Venerdì 10 novembre sciopero generale/nazionale dei Sindacati di Base, settore pubblico e privato

7novembre 2017 redazione

Le organizzazioni sindacali Cib-Unicobas, Cobas-Confederazione dei Comitati di Base, Unione Sindacale di Base hanno indetto per l’intera giornata di venerdì 10 novembre uno sciopero generale nazionale di tutte le categorie pubbliche e private (per il settore del trasporto ferroviario l’astensione dal lavoro è prevista dalle ore 21 di giovedì 9 novembre), manifestazioni nelle principali città.

  • Livorno ore 9:00 piazza Garibaldi

  • Pisa ore 9:00 al CNR occupato dai precari

Il giorno dello sciopero non sarà garantito il regolare funzionamento dei servizi comunali, salvo quelli minimi essenziali:

  • Stato civile: denunce nascita e morte;
  • Servizi cimiteriali: ricevimento salme;
  • Polizia Municipale: centrale operativa e pronto impiego.
  • Le famiglie che usufruiscono dei nidi e delle scuole d’infanzia comunali saranno informate, tramite locandine affisse presso ciascuna struttura scolastica, che il servizio non potrà essere garantito.

Uno sciopero generale contro le politiche economiche e sociali del Governo Italiano e dell’Unione Europea, e per un loro radicale cambiamento basato su:

  • Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
  • Per lavorare tutti, lavorare meglio e in condizioni di salute e sicurezza.
  • L’innovazione tecnologica (industria 4.0) e l’innalzamento dell’età pensionabile riducono i posti di lavoro: c’è chi lavora troppe ore, con l’obbligo dello straordinario, mentre c’è chi ne lavora poco o niente.
  • Contro le privatizzazioni e per la nazionalizzazione delle aziende strategiche in crisi.
  • Per una vera politica industriale in Italia.
  • Aumenti salariali veri e per tutti.
  • Per il diritto a una vita dignitosa per tutti, senza ricorrere a straordinari ad oltranza.
  • Aumenti salariali veri e per tutti. Diminuzione dell’età pensionabile e aumento delle pensioni.

Alitalia, ILVA e tante altre grandi aziende dei servizi, come l’ATAC di Roma, sono commissariate e stanno per essere svendute al peggior offerente. La riforma della Pubblica Amministrazione impone la privatizzazione di migliaia di società partecipate, con decine di migliaia di esuberi futuri disoccupati. 

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