Diritto allo studio e questione IVA, ulteriori 2 milioni dalla Regione

Barni: “In questo modo evitato riduzione benefici”

scuola Studenti contro isee..IVA o non IVA i servizi del Diritto allo Studio non sono a rischio, la Regione Toscana, in attesa del pronunciamento in sede giudiziaria della decisione dell’agenzia delle Entrate di rendere indetraibile l’IVA sui servizi erogati, ha deciso di reperire ulteriori 2milioni di euro da destinare agli accantonamenti prospettati dall’Azienda DSU.

8dicembre 2016 da Regione Toscana

Fino ad oggi infatti l’azienda DSU toscana, al pari di molte altre analoghe realtà a livello nazionale, ha applicato sui servizi un regime IVA, in totale osservanza della normativa nazionale ed europea. Secondo una recente comunicazione dell’Agenzia delle Entrate invece, i servizi sono da considerarsi esenti IVA, il che comporta un aggravio di costo che, l’Azienda DSU stima pari a circa 2 milioni e 800mila euro per il 2017. 

Monica Barni vicepresidente Regione“In attesa di un pronunciamento definitivo, ha detto la vicepresidente Monica Barni, abbiamo deciso pur nelle ristrettezze finanziarie e i tagli di bilancio imposti dal Governo, di reperire 2milioni di euro per non venir meno all’impostazione di base delle nostre politiche sul diritto allo studio, e scongiurare una riduzione sensibile dei benefici erogati agli studenti con il rischio di non poter coprire tutti gli idonei al concorso per le borse di studio DSU come oramai garantito da più di dieci anni dalle scelte della Regione Toscana”.

“Per i restanti 800mila euro, facciamo affidamento sulle capacità dell’Azienda DSU, prosegue la vicepresidente, di ridurre virtuosamente le proprie spese, come ha sempre dimostrato di saper fare negli ultimi anni, e su altre misure, che non incidono sulle borse DSU, quali ad esempio una rimodulazione al margine e di minima entità delle tariffe dei servizi di mensa per gli studenti più facoltosi. Aggiungo che anche gli ultimi dati dimostrano che siamo riusciti a garantire il cento per cento delle borse di studio ai richiedenti che ne avevano i requisiti”.

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