Giuseppe Pinelli, una finestra sulla strage. 15 dicembre presso Federazione Anarchica Livornese

La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario nella ricorrenza di quell’evento hanno indetto un dibattito aperto alla cittadinanza.

In agenda sabato 15 dicembre, presso la Federazione Anarchica Livornese in Via degli asili 33, a partire  dalle ore 17.

14dicembre 2018 il comunicato della Federazione Anarchica Livornese e Collettivo Anarchico Libertario

Nella notte fra il 15 e il 16 dicembre 1969 Giuseppe Pinelli nella questura di Milano subisce quelle lesioni che lo porteranno a morire poco dopo essere stato scaraventato da una finestra della questura. Giuseppe Pinelli era un militante anarchico, ex partigiano e ferroviere attivo nella ricostituzione dell’USI, tra gli animatori del Circolo anarchico del Ponte della Ghisolfa a Milano. Interventi e dibattito

La sua morte avrebbe dovuto chiudere il cerchio della montatura orchestrata contro Pietro Valpreda e gli altri anarchici del Circolo “22 marzo”. A loro gli inquirenti attribuivano la responsabilità della strage di Piazza Fontana e degli altri attentati avvenuti il 12 dicembre 1969. È l’episodio più noto della strategia della tensione, la catena di provocazioni, aggressioni e attentati compiuti tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ‘70 del secolo scorso. Furono i fascisti a mettere in atto la strategia della tensione con la copertura dei servizi segreti dello stato e la responsabilità di vertici istituzionali, nell’interesse del Governo e delle classi dominanti, per annientare il movimento anarchico e bloccare le lotte operaie e studentesche.

Grazie alla mobilitazione di compagni, amici e parenti, la denuncia del suo assassinio provocherà la prima crepa nella strategia della tensione. Dal giorno del suo funerale, cresce nelle fabbriche, nelle scuole, nei quartieri la campagna per denunciare l’assassinio di Pinelli e chiedere la scarcerazione di Pietro Valpreda, fino ad attaccare il governo e le forze politiche che coprono i gruppi terroristici. Nel 1972, per cercare in qualche modo di placare la protesta popolare, il governo scarcera gli anarchici con una legge apposita.

A quarantanove anni dalla strage non esiste ancora una verità giudiziaria, ma la verità che si è affermata è una sola: La strage è di Stato, Pinelli è stato assassinato! E, Livorno in particolare ha un debito verso Giuseppe Pinelli.

Il 27 aprile del 1969 un gruppo di giovani anarchici, che frequentavano la sede della Federazione Anarchica Livornese in Via Ernesto Rossi 80, venivano arrestati con l’accusa di essere gli autori degli attentati alla Fiera Campionaria e alla Stazione Centrale di Milano del 25 aprile di quell’anno. La squadra politica della questura di Milano, assecondata dall’ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, aveva puntato subito le indagini in quella direzione e, usando confessioni estorte con la tortura, testimonianze di personaggi a libro paga della questura e di agenti provocatori, imbastì un processo che si concluse nel 1971 con l’assoluzione e la scarcerazione degli imputati. All’inizio del dicembre 1969, sugli organi di informazione, apparve un documento dei servizi segreti greci che rivendicavano la responsabilità degli attentati, ma che gli inquirenti ignorarono.

Giuseppe Pinelli fu tra i primi ad impegnarsi a fondo per la scarcerazione dei giovani livornesi, sia attraverso il sostegno economico e psicologico, sia stimolando l’azione dei gruppi anarchici e antifascisti contro la repressione. Giuseppe Pinelli però non vide la scarcerazione dei compagni per cui si era tanto battuto. Fu ucciso nella questura di Milano la notte fra il 15 e il 16 dicembre 1969. Dunque, l’impegno è quello che per il prossimo anno, nel cinquantesimo anniversario della sua morte, venga degnamente ricordato a Livorno!

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