
Il 22 marzo abbiamo inviato alla Regione Toscana undici osservazioni relative al progetto di ampliamento della discarica di Ischia di Crociano presentato da ASIU Spa. La discarica non sarà più utilizzata per i rifiuti urbani ma per accogliere rifiuti industriali e quelli derivati dalle bonifiche del nostro territorio
28marzo 2016 da Associazioni Lavoro salute dignità, Legambiente, Restiamo umani, Ruggero Toffolutti, Comitati Familiari vittime amianto, Residenti Colma
Nelle nostre domande abbiamo inteso sottolineare innanzi tutto il forte nesso, che individuiamo come indispensabile, fra la discarica e le bonifiche dell’area industriale piombinese, individuata in sede ministeriale quale sito di interesse nazionale (Sin). Conosciamo la difficilissima situazione debitoria di Asiu, eredità della gestione fin qui perseguita. Riteniamo tuttavia che il progetto discarica debba essere funzionale in via assolutamente prioritaria alle bonifiche locali, non già al business dei rifiuti provenienti da altre zone, magari al fine di risanare il bilancio deficitario.
Questo è il testo integrale delle Osservazioni:
Alla Regione Toscana – Settore Valutazione di impatto ambientale – Valutazione ambientale strategica – Opere pubbliche di interesse strategico regionale Piazza dell’Unità Italiana 1, 50123 Firenze (FI); fax numero 055 4384390. Oggetto: Osservazioni al Progetto Definitivo discarica di Ischia Crociano 4° Variante alle Opere di Chiusura: Progetto Definitivo – VIA e AIA
Preso visione del Progetto Definitivo 4° Variante alle Opere di Chiusura – discarica di Ischia Crociano, presentato da ASIU Spa Piombino (Li), pubblicato dalla Regione Toscana fra i progetti sottoposti a procedura di impatto ambientale, con procedimento coordinato VIA-AIA.
I sottoscritti (seguono firme) presentano le seguenti osservazioni:
Osservazione 1
A pag. 4 della “Sintesi non tecnica” si indica che l’obbiettivo strategico dell’ampliamento della discarica è quello di mettersi a supporto alle opere di bonifica dell’area SIN e delle opere di demolimento vecchi impianti Lucchini da parte di AFERPI indicando il volume di 70.000 mc da dedicare agli RCA. Rileviamo a tale proposito che la decisione di dedicare 70.000mc agli RCA non scaturisce da nessuna ricerca volta a determinare la quantità di amianto effettivamente presente nel SIN. Riteniamo eccessiva questa volumetria prevista rapportata alle esperienze di località a forte concentrazione di presenza di amianto compatto come il SIN di Casale Monferrato dove esisteva una fabbrica di eternit, la più grande d’Europa.
Osservazione 2
A pag. 12 della “Sintesi non tecnica” si fa riferimento alle leggi che regolano il conferimento dei rifiuti contenenti amianto (RCA) che permetterebbero la creazione dell’apposito modulo nell’ampliamento della discarica ma a tal proposito rileviamo:
- Visto che le norme Europee in merito alla classificazione dei rifiuti stabiliscono che un rifiuto deve considerarsi pericoloso quando contenga una percentuale di sostanza cancerogena in misura superiore o uguale allo 0,1%.
- Visto che l’amianto è considerato sostanza cancerogena di Categoria 1. Considerando che i Materiali Contenenti Amianto (MCA) hanno concentrazioni di amianto in origine dal 10% al 98% ne consegue che tutti i RCA (Rifiuti Contenenti Amianto) sono classificati dal Catalogo Europeo Rifiuti (CER) come pericolosi e devono essere tutti conferiti in discariche per rifiuti pericolosi (direttiva 75/442/CEE).
- Visto comunque che solo gli RCA corrispondenti al codice CER 17.06.05* (amianto compatto del tipo materiali da costruzione) possono fino alla data del 16luglio 2002 essere conferiti in discariche per rifiuti non pericolosi.
- Visto che tale data è ormai passata.
