Sanzioni e ingiunzioni ai cittadini ma, occhi chiusi per l’imprenditore Bulgarella, che deve al Comune di Pisa 6 milioni di euro

Mazziati e tassati ma, non tutti

13aprile 2017 di Beatrice Bardelli, Pisa

A Pisa il Comune usa due pesi e due misure: forte con i deboli, debole con i forti. Sanzioni e ingiunzioni ai cittadini che non possono pagare ma occhi chiusi di fronte a un imprenditore come Andrea Bulgarella che non versa nelle casse comunali oltre 6milioni di euro di imposte nella più assoluta impunità.

La denuncia pubblica è stata oggetto di una conferenza stampa organizzata dalla coalizione nel Comune di Pisa di Una Città in Comune – Rifondazione Comunista.

6milioni e 250 mila euro. 

E’ questa l’incredibile cifra a cui ammonta il debito nei confronti del Comune di Pisa delle aziende che fanno riferimento all’imprenditore Andrea Bulgarella (Edil Centro, Bulgarella Costruzioni, San Rossore Touring Srl, Pisa Touring Srl, Immobiliare Pisa Srl, Abitalia Hotels Srl). Milioni di euro di ICI, IMU, oneri di urbanizzazione, tassa sui rifiuti, non versati per anni senza che l’amministrazione comunale muovesse un dito. 

Una Città in Comune/Rifondazione Comunista… Grazie!

“E’ questo il quadro emerso grazie all’ennesimo atto ispettivo presentato dal nostro gruppo consiliare e che è stato discusso nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, ha esordito il consigliere comunale Ciccio Auletta. Dal 2007 il “poeta del mattone” Andrea Bulgarella non versa nelle casse comunali quanto dovuto nella più assoluta impunità. Infatti le prime e significative azioni di recupero da parte del Comune con ingiunzioni e o pignoramenti risalgono solo agli ultimi anni, ovvero da quando più volte abbiamo denunciato ed evidenziato questa gravissima ed ingiustificabile situazione. Ad oggi, con azioni tardive e scarsamente efficaci, su oltre 6 milioni di euro che il Comune deve avere sono stati effettuati pignoramenti per appena un milione e 100 mila euro, e incassati nei fatti solo 366 mila euro”.

Un rischio imminente.

Il rischio sempre più concreto, tuttavia, è che il Comune non riesca ad ottenere le cifre dovute tenendo conto che nello scorso gennaio lo stesso Bulgarella, per “arginare” una situazione ormai probabilmente al collasso anche con le banche (oltre 150 milioni di debiti), ha depositato un concordato preventivo in bianco al fine di presentare un piano di ristrutturazione dei debiti. In questa fase i creditori, compresi il Comune di Pisa, non possono iniziare o proseguire azioni esecutive o cautelari sul patrimonio.
Le prossime settimane, quindi, saranno decisive per capire se Bulgarella sarà in grado di presentare un piano di ristrutturazione e, nel caso, se questo verrà omologato. Omologazione che richiede il raggiungimento di un accordo che coinvolga almeno il 60% totale dei creditori.

“Siamo davanti ad un imprenditore che per anni ha portato avanti progetti faraonici – continua Auletta – basti pensare al caso del parco delle Torri o della Piazza del Terzo Millennio e tutto questo grazie alle varianti urbanistiche ed ai permessi a costruire avuti dal Comune di Pisa. Un’amministrazione che, in nome di un fantomatico sviluppo tutto incentrato sulle speculazioni edilizie, ha tollerato l’evasione sistematica delle imposte e accettato fidejussioni fasulle per 5 milioni di euro a copertura degli oneri di urbanizzazione. Un altro scandalo, infatti, è proprio quello delle fidejussioni che è emerso solo grazie al lavoro di denuncia della nostra coalizione, e su cui il Comune non aveva mai fatto alcuna verifica”.

Una vicenda esemplificativa.

La vicenda del gruppo Bulgarella a Pisa è esemplificativa di una linea politica del tutto sbilanciata a favore dei grandi interessi imprenditoriali e di scarsa attenzione alle problematiche dei cittadini comuni colpiti dalla crisi e che non riescono a sostenere spese come l’affitto e le bollette, verso i quali oltretutto si manifesta una totale inflessibilità nel disporre sanzioni e ingiunzioni.

“Non solo, conclude Auletta, il Partito Democratico e la maggioranza che in questi anni ha governato Pisa concedendo di fatto la possibilità di accumulare tali debiti da parte di imprese che devono realizzare opere tanto importanti e impattanti nella nostra città, non ha garantito con questi comportamenti il bene pubblico non incassando le ingenti risorse finanziarie dovute e che si sarebbero potute e dovute utilizzare per le emergenze sociali di questa città. Crediamo che sia ormai giunta l’ora nell’interesse della collettività di voltare pagina con questo sistema di amministrazione della città!”.

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