Misericordia di Pisa, tra rischio di liquidazione e i silenzi delle Istituzioni e dell’ Arcivescovo

Sono trascorsi solo poche settimane dalla denuncia dei Cobas sullo stato di coma irreversibile, in cui versa la Misericordia di Pisa .

9gennaio 2015 da Cobas Pisa

misericordia-pisa.Alcuni membri del Magistrato e del volontariato sembrano iniziare a prendere atto che la volontà degli attuali vertici non è il rilancio delle attività della Confraternita, in assenza di un piano di risanamento si prevedono le prime dimissioni.

Il volontariato che doveva costituire la base su cui rilanciare l’attività, è invece stagnante. La Asl ha effettuato un sopralluogo accertando numerose irregolarità e chiedendo alla Misericordia di mettersi in regola, cosa che non è avvenuta.

In questi mesi:

-si sono dimessi i Probiviri e quindi non esiste più lo strumento di controllo sulle attività del Magistrato

– solo pochi giorni fa alcuni membri del Magistrato hanno incontrato volontari e dipendenti spiegando loro che gli attuali vertici della Misericordia vogliono di fatto chiudere ogni attività

– i lavori di manutenzione del cimitero sono fermi e di conseguenza anche gli incassi

– l’immobile del Cep è attualmente invenduto e inutilizzato, chi si era proposto per l’affitto è stato “cacciato via” nonostante avrebbe portato risorse importantii e servizi

– il bar ha chiuso i battenti, le due addette a casa senza stipendio

– il numero dei funerali è ancora, e inspiegabilmente, al di sotto delle previsioni

Misericordia-di-PisaIn tutto questo si registra l’assenza della Misericordia toscana e un clima di crescente sfiducia verso il Magistrato da parte dei soci, dei volontari e dei pochi dipendenti rimasti che, da mesi chiedono risposte, senza averle. Un anno fa, quando fu annunciata la preoccupazione che la Misericordia era avviata alla chiusura, per una volontà non dichiarata di smantellamento dei servizi e delle funzioni, fu risposto che con i licenziamenti sarebbe iniziato il risanamento. Ora, anche quanti sostenevano questa tesi devono prendere atto  di questa realtà.

Lo stesso Arcivescovo è da mesi che tace sulla vicenda, questo silenzio un domani potrà essere considerato complice dello smantellamento della Confraternita e, di conseguenza di un servizio importante per la collettività oltre alla perdita di posti di lavoro.

I Cobas rivolgono un appello al Sindaco, al Prefetto e alla Misericordia Toscana affinché intervengano rimuovendo gli attuali vertici, impegnandosi per salvaguardare gli attuali e residui posti di lavoro senza i quali non ci saranno neppure le attività di volontariato.

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