Il Management del dolore post-operatorio al Lumière di Pisa – Report e photogallery

Tra ombre e dinamite: i Management incendiano il Lumière

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11 Novembre 2025, di Martina Ridondelli

Fra le mura del Lumière, il cinema più antico d’Italia, il Management del dolore post-operatorio, figli di Lanciano e colonne della scena indipendente italiana, sono tornati a farsi vedere e sentire dopo anni di assenza, e lo hanno fatto in un luogo dove ogni suono diventa eco, ogni vibrazione lascia il segno.

Ritrovarli qui, a oltre tre anni dal loro ultimo album e con la scia luminosa del progetto solista di Luca Romagnoli, La Miseria, ancora sospesa nell’aria, è stato come assistere alla riapertura di una ferita che credevamo ormai cicatrizzata. Una ferita che però, una volta riaperta, brucia di vita nuova.
Avevamo bisogno di loro più di quanto volessimo ammettere: della loro intelligenza brutale, della loro poesia scorticata, di quella miscela di ferocia e delicatezza che non consola — smuove.

Il Lumière, una delle venue storiche del rock alternativo in Toscana, ha fatto da cassa di risonanza a un concerto che è entrato in profondità, come un’onda d’urto.
Qui dove il cinema è stato parola, ombra e luce, la musica dei Management è diventata scalpello: ha inciso l’intonaco invisibile dell’aria.

La serata si è aperta con “Pasticca Blu”, una compressa sonora che ha risuonato tra le mura secolari come un colpo di maglio. Subito dopo, “Nei Palazzi” ha risvegliato immagini di civiltà incrinate, e sembrava quasi di vederle scorrere sul grande schermo, come in un documentario distopico proiettato in diretta.

I Management non conoscono l’arte del compiacere: la loro musica è una fiamma nuda, che brucia tutto ciò che tocca. Non seguono mode, non accarezzano l’orecchio: ti costringono a guardare dove non vuoi, a sentire ciò che preferiresti ignorare. Nel contesto intimo e quasi sacrale del Lumière, questa qualità è esplosa con violenza amplificata. Sembravano ancora più fuori asse, ancora più necessari.

Quando è arrivata “Signor Poliziotto”, ispirata all’anarchico Léo Ferré, il vecchio cinema ha tremato nelle sue fondamenta. È stato uno di quei momenti in cui sembra possibile vedere il soffitto muoversi, come se anche la storia del luogo dovesse reagire a quel richiamo di disobbedienza.

La scaletta ha attraversato le diverse epoche della band con una coerenza disarmante: un percorso che ha unito gli anni senza appiattirli, perché nei Management non c’è nostalgia, solo un’urgenza che muta forma senza perdere intensità.
Il loro suono è diventato un ibrido inafferrabile: post-punk, cantautorato, spoken word, scosse elettriche e una sincerità che graffia.

E poi c’era lui, Luca Romagnoli, con la sua presenza magnetica: un misto di predicatore laico, poeta maledetto e comico involontario. Sul palco del cinema più antico d’Italia sembrava un officiantedi un rito pagano, un catalizzatore di energia a cui non puoi sfuggire. Ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio era un colpo ben assestato.

In un’epoca in cui parole come guerra, dittatura, genocidio sono tornate ad affollare il nostro vocabolario quotidiano, la musica dei Management ha assunto una funzione civile: ci ha tolto dal torpore, ci ha restituito un senso di responsabilità verso ciò che sentiamo e verso ciò che scegliamo di ignorare.

Chi li aveva già visti dal vivo sapeva cosa aspettarsi ed è tornato a casa con la conferma di una band più affilata che mai. Chi li scopriva per la prima volta è stato travolto, quasi stordito da un’esibizione che non lascia scampo. I Management sono così: li ami o li rifiuti, ma non puoi dimenticarli.
Sono una ferita che non smette di pulsare.

E quando, sul finale, “Naufragando” ha riempito la sala come una carezza tardiva, un balsamo dopo l’uragano, il Lumière è sembrato respirare insieme a noi.
Siamo usciti in strada con il cuore acceso, come se Pisa fosse diventata all’improvviso un porto in tempesta.
E forse lo era davvero: perché certi concerti non si limitano a raccontarti il mondo.
Te lo ribaltano davanti agli occhi — e tu non puoi far altro che seguirne il movimento.

Grazie ai ragazzi del Lumière e a Locusta per l’ospitalità.

 

La scaletta del concerto:

1. La pasticca blu
2. Nei palazzi
3. Signor poliziotto
4. Hanno ucciso un drogato
5. Multiculti Supermarket
6. Il mio corpo
7. Amore borghese
8. Il tempo delle cose inutili
9. Per i tuoi occhi tristi
10. Il vento
11. Lasciateci divertire
12. Il mio giovane e libero amore
13. Norman
14. Auff!!
Encore:
15.Il cantico delle fotografie (Acoustic)
16. Se ti sfigurassero con l’acido (Acoustic)
17. Chiara scappiamo (Acoustic)
18. Come la luna (Acoustic)
Encore 2:
19. Pornobisogno
20. Un incubo stupendo
21. Naufragando

 

La photogallery del concerto:

Il Management del Dolore Post-Operatorio live @ Lumière, Pisa, 7 Novembre 2025

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Il Management del Dolore Post-Operatorio live @ Lumière, Pisa, 7 Novembre 2025

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About the Author: Michele Faliani