identitarie.
In Italia dal 2006 esiste una legge che ha istituito il reato specifico di Mutilazione Genitale Femminile. Uno studio commissionato dal Ministero delle Pari Opportunità evidenzia che il fenomeno è presente anche nel nostro paese, seppure in modo sommerso. Si calcola che anche in Italia su 110mila donne africane residenti provenienti dai paesi a “tradizione escissoria”, circa 35 mila hanno subito una forma di Mutilazione Genitale Femminile.

Il rischio di essere sottoposte a MGF costituisce un presupposto per il riconoscimento dello status di Rifugiato. Occorre estendere la conoscenza e la sensibilizzazione del fenomeno per contrastarlo e a tal fine esiste un numero verde (800 300 558).

Image and video hosting by TinyPicDelle MGF se ne è parlato anche a Livorno in un importante Seminario organizzato da Cesdi (Centro Servizi Donne Immigrate), Randi (Associazione per la Solidarietà tra i Popoli) e Nosotras col patrocinio della Consigliera di Parità Cristina Cerrai e della Provincia

Molto apprezzata la partecipazione dei rappresentanti della Comunità Islamica e delle Comunità Egiziana e Nigeriana i quali hanno sottolineato la natura culturale e non religiosa della pratica delle MGF: nessuna religione prescrive le MGF e tantomeno l’Islam. Molto significativa la partecipazione degli studenti del Liceo Cecioni che hanno accolto la proposta della Consigliera di Parità di preparare una AP per sensibilizzare in un’ottica di prevenzione le ragazze immigrate a rischio di MGF.

La WILPF (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà) da sempre impegnata nella lotta contro qualsiasi forma di violenza, continuerà a dare il proprio contributo a livello internazionale e nazionale per contrastare la pratica delle MGF.

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