Un’altra notte di rock’n’roll: Canali & Rossofuoco tornano al Cage
25 Novembre 2025, di Martina Ridondelli
Il concerto di venerdì sera al The Cage è andato ben oltre le aspettative: un vero trionfo di pubblico e intensità, che conferma — ancora una volta — come Giorgio Canali e i Rossofuoco sappiano trasformare ogni data del tour in un rituale elettrico, urgente e sincero. La band è scesa sul palco con la nuova formazione: accanto a Canali, sono presenti Marco Testadifuoco Greco al basso, Stewie Dal Col alla chitarra, e la novità di Gianmaria Bernardi, che sostituisce (temporaneamente?) lo storico batterista Luca martelli, in un contesto che promette comunque un set movimentato.
L’inizio non tarda: pochi minuti prima delle 22:30 si alza il volume. Canali appare con capelli più corti del solito e una maglietta che sorprendentemente non reca la consueta scritta provocatoria “Merda”. Ma basta qualche accordo per capire: non servono slogan, basta la musica
Il live attinge al repertorio recente: metà del concerto è dedicato ai brani di Pericolo giallo (2023), l’ultima fatica discografica della band, e Venti (2020), che già aveva segnato una nuova fase del gruppo. Il suono è crudo, potente, distorto: chitarre elettriche a tutto volume, basso e batteria che spingono forte, e una voce che non perde un colpo. In alcuni momenti si avverte un’energia grezza, aggressiva ma controllata — tipica del rock “di pancia” di Canali. Il pubblico risponde con coinvolgimento totale, ondeggiando, urlando, applaudendo tra un pezzo e l’altro.
Il concerto procede senza interruzioni e senza pause superflue: una successione serrata di canzoni, come in un flusso continuo di adrenalina. Il cantante ogni due o tre brani si concede un sorso della sua vodka media: un gesto ormai rituale, quasi cerimoniale. Tra un brindisi e l’altro, l’atmosfera resta sospesa tra poesia disillusa e rabbia concentrata — come da sempre per Canali un perfetto mix.
Ma arrivano anche pezzi “classici”, come “Precipito” o “Rosso come”, oltre a una bella versione di “Hit the city” del compianto Mark Lanegan. Tutto rimane legato alla sua idea di musica come strumento di denuncia, riflessione e sincerità.
Canali è uno dei pochi che oltre ad avere ancora qualcosa da dire lo fa rinnovandosi e di cercando di restare pertinente al proprio tempo. E funziona. Anche al Cage.