DIIV live al Mojotic: sogni distopici nella magia di Sestri Levante

22 Agosto 2025, di Michele Faliani
Tornare a un concerto del Mojotic Festival è sempre un piccolo rito, ancora di più se lo scenario è quello incantevole di Sestri Levante. In un’Arena La Conchiglia gremita fino all’ultimo posto, l’attesa è stata rotta da un breve filmato introduttivo: un collage dal sapore pubblicitario, ma virato su toni distopici, che fungerà da filo narrativo per tutto lo spettacolo.
Quando i DIIV fanno il loro ingresso sul palco, accoglienza euforica e applausi scroscianti. Senza preamboli, la band avvia il set con la sequenza In Amber, Like Before You Were Born e Brown Paper Bag, tre brani capaci di abbattere qualsiasi esitazione iniziale e catapultare immediatamente il pubblico in un mare di suoni. Chitarre avvolgenti e stratificate, linee di basso incessanti e una batteria capace di alternare momenti sospesi a esplosioni trascinanti creano un muro sonoro che travolge ogni cosa. Su questo tappeto si innesta la voce di Zachary Cole Smith, fragile ed evanescente, che si fa strada tra le onde acustiche con un fascino ipnotico.
L’interazione con il pubblico non passa attraverso le parole, ma attraverso i visual proiettati alle spalle della band. Tra un pezzo e l’altro scorrono immagini che spaziano dai grandi temi dell’attualità — conflitti, politica, tecnologia, emergenza climatica, diritti civili — a inserti ironici dove i membri del gruppo si calano nei panni di improbabili testimonial. In una di queste clip, ad esempio, li si vede appoggiare un fantomatico candidato alla presidenza USA, parodiando apertamente Taylor Swift e tutte le star che ultimamente hanno fatto a gara nello schierarsi pubblicamente. Ma a stemperare l’ironia arrivano anche segmenti più cupi, in cui scorrono in rapida sequenza devastazioni ambientali e atrocità belliche.
Tutto ciò che scorre sugli schermi sembra riflettersi poi nella musica stessa. Brani come Frog in Boiling Water, Somber the Drums e Between Tide restituiscono un senso di spaesamento, intriso di angoscia e pessimismo sul futuro. È come se i DIIV avessero tradotto in suoni il disagio esistenziale della nostra epoca, raccontando l’inevitabile sgretolarsi delle speranze.
Eppure, se dal punto di vista concettuale domina il buio, sul piano musicale la band appare più solida che mai. La crescita artistica è evidente: arrangiamenti curati fin nei dettagli, interplay impeccabile e una resa live capace di toccare corde emotive profonde. Il baricentro dello spettacolo resta Andrew Bailey, che dal centro palco incanta con le sue chitarre, mentre la voce eterea di Zachary ricopre l’intero spazio sonoro come una nebbia luminosa.
Quando si entra nella fase finale, la tensione sale ulteriormente. Con Blankership, Horsehead e soprattutto Doused, autentico cavallo di battaglia, l’Arena esplode: pogo, salti, crowdsurfing e una contagiosa energia collettiva siglano la chiusura perfetta di una serata memorabile.
Con ormai una discografia robusta alle spalle e una maturità scenica sempre più evidente, i DIIV si confermano come una delle formazioni più ispirate e vitali della scena alternativa internazionale. Questo live a Sestri Levante non ha fatto altro che sancire una certezza: oggi, pochi riescono a unire con altrettanta intensità contenuto e forma, fragilità e potenza.
Grazie ai ragazzi del Mojotic per la consueta e squisita ospitalità.
La setlist del concerto:
1. In Amber
2. Brown Paper Bag
3. Like Before You Were Born
4. Under the Sun
5. Soul-net
6. Frog in Boiling Water
7. Take Your Time
8. Taker
9. Reflected
10. Somber the Drums
11. Between Tides
12. Blankenship
13. Acheron
Encore:
14. Raining on Your Pillow
15. Horsehead
16. Doused
La photogallery del concerto: