A proposito delle dichiarazioni di Filippeschi, dopo la pacifica occupazione della sede pisana del Pd, contro il jobs act

“Condanna assoluta e piena solidarietà della città. Si è passato il limite. E’ il gesto di piccole minoranze estremiste che cercano visibilità, ma non va sottovalutato. L’irruzione di gruppo, per niente spontanea, con preavviso agli organi d’informazione, nella sede di un partito politico è un atto grave, che nella storia del nostro paese rievoca solo lo squadrismo”.

23dicembre 2014 da Cobas Pisa

Filippeschi

Queste le dichiarazioni del Sindaco Filippeschi, le cui ordinanze securitarie in città hanno avuto la nostra convinta opposizione ma, l’approvazione e il sostegno attivo dall’estrema destra.

Che il sindaco Filippeschi sia un po’ nervosetto è cosa risaputa,  basti ricordare le esternazioni contro la Rsu e le organizzazioni sindacali in sciopero al Comune. E nel merito della vicenda è bene ricordarGli che i sindacati quanto gli strikers, hanno occupato simbolicamente la sede del pd, non hanno usato violenza alcuna.

Hanno bussato, suonato il campanello e cortesemente si sono accomodati per dare lettura di un comunicato sulle ragioni di quella protesta, una manifestazione tutta politica, legittimata dal fatto che contestava il jobs act, la cancellazione dello Statuto dei Lavoratori e i tagli della legge di stabilità.

lavoroUna iniziativa, come è stato detto, tutta simbolica con funzione mediatica in indirizzo alla stampa, principalmente a quella indipendente, a quel giornalismo che quando emerge una notizia la testimonia in libertà, coscienza e autonomia, a differenza di quello più o meno asservito, finanziato e chino ai poteri forti, probabilmente gradito al PD e al Sindaco Filippeschi.

Il punto è che, nella giornata in cui la Corte di Giustizia europea condanna l’Italia per l’uso spasmodico e reiterato dei contratti a tempo determinato, il Sindaco benedice il jobs act e le nuove norme renziane che precarizzano, senza ritorno, il mercato del lavoro. Qualsiasi strumentalizzazione si cerchi di fare su quella vicenda appare, pertanto, del tutto fuori luogo perché priva di fondamento concreto e, se una lettura è da ricercare, questa è nelle difficoltà tutte interne ad un partito, ormai in forte crisi di identità, che non riesce più a nascondere l’evidenza, quella di essere diventato esecutore materiale di culture di destra.

lavoro 1Nessuna intimidazione, nessuna violenza, nessuna scritta ed effrazione è avvenuta, Filippeschi sta solo cercando di nascondere una realtà cittadina che, vede la sua Giunta vacillare per lo scandalo Stallette e il mancato controllo di qualche dirigente comunale sui lavori di edilizia pubblica, vacillare per avere fatto un colossale buco con la mancata vendita della Sesta Porta all’Istituto di vulcanologia, senza dimenticare i costi a carico della cittadinanza per la inutile opera del people mover. E visto che Filippeschi ricorda la Costituzione, c’è a chi basta menzionare l’articolo 1 che pare essere ignorato: l’Italia è  una repubblica fondata sul lavoro.

Sul lavoro appunto, non sulla precarietà e sulle grandi opere che, devastano l’ambiente e saccheggiano, a fini privati/speculativi, le ricchezze dei cittadini e il Bene Comune.

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