Una Italia a due velocità, a binari alternati e a sicurezza differenziata
Il comunicato del Direttivo di Medicina Democratica sul disastro ferroviario avvenuto vicino ad Andria il 12 luglio:
Il disastro ferroviario di Andria è la tragica metafora di una Italia a due livelli ove, in nome del profitto e di scelte non condivise, la sicurezza viene negata e determina morte nei luoghi di lavoro e di vita.
Non avevamo certo bisogno di una conferma: dal processo in corso per la strage ferroviaria di Viareggio, ove Medicina Democratica Onlus è parte civile, emerge un nodo di responsabilità multiple frutto della privatizzazione di gran parte del “ciclo produttivo” del trasporto merci, dello stato e della gestione della rete ferroviaria italiana. Andria ci ricorda le differenze tra la parte di rete sottoposta, pur parzialmente, a un controllo pubblico e quella abbandonata totalmente al privato con due “standard” di sicurezza che la normativa vigente accetta e perpetua. Ci diranno pertanto che l’evento è colpa umana e tale colpa ricade sui lavoratori della linea, la colpa è invece della mancata estensione degli standard minimi di sicurezza a tutta la rete, dei finanziamenti spostati sulla alta velocità e su opere inutili e ambientale distruttive.
La dizione di “errore umano” onnicomprensiva (quante volte l’abbiamo sentita in caso di infortuni sul lavoro mai colpa dell’organizzazione del lavoro o delle inadempienze delle aziende) è solo un modo per depistare l’attenzione dalle vere responsabilità. Un’aspetto accomuna questa Italia “a due velocità”:
- In entrambi i casi l’unico antidoto sono le popolazioni (della Val Susa come di ogni dove che si batte contro l’assurdità delle tante TAV e a favore del potenziamento – della sicurezza in primis – delle reti regionali e locali) e i lavoratori. Alcuni sindacati dei ferrovieri (in primis quelli di base) e singoli lavoratori si sono battuti per un incremento della sicurezza contro la privatizzazione dei servizi, contro il macchinista unico, ricevendo in cambio solo discriminazione.
- La lotta e l’unione delle lotte per l’incremento del trasporto alternativo alla gomma, al mantenimento della proprietà e gestione pubblica della rete ferroviaria quale “opera strategica” per garantire uniformità di standard costruttivi e gestionali come pure di sicurezza, è l’unico indirizzo per la prevenzione in questo settore. Un bene comune di uso quotidiano di tutti.
I licenziati delle ferrovie hanno un grande rammarico:
“aver denunciato la cruda realtà, non essere riusciti ad evitarla…”
E questo che segue è il commento di Riccardo Antonini, che da quella tragica sera della strage ferroviaria di Viareggio (29 giugno 2009) si batte insieme alla società civile per portare in un tribunale i colpevoli e, per questo è stato licenziato dalle Ferrovie dello Stato.
- Quando anticipi simili tragedie, sulla base della realtà e dei fatti, fai dell’allarmismo.
- Quando denunci simili tragedie, sulla base della realtà e dei fatti, fai della strumentalizzazione.
Il potere ti vorrebbe sempre zitto e piegato a 90 gradi.
Ma questi poteri hanno fatto male i loro conti …
Politicanti, amministratori e manager ver-go-gna-te-vi(!) e tacete!
Il presidente del Consiglio e segretario generale del Pd ha dichiarato che “questa volta non faranno sconti…”. Perché altre volte, dopo tragedie simili, sono stati fatti?! Vedi, per tutti gli sconti, la promozione del cav. Moretti a Finmeccanica?
Ad oggi sono trascorsi 38 giorni dalla consegna e dalla pubblicazione del documento dei familiari delle 32 Vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009 ed il sindaco della città, dottor Del Ghingaro, sta ancora approntando e definendo l’approfondimento del documento. I sindaci dei comuni di Forte dei Marmi e di Camaiore hanno già provveduto ad approvarlo, senza alcun approfondimento. Meditate, meditate …
Da Viareggio un solo pensiero:
Sicurezza e Giustizia! La Verità oramai è accertata.
Per il 7° anniversario, 29 giugno 2016, siamo stati in 10mila per le strade cittadine. Quella di Andria è l’ennesima strage annunciata, prevedibile, prevista … altra strage, oggi impossibile da evitare.
Impedirla vuol dire:
Non subordinare la vita, la salute, la sicurezza a logiche di profitto, di mercato, di competitività e produttività. La vita, bene ineludibile, inviolabile ed irrinunciabile, sta al posto di comando: prima di ogni altra logica.
La privatizzazione, la liberalizzazione, la deregolamentazione, i tagli di personale ed alla manutenzione sono la madre di queste immani tragedie. La resistenza dei senza potere è necessariamente possibile al fine di ostacolare e contrastare la forza dei poteri forti. Solo modificando gli attuali rapporti di forza possiamo pensare di evitare simili stragi.
Il resto rischia di essere esercizio di pura ed ipocrita retorica.
