Con l’Avviso di gara da 504 milioni (progettazione e realizzazione della Piattaforma ad eccezione di dighe e dragaggi) si entra nella fase della ricerca vera di soggetti imprenditoriali primari realmente interessati ad investire 326 milioni (con contropartita di gestione per 50 anni) per fare di Livorno una eccellenza nella movimentazione di 2 milioni di Teus necessari a rendere remunerativo l’investimento.
31gennaio 2016 da Lega Nord, Livorno
Nel frattempo l’Autorità Portuale per “rimuovere le criticità del finanziamento” (come previsto nel testo) dovrà aver reperito sul mercato del debito i 178 milioni di capitale (con gli interessi coperti dalla Regione Toscana) necessari a completare il costo previsto nell’avviso e rendere il project financing effettivamente appetibile e attuabile.
L’aver resistito alle sirene che puntavano a fondali meno 20 è stato saggio, ha impedito di cadere nella trappola del ricominciare tutto da capo, nella quale la Regione ci avrebbe infilato.
Ma la complessità della operazione richiede che in parallelo, per rendere operativa la Piattaforma nel 2022 (due anni dopo le precedenti previsioni del Presidente Gallanti), siano completate le indispensabili 4 opere di difesa a mare ed i dragaggi (canale di accesso e bacino di evoluzione) con costi quantificati in 362 milioni da reperire in Europa tra Fondi UE e BEI. E qui si apre una partita tutta pubblica che può contare solo sui modesti 50 milioni previsti dal Governo e che metterà a dura prova la capacità di mobilitare risorse europee affinché il fantastico Piano Junker si dimostri più solido delle intenzioni.
Le cose non si mettono al meglio nell’andamento delle economie mondiali né nel bacino mediterraneo sottoposto a pesanti tensioni e nel quale prevale ancora un segno economico di stagnazione. Ma per guardare al futuro del Porto, non con euforia, ma con pragmatismo la strada della Piattaforma Europa deve essere perseguita fino in fondo anche per liberare accosti e piazzali per traffici diversi.