Il 13 ottobre si è riunito il Consiglio di Fabbrica  di Aferpi e Piombino Logistics,  cui hanno fatto seguito i comunicati delle varie organizzazioni sindacali

15ottobre 2017 da Coordinamento Art.1-Camping CIG, Piombino

In merito all’ evento il  Coordinamento Art.1-Camping CIG esprime quanto segue:

  1. Diversi contenuti che da circa due anni costituiscono nostri ‘cavalli di battaglia’ sono ora, finalmente, obiettivi dichiarati dalle OOSS : la necessità di porre fine all’ epoca Cevital su tutto il fronte (siderurgia, logistica e porto); l’urgenza che il Governo prenda in mano la situazione per far ripartire quanto prima lo stabilimento; la parola d’ordine “Piombino deve tornare a colare  acciaio”; la necessità di tutelare il reddito dei lavoratori (‘diretti e indiretti’ e, aggiungiamo noi, non solo siderurgici) fino a compimento dei processi di  reindustrializzazione della zona. Del grande ritardo con cui si e’ arrivati ad una piattaforma incisiva piu’ di uno dovrebbe trarre le conseguenze e fare dignitosamente un ‘passo indietro.
  2. Sottolineiamo la necessità che lo Stato si faccia carico di consistenti e tempestivi interventi straordinari, (come richiede  l’ eccezionalità della situazione dell’ area di crisi complessa e del SIN della val di Cornia) con finanziamenti e azioni  per infrastrutture, bonifiche e incentivi per la diversificazione economica.
  3. L’eccezionalità della situazione richiede che si metta in campo tutta la forza di mobilitazione dei lavoratori e della città, come già vanno facendo i lavoratori dell’ ILVA di Genova e Taranto. Solo mobilitazioni incisive possono portare Piombino alla ribalta come emergenza di dimensione nazionale, parte rilevante della crisi siderurgica nazionale. Le organizzazioni dei lavoratori devono gestire questa emergenza non mettendo in concorrenza i maggiori stabilimenti ma anzi collegando e concentrando le loro mobilitazioni. Lo Stato faccia il suo mestiere e metta in campo una decisa e coordinata politica industriale nel settore siderurgico; si liberi dalle catene della fallimentare ideologia liberista dominante, senza escludere interventi pubblici diretti nella gestione dell’impresa. Lo Stato e le pubbliche istituzioni devono  assicurare, qualunque sia la multinazionale che si affacci sul territorio, che i diritti costituzionali alla partecipazione democratica, all’occupazione, al salario e alla sicurezza non restino al di fuori dai cancelli dello stabilimento, come è avvenuto sin’ora.
  4. Noi abbiamo promosso di recente un’iniziativa  in citta’ dal titolo: ‘Piombino svegliati!’, sottolineando l’urgenza di una reazione forte  al precipitare della situazione. La risposta non puo’ esaurirsi nella proposta di  un attivo dei delegati.  L’attivo dei delegati previsto per il 18 ottobre deve essere innanzi tutto aperto a tutti i lavoratori e alla cittadinanza; ma soprattutto deve costituire l’ avvio di mobilitazioni per costruire il piu’ ampio movimento delle categorie delle aziende in crisi, con forme dure di contestazione che mettano il Governo e le istituzioni  di fronte alle loro responsabilità e le costringa ad agire concretamente e rapidamente.

Senza mobilitazioni, ogni buon proposito resta una frase vuota.

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