Dal Consiglio regionale della Puglia
Bandiere a mezz’asta e una breve seduta
Bandiere a mezz’asta in segno di lutto e una breve seduta dedicata al cordoglio per il tragico incidente ferroviario sulla Corato-Andria: il Consiglio regionale della Puglia ha espresso così la commozione per un evento che ha sconvolto tutti i pugliesi.
“Oggi è il tempo del cordoglio, della commozione e della solidarietà”, ha detto il presidente Mario Loizzo nell’intervento che ha preceduto un intenso minuto di raccoglimento dell’Assemblea.
Questo è un momento che non avremmo mai voluto vivere. Una cappa pesante di lutto e di dolore ingiusto è calata su tante famiglie. Il Paese intero si è stretto alla Puglia. Ieri mattina, una giornata come tante si è trasformata un incubo, a pochi chilometri da noi.
Uno scenario da guerra. Chi ha visto, descrive scene di orrore. Lamiere contorte. Vagoni accartocciati uno dentro l’altro. All’interno, c’erano donne, uomini, studenti, bambini, con le loro vite normali.
I numeri della tragedia sulla tratta Andria-Corato delle Ferrovie del Nord Barese sono tanto elevati che si stenta perfino a comprenderli”.
Il presidente Loizzo ha indicato i numeri al momento ufficiali: 27 morti, tra i quali i dipendenti della Ferrotramviaria e per una fatalità ancora più tragica, un contadino al lavoro nel suo campo. Si spera che il dato non debba aumentare. E alle vittime si aggiungono 50 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. “La più grande tragedia ferroviaria di sempre in Puglia ed una delle più gravi in Italia”, ha fatto presente rivolgendo un apprezzamento alla macchina dei soccorsi:
“che si è mossa bene, tempestivamente, superando le difficoltà di una località isolata nei campi e allestendo sul posto centri di primo intervento sanitario, psicologico, logistico. In un ringraziamento particolare ha accomunato quanti si sono prodigati: ai volontari, al personale del 118, ai medici e infermieri di diversi ospedali, ai Vigili del Fuoco, alle Forze dell’Ordine, alla Protezione Civile.
“Ha brillato anche la solidarietà della gente comune, che ha raggiunto i centri trasfusionali per donare sangue e ha manifestato sensibilità e partecipazione”.
Soccorritori, cittadini, istituzioni: la Puglia è unita da un sentimento comune. “Condividiamo tutti un dolore che ci lascia senza respiro troppe vite spezzate, troppe esistenze segnate per sempre, troppi affetti sconvolti. L’angoscia per le vittime supera ogni capacità di esprimerla. Siamo idealmente al capezzale dei feriti, ci stringiamo ai familiari e alle comunità colpite”, ha concluso il presidente del Consiglio regionale, invitando l’Assemblea ad osservare un minuto di silenzio, prima di dare la parola al vicepresidente della Giunta regionale Antonio Nunziante (che ha illustrato i dati e gli interventi di soccorso) e sciogliere la seduta. (fel)
I dati ufficiali
Il direttore del Dipartimento Politiche della Salute, Giovanni Gorgoni e il direttore generale del Policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli, hanno diramato questa mattina un bollettino medico durante le operazioni di riconoscimento delle vittime, presso il Policlinico di Bari, dell’incidente ferroviario di ieri.
“Possiamo riferire, in questo bollettino medico, delle questioni relative ai pazienti che sono transitati ieri nei pronto soccorso – ha detto Gorgoni – sono stati in totale 52 pazienti, di questi sono ancora attualmente ricoverati 24, 11 al Bonomo di Andria, 4 al Dimiccoli di Barletta, 1 a Bisceglie, 2 a Molfetta, 2 a Terlizzi, 3 al Policinico e 2 al San Paolo. Tutti gli altri sono stati dimessi a casa con traumi di lieve entità. Dei 24 ricoverati, 8 sono in prognosi riservata, 1 al San Paolo, 3 al Policlinico e 4 all’ospedale di Andria. Le condizioni degli 8 in prognosi riservata sono orientativamente stabili. In particolare, due pazienti di Andria sono in prognosi riservata di prassi. Uno dei due è il piccolo Samuele che non ha grossi problemi ma è, per prassi, in prognosi riservata in Pediatria, tenuto conto della giovane età. Le condizioni degli altri, per quanto in riservata, sono stabili”.
Per Dattoli “23 sono le salme che sono state in parte sottoposte a riconoscimento. 18 sono stati i riconoscimenti eseguiti. 5 i riconoscimenti che auspichiamo di poter portare a termine in giornata. Tutta la fase è stata gestita dalla Direzione del Policlinico e da Medicina Legale che ha un servizio di psicologia molto irrobustito sia dagli strutturati che da esterni e associati. Anche il volontariato sta dando una grande mano sia per quanto riguarda gli accompagnamenti che per quanto riguarda le pratiche amministrative, oltre che per l’impatto emotivo che la vicenda sta creando. Entro qualche ora speriamo di portare a termine i riconoscimenti e iniziare la fase degli approfondimenti medico-legali in collaborazione con la Procura della Repubblica e con le prefetture di Bari e Barletta con cui siamo in collegamento. Qui abbiamo 23 riconoscimenti in corso, l’unità di crisi sta supportando le operazioni”.