- Visto che la non applicazione della direttiva non cambia la natura del rifiuto che resta pericoloso e dovrebbe essere messo in discarica per rifiuti pericolosi che hanno criteri costruttivi, di ubicazione e di gestione diversi da quelli di Ischia di Crociano
Riteniamo che, l’amianto conferito in apposita cella nella discarica per rifiuti non pericolosi di Ischia di Crociano cambi l’impatto della discarica sull’ambiente circostante e possa costituire una fonte di rischio non valutato dalla procedura di VIA per i seguenti motivi:
- Presenza di centri abitati entro una fascia inferiore ai 500 metri fra il perimetro del centro abitato e il perimetro dell’impianto. In tale fascia ricade il quartiere di Colmata abitata da circa 150 persone, alcune case hanno distanze pari a circa 200 metri dalla discarica, sempre con distanze inferiori ai 500 m troviamo: alcuni poderi con abitazione, un ristorante che si affaccia sulla SP40 Base Geodetica, ecc..Altre abitazioni ed un altro ristorante sono presenti a distanza inferiore al chilometro dalla discarica in località Terre Rosse.
- E’ presente un insediamento residenziale a distanza inferiore a 2000 metri dal punto di scarico dei rifiuti. Infatti vi sono varie villette nel quartiere Fiorentina con circa 160 abitanti ed una distanza pari a circa 1300 m dalla discarica, sempre in tale zona è presente una trattoria, ecc…
In sostanza l’aver presentato nella procedura di VIA la discarica di cui si chiede l’ampliamento dei volumi e il prolungamento della vita, assegnandole una collocazione geografica entro un quadro puramente industriale è una semplificazione impropria, un dato da considerare attentamente per le nuove tipologie di rifiuti che si vogliono conferire in essa: amianto (rifiuto pericoloso) e rifiuti pericolosi stabili.
A tal proposito segnaliamo i numerosi casi in cui è stata negata l’autorizzazione all’esercizio di discariche con celle di amianto in situazioni analoga: vicinanza a centri abitati come ad Ischia di Crociano. Ad esempio: regione Lombardia blocca discarica a Casoreggio in provincia di Milano (Il progetto originale prevedeva il trasferimento di rifiuti contenenti amianto compatto in una buca con superficie pari a circa70mila metri quadrati, della profondità di circa 10 metri e con una distanza di 330 metri dal centro abitato più vicino).
Osservazione 3
A pag.15 della “Relazione tecnica” si inquadra la discarica in area prettamente industriale, ugualmente a pag.4 della “Sintesi non tecnica”, mentre per quanto attiene il traffico nel procedimento di VIA si dà per scontato una sua diminuzione in quanto non vi verranno più conferiti i rifiuti urbani e che tale traffico intercetterà esclusivamente il traffico diretto verso la zona industriale. Si individua la ss 398 e una piccola parte della SP40 Base Geodetica come le strade utilizzate per conferire i rifiuti in discarica.
Riteniamo sia l’inquadramento della discarica in zona prettamente industriale che la valutazione del traffico, intensità e il suo insistere solo in zona industriale, sbagliato. L’intensità del traffico sarà sostenuto, infatti nella relazione tecnica della procedura di VIA-AIA si indica che entro il 2018 è previsto il riempimento di un volume di discarica pari a 400.000 mc. Non si avrà una significativa diminuzione del traffico ma una sua diversa tipologia causa il conferimento in discarica di amianto compatto e rifiuti pericolosi stabili provenienti dal Nord che andranno ad impegnare oltre la ss398 anche la Variante Aurelia. Ugualmente la discarica andrà ad intercettare i rifiuti di amianto compatto che prima dal Sud si dirigevano verso le discariche che accettano amianto presenti nel Nord della Toscana. Di nuovo doveva essere calcolato l’aumento del traffico nella Variante Aurelia, nello svincolo di Vignale, nella SP 40 Base Geodetica per il traffico proveniente dal Sud. Ricordiamo fra l’altro che sulla SP 40 Base Geodetica si affacciano: il villaggio turistico Orizzonte, il villaggio turistico Airone, Camping Riotorto, Villaggio Turistico Verde Mare, frazione Paduletto, il parco Naturale della Sterpaia, l’Oasi del WWF, ecc. e tutte le spiagge della costa Est a vocazione turistica. Il traffico di mezzi contenenti amianto e rifiuti pericolosi stabili interferirà con il traffico presente sulla Variante Aurelia, con il traffico diretto verso Piombino e con quello diretto verso la costa Est a vocazione turistica.
Osservazione 4
A pag. 23 e pag.24 della “Sintesi non tecnica” si ritiene trascurabile l’impatto sul paesaggio determinato dall’ulteriore aumento dell’altezza della discarica, ma data la sua ubicazione :
Riteniamo che l’altezza di 26 m dell’attuale discarica sia un limite che non debba essere superato per il successivo ampliamento previsto nella variante 4. I 32 m previsti sono un’altezza considerevole che andrebbe a incidere sul paesaggio più di quanto una differenza di “soli” 6 m faccia pensare: in un contesto pianeggiante tali altezze vengono infatti percepite con maggior evidenza. Tenendo conto dei grandi spazi che in futuro si renderanno necessariamente disponibili – e questo è quello che ci auguriamo al più presto con l’auspicato inizio e il procedere delle bonifiche
– altezze eccessive delle future discariche paiono prive di senso.
