Acciaio a Piombino. Sull’incontro Ministero Sviluppo Economico del 6 febbraio, ‘Il Sindacato è un’altra cosa-Opposizione Cgil’

Come annunciato, una delegazione di lavoratori aderenti alla mozione congressuale “Il sindacato è un’altra cosa-Opposizione CGIL”, assieme a lavoratori aderenti al Coordinamento Art.1-Camping CIG, hanno organizzato un presidio sotto il MiSE nel momento in cui le Segreterie nazionali e provinciali di Fim, Fiom, Uilm, UglMet, assieme ai coordinatori della RSU Aferpi e Piombino Logistic erano all’incontro con il Ministro Calenda e il Commissario Nardi.

9febbraio 2018 da Il Sindacato è un’altra cosa-Opposizione Cgil, Piombino

I risultati dell’incontro, o almeno la percezione di tali risultati sono stati resi noti dai comunicati stampa che i sindacati hanno diffuso, e ribaditi nell’assemblea tenuta il giorno seguente ai lavoratori sotto la sede del Consiglio di fabbrica: il report di Fim Fiom Uilm. A noi non resta che fare alcune notazioni, diciamo così “di costume” (o di malcostume): le autorità di governo (regionale e locale) si sono guardati bene dal venire a parlare con i lavoratori. Il sindaco Giuliani non è neppure passato dal portone presidiato. Ha preferito un’entrata che lo nascondesse agli occhi dei suoi rappresentati. Anche tra i sindacati c’è chi ha brillato per la sua assenza. Solo Fiom e Ugl sono venuti a riportarci i risultati della discussione; gli altri hanno preferito glissare ogni confronto, come se la loro autorità fosse di origine divina e non avesse bisogno di nessun confronto. E veniamo ai risultati dell’incontro:

Secondo le informazioni ricevute, il Ministro, esauriti alcuni adempimenti burocratici, nominerà entro la fine del mese un commissario straordinario che avrà il mandato di gestire la fabbrica e far ripartire la produzione attingendo ad un fondo rotativo di duecento ottanta milioni. Ciò permetterà la ripresa della produzione e la partecipazione alla gara delle Ferrovie per la commessa delle rotaie nei prossimi anni. Questa procedura verrà bloccata qualora Cevital fosse in grado di dimostrare (in un tempo limite di dieci giorni) che esiste un accordo di vendita alla società Jindal, corredato di piano industriale e finanziario verificabili. A parte la totale mancanza di credibilità di Rebrab, per cui è facile che si tratti del nuovo coniglio dal cilindro, ci chiediamo perché i sindacati accettino di far condurre la trattativa a Rebrab. Se Jindal è effettivamente interessato all’acquisto, presenti la proposta direttamente al commissario straordinario.

Lasciare che sia Cevital a trattare la vendita ci espone a molteplici rischi: 

  • Se Cevital cede solo la parte del business siderurgico e mantiene il resto, il territorio rimane in ostaggio di Cevital, che avrà mano libera sul porto e che, di sicuro, non realizzerà gli investimenti previsti nelle altre parti del Piano.
  • Anche le garanzie per i lavoratori saranno minori, si tratterà infatti di una vendita tra privati, con minori possibilità di controllo e di trattativa per sindacati e autorità locali. Il rischio concreto è che non ci sia nessun passaggio automatico da una società all’altra, andando ad intaccare non solo il numero degli occupati, ma anche la parte delle condizioni di lavoro e dei diritti.

Solo con l’apertura di una fase completamente nuova, con un nuovo Commissario e con un impegno più forte del Governo si può pensare a interventi di programmazione territoriale ce permettano effettivamente di lanciare programmi di diversificazione efficace, non lasciati ad iniziative scoordinate e gestite da soggetti attirati solo da facili guadagni a breve, per poi mollare tutto, o anche ad iniziative serie, destinate però al fallimento da una mancanza di coordinamento ed efficaci mezzi di sostegno.

“Per tutto ciò, per la realizzazione delle bonifiche e degli smantellamenti urgenti ed indispensabili noi suggeriamo cautela e soprattutto chiediamo una mobilitazione attiva, senza attendere che sia il governo (o meglio un ministro di questo governo) ad atteggiarsi a salvatore della patria.”

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