Camusso conclude la conferenza internazionale e apre il XVIII congresso Cgil: “Una proposta forte per riformare l’Europa”

Espressa solidarietà a Luis Inácio Lula da Silva, ex sindacalista ed ex presidente del Brasile, che continua a essere “ingiustamente” in carcere

21 gennaio 2019 da Rassegna Sindacale Cgil

Il segretario generale Susanna Camusso conclude a Bari la conferenza internazionale, che apre di fatto il XVIII congresso della Cgil. “Il mondo del lavoro è stretto tra vari populismi di governi di classe, serve l’unità tra i sindacati di tutto il mondo”

“L’Italia è un Paese che ha avuto la fortuna di vivere 70 anni democratici. Purtroppo ora viviamo in un’Europa in cui è in atto un cambiamento profondo dei rapporti di forza. Il mondo del lavoro è stretto tra vari populismi di governi di classe, che non vogliono tenere conto dei diritti dei lavoratori, ma si occupano solo di affossarli”. Queste le parole del segretario generale della Cgil Susanna Camusso alla conferenza internazionale che ha di fatto aperto oggi (lunedì 21 gennaio) il XVIII congresso della Confederazione, che si tiene alla Fiera del Levante di Bari.

L’incontro, dal titolo emblematico “Il futuro del movimento sindacale europeo e internazionale. Crisi della democrazia e populismo, rivoluzione digitale e tendenze della globalizzazione”, si è svolto presso l’Archivio di Stato del capoluogo pugliese. Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, Fausto Durante (coordinatore dell’Area Politiche europee e internazionali della Cgil), il presidente Etuc-Ces Rudy De Leeuw, il vice segretario generale della Csi Victor Baez, il presidente del gruppo lavoratori del Cese (il Comitato economico e sociale europeo) Gaby Bischoff, e appunto Susanna Camusso.

Il segretario generale della Cgil ha aggiunto, sempre riferendosi al mondo del lavoro oggi stretto tra vari populismi, che proprio per questo “serve creare una solidarietà e un’unità tra lavoratori e sindacati di tutto il mondo: il ruolo della Ces e della Csi è fondamentale, e per questo devono cambiare”. Infine, sulle prossime elezioni europee, Camusso ha concluso dicendo che:

“se non diciamo che vogliamo riformare l’Europa, non avremo un voto europeista. Dobbiamo far sì che prosegua quel processo di Stati Uniti d’Europa. Senza un’azione globale il sindacato non sarà in grado di affrontare fenomeni così complessi. Populismo, crisi della democrazia, innovazione digitale rappresentano le sfide più importanti che attendono i sindacati nei prossimi anni. Per questo è opportuno offrire una dimensione globale alla nostra discussione”.

Questo il nodo centrale del dibattito affrontato oggi dalla Cgil, insieme alle circa cento delegazioni sindacali internazionali riunite a Bari per l’iniziativa. Dai vari interventi che si sono alternati nella sala dell’Archivio di Stato è emersa una chiara richiesta rivolta alla Ces, la Confederazione europea dei sindacati, ossia quella di “assumere una proposta forte per cambiare l’Europa, subendo in misura minore il condizionamento della Commissione europea” e affinché venga garantita “la tradizionale dialettica tra ‘potere’ e parti sociali in tutto il mondo”. Inoltre, si auspica che i cambiamenti del mondo del lavoro, la rivoluzione 4.0, vengano gestiti a livello globale.

Dalla conferenza internazionale è stata espressa solidarietà a Luis Inácio Lula da Silva, ex sindacalista ed ex presidente del Brasile, che continua a essere “ingiustamente” in carcere.

“Confidiamo nella dichiarazione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ci auguriamo confermi la grave violazione dei diritti che si sta perpetrando nei confronti di Lula. Purtroppo il governo di Bolsonaro, dopo solo 21 giorni dall’insediamento, ha già dimostrato di favorire le vecchie e nuove oligarchie e non di tutelare gli interessi della popolazione brasiliana”.

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