Si rammenta che a meno di 200 m a Nord della discarica è ubicata la strada della Base Geodetica (SP 40), frequentata solo in minima parte da traffico industriale, aggettivo col quale viene invece erroneamente definita la tipologia di transito su quella strada a pag. 11 della relazione di Studio di Impatto Ambientale. La strada della Base Geodetica risulta infatti una delle vie di comunicazione principali per entrare e uscire dalla città di Piombino, che sopratutto in estate vede una grande frequentazione turistica. Una discarica eccessivamente visibile da quella strada (e dalla vicina SS
398) sarebbe un danno considerevole all’economia legata al turismo e alle attività collaterali che si spera vadano ad incrementarsi nei prossimi anni, nel segno dell’auspicata diversificazione economica.
Osservazione 5
A pag. 20 della “Sintesi non tecnica” si afferma che le variazioni delle emissioni in atmosfera provocate dalla discarica non varieranno rispetto alla precedente autorizzazione AIA
Riteniamo invece che la discarica con cella di amianto provocherà la dispersione nell’aria di fibre di amianto originate sia dalle operazioni di messa a dimora delle confezioni contenenti RCA sia dalle operazioni di trattamento del percolato. Come dimostrato, ad esempio, dallo studio condotto dall’università di Venezia in collaborazione con ISPESL (Istituto Superiore Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro) presso la discarica Barricalla vicina a Torino;
Doveva a tal proposito essere stata rilevata, in un arco significativo di tempo, la presenza e la quantità di fibre di amianto nell’aria nei pressi della discarica, dei quartieri di Colmata e Fiorentina e nella città di Piombino. Riteniamo tali rilevazioni indispensabili per fare un raffronto, nell’eventualità si proceda alla installazione della cella mono-dedicata all’amianto, con la situazione attuale e potere individuare le responsabilità dell’eventuale sforamento dei limiti di legge previsti. Riteniamo la mancanza di tali dati una grave lacuna per il rilascio della procedura di AIA. Riteniamo non dimostrato preventivamente mediante lo studio dei venti dell’intero arco dell’anno degli ultimi 5 anni che le fibre di amianto, durante il normale funzionamento ed in caso di incidente, non possono arrivare anche nei centri abitati vicini. Inoltre osserviamo la vicinanza dei seguenti centri abitati (Colmata e Fiorentina già segnalate): Piombino si trova ad una distanza inferiore ai 5 Km dalla discarica in direzione Sud-Ovest, Populonia a poco più di 5 Km in direzione Nord-Ovest, Venturina a circa 7Km in direzione Nord-Est, quindi è intuibile la pericolosità, al di là del monitoraggio, della situazione che si andrebbe a creare con la cella dell’amianto. La nostra è una zona particolarmente ventosa come dimostra il previsto impianto di pale eoliche.
Osservazione 6
Per quanto attiene l’applicazione delle BAT/MTD a cui ogni punto trattato nei documenti della procedura di AIA fa riferimento, si rileva che nella maggior parte dei casi si richiami un generico riferimento a norme di legge. Facciamo a tal proposito un solo esempio evidenziando come da pag.30 a pag.32 della “Relazione Tecnica” siano trattati sommariamente i criteri di gestione,di dotazione di dispositivi di sicurezza sia della discarica sia del personale, indispensabili per garantire maggiore sicurezza. Viene compromessa quindi anche la previsione dei costi di costruzione della cella mono-dedicata all’amianto.
