CiaoVale. Cofondatore del Manifesto, da sempre voce critica e preziosa della sinistra

È morto Valentino Parlato all’età di 86 anni, è stato attivista politico, storico e giornalista, si distingueva per intelligenza e rifiuto del settarismo, in un approccio sempre analitico e critico dei mutamenti sociali

2maggio 2017 di Silvio Lami

Espulso dalla Libia nel 1951 dall’allora amministrazione inglese, a causa del suo essere comunista, a Roma trova lavoro per L’Unità. Dal 1953 si trasferisce ad Agrigento e fare militanza nella locale federazione del PCI, divenendo funzionario di partito e, in seguito membro del Comitato Centrale.

Tornato a Roma, prosegue la sua attività con l’Unità, collabora con Giorgio Amendola e diviene giornalista di economia per la rivista Rinascita.

Da “L’Unità” al “il manifesto”:

Dopo il 68, in Italia, scoppia un diffuso e difficile confronto-scontro politico a sinistra, con scomposizioni e ricomposizioni delle diverse organizzazioni e soggetti in campo nel conflitto sociale, cresce vistosamente un dibattito fortemente critico fuori e, per la prima volta, anche dentro il Partito Comunista. In questo clima, nasce la rivista politica, a tiratura mensile, “il manifesto”, da ricordare che il primo numero, Edizioni Dedalo, uscito il 23 giugno 1969 al costo di 500 lire, vendette in pochi giorni ben 30mila copie. Alla redazione diretta da Lucio Magri e Rossana Rossanda, parteciparono: Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina, Lidia Menapace e Ninetta Zandegiacomi.

Non tardarono, in nome del “Centralismo Democratico”, i provvedimenti per il non allineamento alle posizioni del Partito

Nel novembre 1969 Valentino Parlato è licenziato da Rinascita, inoltre assieme a Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli con tutto il gruppo del Manifesto, venne radiato dal Pci.

Solo Enrico Berlinguer provò ad evitare la rottura.

Ma, dopo l’invasione dell’Unione sovietica in Cecoslovacchia, la rivista uscì con il titolo “Praga è sola”, si trattò di un duro articolo critico verso il Partito che, come possiamo ricordare, non prese una posizione di condanna dell’intervento armato, pertanto ogni tentativo di mediazione non ebbe seguito. Il 28 aprile 1971 il Manifesto divenne quotidiano, Parlato ne fu direttore più volte, secondo una pratica di “condivisione del lavoro”, in alcuni periodi fu affiancato da altri direttori illustri: Luigi PintorFerrarisVittorio Foa, Castellina e la Rossanda. Nel 2010 la sua ultima direzione e tra le sue ultime uscite, il No al referendum costituzionale.

Una selezione dei suoi articoli dal 2013 a oggi qui

Valentino Parlato ha curato, tra le altre, l’edizione di opere di Adam Smith, Lenin, Antonio Gramsci e Mu’ammar Gheddafi.

L’annuncio della scomparsa, sul sito del Manifesto: Ciao Vale

È morto Valentino Parlato, tra i fondatori del manifesto, di cui è stato più volte direttore e presidente della cooperativa editrice. Era nato a Tripoli, in Libia, il 7 febbraio 1931. Comunista per tutta la vita, ha militato nel Pci fino alla radiazione, lavorato a Rinascita, fondato e difeso il manifesto in tutta la sua lunga storia.

“Per ora ci fermiamo qui, abbracciando forte la sua splendida famiglia e tutti i compagni che, come noi, l’hanno conosciuto e gli hanno voluto bene.

Chi vuole ricordarlo, può scrivere a lettere@ilmanifesto.it” 

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