La Limonaia Zona Rosa risponde al Sindaco

Nella giornata di venerdì 9 giugno, a poco più di un mese dallo sgombero, è stata riaperta la Limonaia- Zona Rosa. Con la riapertura della Mala Servanen Jin, due spazi femministi sono stati restituiti alla città in meno di una settimana. I progetti della Zona Rosa, lo sportello legale di Obiezione Respinta e la consultoria autogestita per il diritto alla salute riprendono casa.

10giugno 2017 da Limonaia Zona Rosa, Pisa

Fin dalle prime ore di rioccupazione la rete NonUnaDiMeno Pisa ha richiesto telefonicamente e formalmente (attraverso una lettera inviata agli Uffici Protocollo di Comune e Provincia – https://www.facebook.com/notes/non-una-di-meno-pisa/richiesta-interlocuzione-con-la-provincia/945590228916394/), l’apertura di un’interlocuzione e di un dialogo politico con il Sindaco e Presidente della Provincia Marco Filippeschi. In assenza di una qualsiasi risposta le donne della Limonaia hanno incontrato informalmente Giovanni Viale, Dirigente all’Attuazione del Programma e Coordinamento che ha immediatamente demandato ogni responsabilità politica al Sindaco, ribadendo per l’ennesima volta il proprio ruolo, unicamente tecnico, di Dirigente. È su questa base che Viale si è affrettato a ridurre le questioni politiche poste dalla Zona Rosa a tecnicismi legati alla presunta inagibilità dello spazio, ed è sulla base di ragioni altrettanto tecniche, ha dichiarato, che richiederà uno sgombero.

“Sappiamo che non esistono sgomberi tecnici, e crediamo fermamente che la politica venga prima di tutto. In questo senso ci teniamo a sottolineare che, per quanto riguarda l’inagibilità dell’immobile, agli atti giudiziari in Procura con cui è stato richiesto il sequestro non risulta allegata alcuna perizia di inagibilità. L’unico documento presente è una relazione della dirigente ing. Genoveffa Carluccio, secondo la quale esiste una «relazione peritale condotta nell’anno 2013 che ha portato all’interdizione per pericolo degli ambienti del piano primo».  Nello stesso documento risulta inoltre che la proprietà ha usufruito dell’immobile nell’anno 2014 per varie attività, limitandole al piano terra, come del resto noi stesse facciamo.
A tal proposito ci teniamo a riportare le parole dell’architetto Baldassarri, autore del restauro della Limonaia, in una lettera diffusa pochi minuti dopo lo sgombero del 3 maggio: «Se il tracollo delle Provincie aveva messo in difficoltà la gestione di quel monumento recuperato, nulla giustificava lo stato di vergognoso abbandono in cui un intervento realizzato con il denaro dei cittadini era stato lasciato ».
Rifiutiamo, quindi, di poter essere ridotte a mere questioni tecniche per altro molto poco chiare. Per questo richiedevamo un’interlocuzione all’altezza delle istanze che il movimento femminista sta portando in questa città. Ma proprio mentre scriviamo queste righe apprendiamo dai giornali della scomposta dichiarazione del Sindaco Filippeschi che annuncia « Nessuna trattativa con le occupanti ».
Riteniamo tale atteggiamento sconcertante, tanto più che lo stesso arriva dopo mesi e mesi di silenzio a chiudere tempestivamente le porte alle donne che hanno riaperto questi spazi, proprio a poche ore dalla rioccupazione.
Il Sindaco dichiara inoltre che sullo stabile della Limonaia proseguiranno « i percorsi già deliberati e intrapresi per fare i recuperi e la messa a norma degli immobili per destinarli a iniziative di utilità collettiva, in modo diretto o indiretto, assegnandoli quando fosse previsto con i procedimenti pubblici previsti dalla legge »
Ci colpisce tale notizia, che sembra contraddire quanto finora sappiamo sulla Limonaia, ovvero il suo inserimento all’interno di un piano di alienazione che include molti altri spazi. Poiché per quanto a nostra conoscenza fino ad ora nessuna procedura di assegnazione si è rivelata possibile, ci risulta che  nessuna destinazione d’uso dello stabile da parte dell’Amministrazione possa attualmente prescindere dalla sua messa in vendita. (delibera 16 del 27 luglio 2016 del consiglio provinciale).
La richiesta di esprimersi rispetto al futuro di questo stabile e degli altri inseriti in tale piano appariva tra quelle promosse dalla Limonaia nel documento inviato oggi al Sindaco e consegnato a Viale. Ci chiediamo dunque se il sindaco intenda comunicare che la Limonaia viene sottratta alla vendita prevista finora e se quindi il piano di alienazione possa considerarsi oggi modificato. Restiamo in attesa di un riscontro da parte dell’amministrazione nella speranza che le nostre richieste possano quantomeno essere ascoltate, come del resto è compito di un’istituzione che si assuma le proprie responsabilità di fronte alle cittadine e ai cittadini”.

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