Riteniamo pur non riconoscendo la fattibilità della cella mono-dedicata all’amianto la mancata ricerca delle migliori tecnologie per il corretto funzionamento di una discarica che accetti rifiuti contenenti amianto. A tal proposito si rileva, ad esempio, che nella relazione tecnica si trovano semplicemente riportate le indicazioni contenute nel D.M. 27/09/2010 nell’Allegato 2. Le proposte integrative che facciamo fanno riferimento alle linee guida adottate dalla Regione Lombardia per le discariche che accettano rifiuti contenenti amianto compatto che chiediamo di adottare nel suo complesso quando questi migliorino le procedure previste dalla presente AIA. Ne riportiamo solo alcune che rappresentano evidenti interventi da prendere durante la fase di costruzione della cella
dedicata all’amianto. Le MTD comportano delle spese, non irrilevanti, che dovevano fare anche parte integrante dei costi preventivati per l’esecuzione del progetto:
- Deve essere prevista la costruzione di un locale di emergenza dimensionato in base ai volumi giornalieri di conferimento previsti e munito di idonei sistemi di aspirazione/filtrazione. Il filtro dovrà essere di tipo assoluto con efficienza uguale o superiore al 99.99 % ed in grado di garantire un valore limite di amianto all’emissione in atmosfera non superiore a 2 ff/l. Il sistema di aspirazione/filtrazione dovrà essere mantenuto in funzione in continuo nel caso di presenza di RCA al suo interno, in normali condizioni operative ed ogni qualvolta si verifichino emergenze (rottura accidentale pallets in impianto e/o ricezione pallets non integri e/o deposito di emergenza pallets causa condizioni atmosferiche avverse). Il box di emergenza RCA dovrà essere equipaggiato con le attrezzature necessarie per il corretto riconfezionamento/bonifica dei pallets di RCA danneggiati. Dovrà essere approntato un sistema di decontaminazione del personale, composto da 4 zone distinte (locale di equipaggiamento, locale doccia, chiusa d’aria e locale incontaminato) realizzate e utilizzate secondo quanto previsto dal dm 06/09/94.
- Gli accessi alla discarica devono essere presidiati da vasca obbligatoria di passaggio ove vengano lavate le ruote degli automezzi.
- Deve essere previsto e specificato un potenziamento delle attrezzature antincendio in relazione alla presenza di significativi quantitativi di materiali combustibili (pallets di legno e film plastici utilizzati nel confezionamento e/o nella copertura giornaliera) . La presenza di questa nota va rapportata anche all’incendio (di durata superiore alle 24 ore) e dimensioni notevoli che si è sviluppato nella discarica di Ischia di Crociano nella scorsa estate 2015.
- Al fine di monitorare la velocità del vento e quindi la possibilità di mettere a dimora i rifiuti RCA dovrà essere previsto ed installato un anemometro posto ad un’altezza dal suolo pari ad almeno 10 m che dovrà essere dotato di idoneo sistema di allarme attivato da venti con intensità superiore al limite di 6 m/s. I dati dovranno essere registrati in continuo su supporto informatico.
Osservazione 7
A pag. 13 della “Relazione Tecnica” nell’analizzare i costi previsti si afferma essere trascurabili gli aumenti derivanti dalla Variante 4.
Riteniamo non sia stata valutata secondo quanto stabilito nell’articolo 14 del Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 la capacità finanziaria della ASIU spa proponente l’attuale VIA-AIA. Rileviamo che detta società ha un debito che si aggira intorno ai 20 milioni di euro, che la proprietà è dei Comuni della Val di Cornia, che non dispongono del capitale necessario a sostenere il rischio d’impresa che tale operazione rappresenta e che nel caso di fallimento si troveranno ad affrontare ulteriori debiti contratti dalla nuova operazione, ad un aumento dei costi di chiusura, ad una maggiore pericolosità della gestione di una discarica contenente amianto e rifiuti pericolosi durante il periodo di mancanza di controlli e mezzi appropriati che si determinano durante una fase fallimentare fino alle operazioni di chiusura. Riteniamo inoltre come riportato in altre osservazioni che l’indispensabile applicazioni delle BAT porteranno un ulteriore aumento dei costi non riportato nel poco significativo riquadro a pag.13. A tal proposito oltre all’esempio relativo alle opere di corredo alla discarica facciamo, sempre a titolo di esempio, presente i costi per i necessari corsi di formazione e per le dotazioni degli operatori: campionatori d’aria personali oltre che ambientali (si deve garantire l’applicazione del d.lgs. 81/08 , del d.m. sanità 6 settembre 1994), ecc.
Osservazione 8
A pag.41 della “Relazione tecnica” si afferma che ASIU spa si è dotata, direttamente o tramite convenzione, di idoneo laboratorio per la gestione dell’impianto.
Chiediamo quale è il laboratorio di riferimento, se di proprietà o in convenzione e se è dotato di attrezzatura per effettuare l’analisi SEM per il controllo delle fibre di amianto.
Osservazione 9
L’Allegato 4 Qualità dell’aria, relativo alla SIA tratta vari elementi ma non le fibre aereo disperse di amianto.
