Giardino Scotto quasi sold-out per il concerto dei King Hannah

9 Luglio 2025, di Michele Faliani
Serata memorabile la prima di Caracol Goes To Scotto, la mini-rassegna estiva del locale pisano nel Giardino Scotto. Che a dire la verità è stata un’intera giornata, cominciata sotto il sole torrido delle 15:30 quando il van dei King Hannah è arrivato davanti al palco per il load-in; gentili e sorridenti come sempre Hannah, Craig e gli altri componenti della band, che conoscemmo 4 anni fa a Prato all’epoca del primo album e che non abbiamo mai smesso di ascoltare. L’allestimento del palco e della strumentazione fila via liscio come l’olio, ed anche il doppio soundcheck (il secondo di Nico Sambo e band) procede spedito fino all’ora di cena, davanti anche a qualche fan incallito che è riuscito ad imbucarsi. Alle 21:15, con il classico quarto d’ora accademico di ritardo, Nico Sambo sale sul palco, per un breve (purtroppo) set di apertura: con lui Antonio Bardi dei Virginiana Miller, Valerio Fantozzi degli Snaporaz e Federico Melosi. Una mezz’ora scarsa di canzoni in perfetto equilibrio fra canzone d’autore e alt-rock che il pubblico dimostra di gradire parecchio, con “Foto mosse” ed “È che le piace giocare” che scatenano appalusi entusiastici, ed una rispettosissima cover di “Ritornerai” di Bruno Lauzi che lascia intuire quanto sia ampio lo spettro delle sue influenze.
Dopo un velocissimo cambio palco ecco finalmente i King Hannah prendere possesso del palco, con Hannah avvolta in un vestito lungo color rosso fuoco ed un paio di cuffie Sennheiser al posto degli in-ear monitor, e Craig sotto il suo consueto cappellino da baseball. L’inizio è da brividi, con le atmosfere polverose e dilatate di Somewhere Near El Paso; si ha subito la conferma di trovarci davanti ad una delle più belle sorprese degli ultimi 10 anni, una band che fa dell’uso delle dinamiche e della perpetua dilatazione della tensione emotiva il suo marchio di fabbrica. Suddenly, your hand è semplicemente magnifica, ed anche quando la band si lascia andare a suoni più aspri e psichedelici (è il caso di Milk Boy) o a brani più tendenti al pop (Davy says, preceduto dalla frase “Siete pronti per un pezzo più veloce?”) la qualità rimane altissima. Prima del gran finale con una versione acidissima di Crème brûlée c’è anche spazio per il nuovo singolo Leftovers, inspiegabilmente tagliato fuori da “Big Swimmer”. Poi il bis, con appunto la title track dell’ultimo album, un bellissimo pezzo inedito che dovrebbe far parte del prossimo disco e una struggente cover di Look at Miss Ohio di Gillian Welch, prima di andare a ricevere l’abbraccio dei 500 intervenuti al Giardino Scotto e del rito dei selfie e degli autografi.
Un concerto bellissimo, per una band che crescerà ancora e che ci troverà sempre sottopalco ad ascoltarli con passione.
Grazie al Caracol e a DNA concerti per l’ospitalità.
La setlist dei King Hannah:
1. Somewhere Near El Paso
2. Milk Boy (I Love You)
3. Go-Kart Kid (Hell No!)
4. The Mattress
5. Suddenly, Your Hand
6. New York, Let’s Do Nothing
7. Davey Says
8. Leftovers
9. Crème brûlée
Encore:
10. Big Swimmer
11. New Song
12. Look at Miss Ohio (Gillian Welch cover)
La setlist di Nico Sambo:
1. Raccontami
2. Foto mosse
3. Qualche promessa
4. Marianne
5. Ritornerai (Bruno Lauzi cover)
6. Zootropio
7. È che le piace giocare