Capitalizzazione MPS, Tommaso Fattori: “MPS sul baratro per irresponsabili scelte del governo Renzi e per inerzia Regione Toscana”

“Bruciati miliardi di capitalizzazioni, necessario un pur tardivo intervento pubblico”

10dicembre 2016 da Tommaso Fattori, Capogruppo in regione Toscana di “Sì Toscana a Sinistra”

Tommaso Fattori, interviene sulla vicenda MPS dopo che la Bce ha respinto la richiesta di una proroga per l’aumento di capitale. A gennaio Matteo Renzi rassicurava il paese sul fatto che MPS ormai «è risanata, è un bel brand», spalleggiato da Padoan e dal suo amico finanziere Davide Serra. In Consiglio regionale il PD toscano, allineato, ripeteva acriticamente questa incredibile favola, assieme al presidente Rossi. Nel frattempo MPS ha accelerato la corsa verso il baratro. Se siamo arrivati fin qui, la responsabilità è proprio di Renzi che in tutti questi mesi ha irresponsabilmente cercato di nascondere la realtà, per sfangare il referendum, rifiutando qualsiasi ipotesi d’intervento pubblico e raccontando di fantasiose soluzioni di mercato. 

“Che non fosse all’orizzonte alcun intervento da parte di investitori privati era ovvio e ampiamente previsto. Su questo abbiamo insistito più volte in consiglio regionale, chiedendo che la Regione Toscana si adoperasse per sostenere la strategia dell’intervento pubblico. Siamo rimasti inascoltati dal PD. Eppure la nazionalizzazione è stata la strada percorsa con successo da Obama con Bank of America e dal governo britannico con la Royal Bank of Scotland o con la Northern Rock, così come in altre banche europee”.

“E ora? Ora il tempo è scaduto. Lo Stato dovrà intervenire direttamente nel salvataggio di MPS ma l’inerzia ci è costata miliardi, altro che i quattro spiccioli del Cnel su cui ci hanno ossessionato per otto mesi. Se questa scelta fosse stata fatta la scorsa estate – quando lo chiedevamo, portando solidi argomenti –  si sarebbe risparmiata al sistema bancario italiano la perdita di vari miliardi di capitalizzazione a causa della valanga di vendite da parte degli investitori esteri. Valanga che ha investito tutti i titoli bancari, anche quelli di banche sane come Intesa Sanpaolo”.

Conclude Fattori: “Renzi e il PD hanno fatto a Siena una campagna terroristica per spingere la cittadinanza a votare sì al referendum. Oggi i nodi vengono al pettine e le bugie raccontate per mesi si rivelano per quello che sono. E’ ormai evidente che la soluzione privata è sempre stata un bluff, che Renzi con JP Morgan ha solo comprato tempo per cercare di vincere il referendum e che la via della nazionalizzazione sarebbe stata la soluzione razionale e realistica. Non è mai stato il NO e la difesa della Costituzione a mettere in crisi le banche, ma le politiche sbagliate del governo e le manovre finanziarie internazionali.”

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