Sottolineiamo invece la necessità del MONITORAGGIO AMBIENTALE delle fibre aero disperse di amianto, per definire le concentrazioni di fondo in città, nelle zone limitrofe alla discarica e all’ interno del perimetro di questa. Tali determinazioni vanno eseguite prima dell’ inizio della attività. La mancanza di tali dati è una grave carenza per il rilascio dell’AIA. Se la discarica per amianto verrà comunque fatta tali rilevazioni vanno successivamente ripetute con opportuna periodicità. All’ avvio delle fasi operative di movimentazione di quantità importanti di ogni nuova tipologia di materiale secco che si suppone essere esente da amianto ( a seguito degli ordinari controlli di caratterizzazione del rifiuto) occorre comunque assicurarsi campionariamente che nelle aree di lavoro le condizioni operative con emissione di particolato aerodisperso non comportino una esposizione significativamente superiore a quella del fondo. In caso di operatività su materiale contenente amianto vanno ovviamente applicate tutte le precauzioni di legge per la protezione dei lavoratori potenzialmente esposti e per la protezione dell’ambiente. I confronti tra monitoraggi “di fondo” e quelli in “corso d’opera” sono essenziali ai fini preventivi. Riteniamo necessario istituire un REGISTRO DEI CASI DI PATOLOGIA ASBESTO CORRELATA dell’ area della Val di Cornia. E’ importante che una collettività e le relative Istituzioni siano consapevoli della dimensione della incidenza delle patologie da asbesto e di come queste varino nel tempo, perché da ciò discendono problematiche di natura sanitaria e assistenziale, medico-legale, legale (civilistica e penalistica) e non ultimo di natura psico-sociale. In una collettività ove l’esposizione ad amianto è stata già pagata con alcune decine di morti ( e altri purtroppo ce ne saranno) per la presenza di cicli industriali a rischio ( Acciaierie, Centrali Elettriche, fabbricazione di materozze per siderurgia ed altri) è necessario che tutte le istituzioni tengano ben presente ove origina la presunta “ipersensibilità” al problema amianto da parte della popolazione. I dati sulla patologia asbesto-correlata oggi sono dispersi tra vari enti : Centro Operativo Regionale toscano del Registro Nazionale dei Mesoteliomi ( esclusivamente per quella forma di tumore), Inail (denunce di malattia professionale e provvedimenti conseguenti per tutte le patologie asbesto-correlate), ASL (inchieste di malattia professionale, schede nosologiche), Patronati, Consulenze Tecniche d’ Ufficio nelle centinaia di procedimenti legali svolti in materia previdenziale (ex L. 257/92 e succ.) o per danno alla persona da fatto illecito. Occorre che il Registro sia curato da un OSSERVATORIO ZONALE che abbia le competenze tecniche e l’ investitura istituzionale che consenta di raccordare i dati delle varie fonti per ricostruire il quadro secondo i diversi parametri nosologici, anagrafici,geografici e occupazionali, rendendo i dati accessibili e fruibili per la collettività.
Osservazione 10
L’ambiente idrico trattato a pag.21 nella “Sintesi non tecnica” non presenta particolari criticità
Riteniamo invece non siano stati valutati gli effetti che piogge particolarmente intense come quelle che si verificano con cadenza sempre più frequente anche nella nostra zona (vedi allagamenti a Baratti, Fiorentina, Venturina, ecc..Ottobre 2015) possono causare in una discarica a cono rovescio come quella che ospiterà le celle per amianto e rifiuti pericolosi stabili. Rammentiamo che tale cono ha per sponde due discariche ancora non chiuse e che la discarica si trovava, fino a pochi anni fa, in zona PIE (Pericolo Idraulico Elevato) secondo lo studio eseguito nel Febbraio 2007 dall’Ing.
Stefano Pagliara (Piano Strutturale Area) che faceva riferimento al pericolo di esondazione del fiume Cornia e di altri corsi di acqua.
Osservazione 11
A pag 15 della Relazione Tecnica si afferma che: “La discarica si trova nella zona industriale di Piombino, prospiciente alla viabilità costituita dalla strada della base geodetica, che concentra principalmente il traffico industriale da e per il polo siderurgico, e le altre contigue attività produttive.”
Sottolineiamo che la strada della base Geodetica accoglie il traffico estivo di tutta la costa est di Piombino a vocazione turistica e in questa stagione è particolarmente congestionata tanto da formarsi giornalmente una lunga coda di mezzi, soprattutto di ritorno dalle spiagge e dai parchi costieri, accoglie inoltre il traffico da e per gli imbarchi per Elba, Sardegna e Corsica.