Partecipate pubbliche. Acqua e gas patrimonio della città. BuongiornoLivorno: “a chi appartengono le reti e gli impianti, sono di LIRI o sono di ASA?”

Abbiamo ascoltato con interesse la conferenza stampa del Sindaco sul mutuo con derivato tossico che sta avvelenando i bilanci della LIRI, società in liquidazione controllata dal Comune di Livorno. La notizia non è nuova. Lo è invece il fatto che il Sindaco finalmente si stia muovendo per le vie legali contro la Banca

8luglio 2017 da BuongiornoLivorno

Siamo convinti però che questo non sia sufficiente e che sia necessario fare un approfondimento sui motivi dell’indebitamento di quasi 50 milioni di euro realizzato da ASA nel 2003 e soprattutto un’analisi delle modalità gestionali dei due servizi pubblici fondamentali per la città: gas e acqua. Nogarin in conferenza stampa ha attribuito le responsabilità maggiori all’amministrazione comunale tra il ‘95 e il ’97, che avrebbe scaricato su ASA l’organizzazione di alcuni servizi, creando una galassia di 20 società controllate, con conseguente moltiplicazione dei costi, degli incarichi dirigenziali e delle spese per il personale. 

Ancora una volta solo colpa di un esubero di personale e dirigenti super pagati? O c’è altro? 50 milioni di buco in pochi anni, per servizi per lo più coperti da tariffa e su mercato regolamentato? Sembra incredibile. Quello che continua a non emergere in modo chiaro è un aspetto che a nostro avviso è ancora più grave:

“la modalità di gestione e conduzione degli impianti e delle reti destinate all’erogazione del servizio pubblico di distribuzione del gas e dell’acqua da parte del Comune di Livorno. Questo aspetto emerge impietoso dalla lettura del bilancio di LIRI: debiti milionari tra Comune, LIRI e ASA, canoni non riconosciuti, piano di manutenzione ordinaria e straordinaria che non si trova, indecisione addirittura sulla titolarità della proprietà stessa di reti e impianti: come è possibile tutta questa confusione tra tre soggetti legati da un rapporto societario di controllo? Il Comune vigilava sulla gestione dei servizi che aveva dato in concessione? Ed oggi come è la situazione? Saremo in grado di valorizzare il nostro patrimonio pubblico all’interno dei meccanismi di gara per l’affidamento della concessione del servizio di distribuzione del gas?”

Dal 2006 un tavolo tecnico, in cui siedono il Comune di Livorno, ASA e LIRI, ancora non riesce a fornire quanto previsto dal contratto di gestione del 2003:

“la programmazione ed esecuzione di un programma di controllo e manutenzione sia ordinaria che straordinaria! Un’attività che dovrebbe essere alla base del servizio affidato”.

Il Collegio Sindacale scrive nei bilanci LIRI, già dal 2008 e fino all’ultimo pubblicato del 2015:

“Ancora oggi non si riesce ad avere la ridefinizione dei termini della convenzione stipulata nel 2003 circa la proprietà dei beni sostituiti da parte di ASA Spa, quale gestore del servizio idrico integrato, nella sua opera manutentiva od integrativa degli impianti; non riuscendo ad avere una procedura di controllo e verifica della puntuale esecuzione da parte di ASA Spa degli interventi esplicitati e non riuscendo ad avere una rivisitazione e riclassificazione dei beni acquistati in sede di scissione, sono significative le difficoltà nel valutare la congruità dei valori di ammortamento, e conseguentemente, nel tempo, anche i valori delle immobilizzazioni”.

Sembra che i tre soggetti (titolare del servizio pubblico, il gestore del servizio e il proprietario delle reti) non siano neppure in grado di ricostruire con sicurezza a chi appartengono le reti e gli impianti: sono di LIRI o sono di ASA?
La questione non è irrilevante: la proprietà dei beni determinerà chi sarà a beneficiare del canone di concessione o del riscatto del valore delle reti una volta assegnata la gara per l’affidamento del servizio di distribuzione. Venendo al sodo:

“chi incasserà dal nuovo gestore, il Comune o la società privatizzata? Dato che i costi saranno comunque recuperati in tariffa (pagheremo sempre noi anche questi) ci auguriamo almeno che la presenza di reti pubbliche sia prevalente ma, soprattutto, che nella gestione confusa e opaca di tutte questi passaggi societari (scissioni, privatizzazioni, messe in liquidazione) non si regali un altro pezzo del nostro patrimonio cittadino al privato. La presenza di “reti pubbliche” porta infatti notevoli vantaggi economici alle collettività locali, anzitutto perché l’ente proprietario percepirà un canone a fronte della loro messa a disposizione, ma anche perché le stesse non saranno oggetto di riscatto ed in tal modo saranno alleggeriti gli oneri finanziari posti a carico del gestore entrante”.

Rinnoviamo pertanto la richiesta di chiarimenti al Sindaco con le domande che presentammo nell’interpellanza depositata a novembre 2015 per la quale non abbiamo ad oggi ancora ricevuto risposta, ma soprattutto pretendiamo di avere rassicurazioni in merito alla gestione del patrimonio pubblico della città.

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