Palestina – 42esima Giornata Onu di solidarietà. L’Onu celebra i propri misfatti.

Il 29 novembre di ogni anno l’Onu celebra la Giornata di solidarietà verso la Palestina e quest’anno siamo giunti alla 42esima edizione.

4 Dicembre 2019, di Andrea Vento

Il 29 novembre di ogni anno l’Onu celebra la Giornata di solidarietà verso la Palestina e quest’anno siamo giunti alla 42esima edizione. Una iniziativa importante soprattutto in questo periodo in cui il popolo palestinese vive forse una delle fasi più difficli della propria storia recente, visto che la Striscia di Gaza è ormai sotto un feroce embargo dal 2007 che priva i suoi 2 milioni di abitanti di medicine, cibo, energia e quant’altro necessario per una vita dignitosa e dall’altro la Cisgiordania, sotto occupazione militare dal giugno del 1967, è oggetto di un inarrestabile processo di colonizzazione e sottrazione di terre con Gerusalemme est che  è stata annessa unilateralmente da Israele contro le norme del diritto internazionale ma con il riconoscimento dell’amministrazione Trump.

I palestinesi  ormai da qualche anno sono stati abbandonati dalla comunità internazionale e la sua condizione di popolo sottomesso e oggetto di violenze e soprusi è finita nell’oblio mediatico e pure di quello delle coscienze della leadership politica mondiale che volge lo sguardo altrove, disinteressandosene.

Pertanto è importante che l’Onu ricordi al mondo intero ì diritti negati del popolo palestinese e l’occupazione militare a cui è soggetto da 52 anni. Tuttavia la scelta della data per la celebrazione di questa ricorrenza, il 29 novmbre, ha un sapore beffardo per l’Onu, in quanto il 29 novembre 1947, fu proprio la neocostituita Organizzazione delle Nazioni Unite a emettere la tristemente famosa Risoluzione 181, meglio nota come “Piano di partizione della Palestina” fra arabi palestinesi e ebrei, che ebbe come seguito la formazione dello stato di Israele (14 maggio 1948) ma non di quello palestinese. In pratica rappresenta la pietra miliare fondamentale, insieme alla Dichiarazione Balfour del 1917, delle sciagure del popolo palestinese.

Con un sorriso amaro vien quasi da pensare che, il 29 novembre di ogni anno, l’Onu ci ricorda i propri misfatti, ancora oggi pagati a caro prezzo dal popolo palestinese che, ormai da anni, ci tende la mano alla disperata richiesta di aiuto ma che nessuno fra i potenti della Terra è disposto a stringere.

Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati per i palestinesi e per chi ne sostiene la causa.

Comunicato di Pax Christi

” Palestina: la resistenza di un popolo senza diritti e la nostra responsabilità”.

Quest’anno celebriamo a Milano la Giornata delle Nazioni Unite di solidarietà con il popolo palestinese, alla vigilia del 71mo anniversario della proclamazione in sede ONU dei Diritti Universali dell’uomo, che ricorre il prossimo 10 dicembre.

Nella terra della Palestina storica – oggi resa da Israele uno Stato occupato e non riconosciuto – la violazione dei diritti umani è pratica quotidiana.

Il quadro politico in Israele e negli USA, suo principale alleato, consente ai rispettivi governi di assumere iniziative unilaterali e illegali, secondo il diritto internazionale, per accelerare la risoluzione della questione palestinese con il sistematico e programmato abuso della forza.

Nel corso degli ultimi mesi si assiste nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, a una crescita delle colonie e di conseguenza dei coloni che diventano sempre più aggressivi; alla sempre più vasta demolizione di case palestinesi e alla evacuazione, in atto al momento, nella Valle del Giordano e nelle colline a sud di Al Khalil (Hebron). Il tutto con una durissima repressione e arresti dei partecipanti alle proteste pacifiche della popolazione.

Solo nella Striscia di Gaza dal 30 marzo 2018, inizio della Marcia del Ritorno, sono state uccise dall’esercito israeliano, più di 300 persone e ferite 25.000, tra cui centinaia resi disabili per sempre. Molti di loro sono giornalisti e medici, riconoscibili sul campo dalla divisa ma comunque finiti nel mirino dei cecchini.

