Cittadino indignato per Bandiera di Lotta Continua in ufficio Polizia Giudiziaria a Pisa la fotografa, rilascia intervista e invia esposto al Ministero. Chi quegli anni li ha vissuti: “solo inesattezze e insulti”

25dicembre 2017 da Lorenzo Tamberi, Federico Giusti, Maurizio Fanelli, Roberto Nannetti , Ugo Alí, Luciano Acerbi, Giovanni Bertanza. “non fuorilegge” Redazione Pisana Lotta Continua

“Dopo aver letto la lettera (Leggi intervista) piena di inesattezze e insulti di Roberto Gabriele riguardo alle motivazioni che lo hanno spinto a fotografare la bandiera di Lotta Continua in un ufficio della polizia giudiziaria di Pisa teniamo a precisare alcune cose.”

Lotta Continua non è mai stata una “banda armata eversiva terroristica”.

Come tutti ricordano, l’organizzazione ha sempre lavorato alla luce del sole, nell’ambito dei movimenti di lotta, raccogliendo e potenziando ideali ed esigenze di cambiamento di quei tempi, contrastando ogni deriva avventuristica o violenta. La verità storica va rispettata. L’unico fatto di sangue attribuito a esponenti di Lc è stata l’uccisione di Calabresi, su cui si sono scritti fiumi d’inchiostro per le incongruenze e per la dubbia verità processuale, sulla quale numerosi intellettuali, come Gad Lerner, Giuliano Ferrara e Dario Fo, schierati anche su posizioni politiche contrapposte, hanno espresso le loro perplessità e la loro solidarietà con Sofri. Invece, troppi militanti di Lotta Continua hanno perso la vita in quegli anni, sia per mano dello Stato che per mano di bande neofasciste. Vogliamo ricordare Franco Serantini, morto proprio a Pisa in seguito ai pestaggi subiti dalle forze dell’ordine in carcere, e Mariano Lupo, ucciso in un agguato neo fascista a Parma. Citiamo solo loro perché purtroppo l’elenco è lungo, ma non dimentichiamo nessuno.

Inoltre la vaneggiante equiparazione tra fascismo e comunismo (nell’articolo, Lotta Continua viene inserita nella famiglia comunista), che serpeggia nell’intervista, non regge ed è palesemente priva di senso.

L’ideologia fascista non può essere disgiunta dal regime, dal potere delle corporazioni, dalle leggi razziali, dai campi di sterminio, dall’uccisione degli oppositori politici e dalle atrocità commesse in Libia e in altri paesi. Questo perché Benito Mussolini, padre dell’ideologia e fondatore del partito fascista, è stato per vent’anni a capo del governo. Per questo motivo la legge vieta di esporre i simboli fascisti e non quelli di Lotta Continua. E’ bene ricordarlo anche alla luce dei recenti fatti verificatisi in tutta  Italia

Per concludere, vogliamo ribadire che Lotta Continua non è mai stata una banda eversiva terroristica e per questo non è vietato esporne il suo simbolo, che rimane uno dei più belli dell’intera storia politica italiana, soprattutto di quegli anni così generosi di speranze.

“Noi rivendichiamo con orgoglio quella storia, di cui ricordiamo il mercato rosso, le occupazioni di case per gli sfrattati, le iniziative per la democratizzazione delle forze armate (i proletari in divisa), le lotte studentesche, le lotte per le condizioni di vita dignitose dei detenuti, le presenze nei quartieri per restituire dignità e visibilità ai bisogni dei settori popolari; oltre, naturalmente, alle lotte nei posti di lavoro, che hanno segnato una svolta storica per il raggiungimento dei diritti e di livelli di democrazia precedentemente impensabili.”

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