Monte Paschi di Siena: una vicenda non affatto chiusa, occorre nazionalizzare e impedire il bail-in

 

Tommaso Fattori - capogruppo Sì Toscana a Sinistra, regione Toscana
Tommaso Fattori capogruppo di “Sì Toscana a Sinistra”

Fattori (Sì): “MPS usato come bancomat da forze politiche per amici e amici di amici. I cittadini e i risparmiatori non possono pagare per i vostri disastri. Unica soluzione è la nazionalizzazione e impedire il bail-in”

23settembre 2016 da “Sì Toscana a Sinistra”

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Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra e membro della commissione regionale d’inchiesta sullo scandalo MPS, nel corso del suo intervento alla conferenza stampa di presentazione delle relazioni finali della commissione, ha dichiarato che la vicenda non è affatto chiusa.

“Si sono compiuti errori e disastri e si continuano a compiere errori e disastri. Quelle forze politiche che con un patto consociativo hanno utilizzato MPS come un bancomat per prelevare denaro da prestare ad amici non in grado di restituirlo e che hanno coperto e promosso l’acquisto di Antonveneta ad un prezzo strabiliante e fuori mercato, ebbene quelle stesse forze oggi stanno avviando il terzo gruppo bancario italiano verso il bail-in, cioè verso il baratro. A pagare per i loro disastri saranno azionisti, obbligazionisti e risparmiatori a meno che non si percorra l’unica strada possibile: la nazionalizzazione di MPS e l’immediato delisting del titolo in borsa.”

“La strada della nazionalizzazione è esattamente quella percorsa dal presidente degli Stati Uniti Obama con Bank of America. In Italia Renzi va nella direzione opposta, quella di spingere il terzo gruppo bancario del nostro paese fino al bail-in per poi regalarlo a qualche speculatore straniero ad un prezzo stracciato. Sappiamo bene che non esiste alcuna salvezza per MPS se non la nazionalizzazione, cui far seguire il risanamento della banca. Non c’è alcuna possibile soluzione sul mercato privato, dove è impossibile trovare i 5 miliardi necessari per la ricapitalizzazione, per non dire dei molti miliardi necessari per riassorbire i crediti deteriorati”.

“La nostra commissione d’inchiesta ha poteri limitati, mentre una commissione d’inchiesta parlamentare avrebbe i medesimi poteri della magistratura ed è per questo che la commissione parlamentare non è stata fatta. Ma ci rivolgiamo al Parlamento perchè non c’è più tempo da perdere, la vicenda MPS non può restare senza responsabili e colpevoli.” “MPS è stata usata come Bancomat per prestare soldi ad amici e ad amici di amici sapendo che non offrivano le necessarie garanzie, fino a creare una montagna da 50 miliardi di crediti deteriorati. La chiave della vicenda è prima di tutto nell’elenco dei nomi di chi ha preso il denaro e non ha poi restituito i prestiti”.

Conclude Tommaso Fattori: “finirla con gli intrecci opachi fra banche private e partiti e aprire in maniera trasparente alla nazionalizzazione e al risanamento di MPS, con chiari indirizzi da parte del Parlamento, ci consentirebbe di voltare pagina. In questa vicenda sono troppe le responsabilità di chi avrebbe dovuto controllare e non ha controllato, a partire dalla Banca d’Italia, che andrebbe trasformata in istituto pienamente pubblico, e della Consob. Servono vere riforme per il paese, a partire dalla separazione fra banche d’affari e banche commerciali”.

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