A giugno si è parlato di un Accordo del secolo, il piano con cui l’Amministrazione Usa pensava di ridisegnare il Medio Oriente a favore di Israele ed Arabia saudita, provando cosi ad annullare definitivamente la questione palestinese. Questa svendita dei territori palestinesi proposto da Jared Kushner, genero di Donald Trump, avrebbe privato ulteriormente il popolo palestinese di tutta la sua dignità.

Il Parlamento israeliano, che negli ultimi mesi ha dovuto gestire ben due tornate elettorali, lo scorso luglio ha votato la legge-nazione che sancisce il diritto del solo popolo ebraico all’autodeterminazione nazionale, relegando la popolazione palestinese al livello di ospite abusivo e non-gradito sulla propria terra e costituendo di diritto un regime razzista di apartheid.

La liquidazione in atto dell’UNRWA, agenzia per il sostegno e la protezione dei rifugiati, per il taglio dei fondi diventa subdolo strumento per la liquidazione dei campi dei rifugiati e la cancellazione del loro diritto al ritorno.

La stessa Corte Suprema israeliana, dimostrando la sudditanza alle scelte del governo, giunge ad avallare la distruzione di villaggi e scuole come a Khan Al Ahmar, per perseguire la pulizia etnica di territori circostanti le colonie illegali.

A fronte del grave peggioramento delle relazioni fra i due popoli con preoccupanti ripercussioni sull’intero Medio Oriente, organizzeremo il primo dicembre una grande giornata formativa, per continuare ad agire insieme a sostegno del popolo palestinese.

Celebriamo la 42a Giornata ONU a Milano, propone di porsi in ascolto di alcuni rappresentanti politici palestinesi per un aggiornamento sulla questione palestinese, utile a orientare le azioni di solidarietà che intendiamo intraprendere come gruppo di pressione nei confronti della Società politica italiana.

Intendiamo trarre dai laboratori tematici contenuti innovativi per superare la sola narrazione di denuncia delle violazioni dei diritti e

individuare varie forme di resistenza palestinese da divulgare e promuovere con proprie iniziative.

Chiediamo pertanto alle rappresentanze politiche, parlamentari e governative italiane il riconoscimento urgente dello Stato di Palestina sui territori occupati del ‘67 con Gerusalemme capitale condivisa, senza porre precondizioni negoziali che non sussistono e sarebbero pretesti utili al mantenimento dello status quo dell’occupazione, al consolidamento del regime di apartheid israeliano, alla perdurante pratica da parte dei governi israeliani della violazione del diritto internazionale e del mancato rispetto delle risoluzioni ONU.

Chiediamo che nei confronti di Israele, vengano applicate dall’ONU e dagli Stati membri le sanzioni previste dagli ordinamenti nazionali e internazionali a carico degli Stati inadempienti.

Chiediamo in particolare al Governo italiano e agli organi della Unione Europea di impegnarsi per la sospensione dell’accordo di Associazione Ue-Israele e immediatamente delle forniture e acquisto di armi e attrezzature militari, come chiesto anche da Amnesty International.

Siamo profondamente convinti del valore universale dell’umanesimo ebraico presente nella cultura e nella storia europea, respingiamo con sdegno l’accusa di antisemitismo e l’equiparazione a esso di ogni posizione critica nei confronti della politica sionista dei governi israeliani.

Ci assumiamo l’impegno di svolgere una precisa informazione sulla questione israelo/palestinese nei confronti della pubblica opinione, basandosi sui dati di fatto relativi alla violazione dei diritti nella quotidianità dell’occupazione militare israeliana.

Resisteremo alle censure e alla soggezione ideologica imposta da quanti osano fare uso della tragedia della Shoah per imporre l’omertà sulla tragedia dell’occupazione militare e la colonizzazione della Palestina.

Video del canto poetico che Ibrahim Nasrallah ha composto in occasione della giornata ONU per la Palestina:

Recommended For You

About the Author: Michele Faliani