Urban Center, partecipazione e il porto delle nebbie. Incontro pubblico OTU, 30 maggio alla libreria Erasmo Livorno

L’Osservatorio Trasformazioni Urbane ha promosso in data martedì 30 maggio, a partire dalle ore 17,30 alla libreria Erasmo (via degli Avvalorati, 62) un incontro pubblico su:  Urban Center, partecipazione, piano regolatore, porto, nuovo Ospedale in viale Alfieri. Di questo e di altro, per parlarne insieme

24maggio 2017 da Osservatorio Trasformazioni Urbane,Livorno

“Ho sempre pensato che un luogo pubblico fosse là dove le persone si riuniscono e iniziano a parlare e a cambiare le cose. Ora lo vedo come un luogo in cui è più facile mettere tutto questo sotto sorveglianza”. Questo pensiero di Vito Acconci, riportato in un articolo che ricorda il controverso e poliedrico artista italo-americano il giorno dopo la sua scomparsa, lo prendiamo in prestito per esprimere, nella sintesi estrema delle due frasi, il concetto da cui siamo partiti affrontando il tema dell’Urban Center e la prospettiva che possiamo intravedere nell’avvicinarsi (?) della data di apertura del Cisternino di Città, attesa da anni.

In mezzo a questi due estremi sta tutto il lavoro di riflessione interna all’OTU e le occasioni di confronto con le istituzioni e la città, che ci aveva portato a una formulazione e articolazione organizzativa di un centro urbano d’interrelazione tra la città reale e amministrazione che si avvicinava molto all’idea originaria da cui eravamo partiti. Un sistema/struttura di partecipazione che potremmo definire naturale, un’agorà, che costituisca un terreno di coltura d’idee e di riflessione sui temi condotti dall’AC e sui temi che possono scaturire dalle esperienze di chi abita questa città, quindi una partecipazione non formale, non legata a una procedura rivolta alla valutazione di una determinata proposta d’interesse pubblico (a prescindere se d’iniziativa pubblica o privata), che pure rimane un momento specifico dell’esperienza più generale che deve vivere di continuità.

L’AC dovrebbe assolvere al compito di facilitatore di queste interrelazioni tra soggetti (singole persone, associazioni, istituzioni, operatori culturali ed economici…) da cui può trarre idee e risorse per la gestione della città in termini di condivisione e sostegno. Chi crede nella democrazia partecipativa che nasce dal territorio non dovrebbe temere il confronto, non temere di prestarsi al giudizio permanente; l’AC per questo deve costituire un soggetto neutro che rivela la sua idea “politica” attraverso gli atti e i programmi da esternare, attraverso un’informazione continua che alimenta il terreno di coltura.

Parafrasando Vito Acconci riteniamo che ci sia necessità di uno spazio d’informazione e di relazione, un luogo d’incontro di chi anima la città, per dialogare, crescere in consapevolezza ed essere di riferimento a chi governa a orientare le scelte per la città; non uno spazio utile a dare risposta ad esigenze specifiche di soggetti della società civile, che sa molto di ricerca di consenso, come sembra intravedersi negli ultimi aggiornamenti forniti dalla GC in merito al destino del Cisternino di città. 

Come detto, l’OTU ha configurato un’ipotesi organizzativa e gestionale molto aperta, per la quale si rimanda ai documenti che sono stati divulgati e messi a disposizione dell’AC, ma anche un’ipotesi di esercizio, per avviare comunque la struttura, utilizzandola per informare e partecipare alla città il lavoro finora opaco svolto per il nuovo piano strutturale, strumento di pianificazione che dovrebbe dare forma al futuro della città e servire a chiarire tutti i nodi critici che ne impediscono la visione (aree portuali, aree industriali, porta a mare, ospedale…), lasciando che da questa prima esperienza fondamentale la struttura possa espandersi in interessi e tematiche e articolarsi automaticamente, senza prefigurarne i confini. L’OTU chiede all’AC una prova di coraggio, ma anche di coerenza con quanto predicato in termini politici e per questo riprende il filo di una riflessione sul tema dell’Urban Center, che sottende ogni altra problematica territoriale, chiamando a un incontro coloro che fino ad oggi l’hanno seguita e coloro che vorranno dare un contributo critico e costruttivo sulla situazione in cui oggi si trova la città.

Lo stato delle cose

Il porto delle nebbie

  • Una nebbia inesistente continua a ricoprire alcuni oggetti, materiali e immateriali, della vita livornese. Chi si è chiamato Osservatorio è naturalmente nemico di ciò che non si vede e non può essere osservato, pensa quindi di dover richiamare l’attenzione su tali oggetti, diradando i banchi di caligine che li oscurano.
  • Dietro quale velo si nasconde il nuovo Piano Regolatore della città che doveva formarsi con ampia partecipazione entro il 2015? E il nuovo Ospedale in viale Alfieri da quali oscuri criteri e da quale celata progettazione scaturisce?
  • E le varianti al piano regolatore del Porto, annunciate e scomparse, che avrebbero consentito il riappropriarsi delle competenze da parte dell’amministrazione cittadina? E la realizzazione del porto turistico nel Mediceo affidata nel 2015 dove si nasconde?

Di queste oscurità e di altre che ci suggerirete vorremmo parlare insieme il giorno: martedì 30 maggio alle ore 17,30 alla libreria Erasmo

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