Scuole con termosifoni caldi e finestre aperte, uno spreco inutile e dannoso. Alla faccia degli accordi di Parigi!

scuolaPer il personale scolastico in generale e per docenti e studenti in particolare che trascorrono l’intera mattina al chiuso delle aule, in questa ultima settimana di lezioni si sta ripresentando un problema oramai annoso: quello della eccessiva temperatura all’interno degli edifici scolastici nella prima parte della stagione primaverile

Pisa 05aprile 2016 da Andrea Vento (Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati)

scuola termosifoniLa temperatura elevata non è tuttavia riconducibile solamente al surriscaldamento in atto a livello planetario ma causata in primis dai termosifoni che continuano a restare accesi nonostante negli ultimi giorni le temperature minime della zona costiera della Toscana abbiamo superato i 15 gradi e le massime i 25.

Nelle abitazioni private della nostra zona i termosifoni sono stati spenti mentre nelle scuole e in altri edifici pubblici (Asl ad esempio) continuano a funzionare regolarmente costringendo chi lavora in questi ambienti,  soprattutto quelli affollati come le aule, a tenere le finestre aperte per far circolare l’aria e abbassare la temperatura interna.

Come Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati sottoponiamo questa incongruente situazione alle autorità competenti in materia, i comuni per quanto riguarda le scuole, per porre rimedio a questo inutile consumo di risorse energetiche.

Parigi per la Cop21Spreco che risulta ancor più insensato alla luce degli ultimi accordi di Parigi, dove alla Cop21 è stata presa la storica decisione di limitare il surriscaldamento terrestre entro 1,5-2 gradi centigradi e al quale contribuisce in primis l’utilizzo di combustibili fossili. Crediamo che sia improrogabile affidare alle singole istituzioni scolastiche totale autonomia nella gestione degli impianti di riscaldamento  sia per i tempi di accensione che nella regolazione delle temperature, aspetti che invece ad oggi sono di esclusiva competenza di organi superiori.

Gli allarmanti record registrati nella temperatura terrestre che nei 5 mesi compresi fra ottobre e febbraio si è attestata sopra al grado centigrado rispetto alla media del trentennio 1980-2010 arrivando a toccare i +1,35 gradi in quest’ultimo mese rilevato, mettono di fatto a rischio di imminente sforamento i limiti fissati a Parigi per il 2050, costringendo i governi ad attuare concreti provvedimenti per far fronte alla drammatica crisi climatica in atto.

Uno spreco di risorse non solo inutile ma anche dannoso sia a livello ambientale, in quanto alimenta il surriscaldamento climatico, che economico per l’inutile spesa a carico delle pubbliche amministrazioni.

Invitiamo il governo ad effettuare un efficace intervento in merito alla autonomia gestionale degli impianti di riscaldamento impostata verso una razionalizzazione degli sprechi e a rivedere l’intera politica energetica nazionale incentrata sulla dipendenza dalle fonti fossili e caratterizzata da inutili consumi. A noi, insegnati di geografia, sembrerebbe molto più sensato e in linea con gli accordi sottoscritti a Parigi eliminare certe dannose diseconomie attuando una effettiva politica di risparmio energetico invece di prorogare le concessioni per lo sfruttamento dei pozzi marini oltre la loro contrattuale scadenza. Il gas estratto dalle piattaforme entro le 12 miglia copre solamente il 2% del fabbisogno energetico italiano. Quota a cui potremmo far fronte razionalizzando il solo consumo pubblico. Gli interessi delle multinazionali petrolifere sono diametralmente opposti rispetto a quelli della collettività e dell’ambiente e per contrastare le devastazioni ambientali (subsidenza, inquinamento, marino e costiero ecc..) e alleggerire la bolletta energetica potremmo tutti impegnarci in una battaglia per l’eliminazione degli sprechi nelle abitazioni e negli edifici pubblici.

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