Latouche: decolonizzare l’immaginario. Videointervista

Image and video hosting by TinyPicUn altro mondo è possibile senza distruggere il pianeta

Domenica 13marzo al Teatro del Centro artistico “Il grattacielo” di Livorno, Serge Latouche, capostipite della corrente della Decrescita, ha tenute un interessante incontro, organizzato dalla Libera Università Popolare A. Bicchierini.

Livorno, 16marzo 2016 di Andrea Vento e Serena Campani

Image and video hosting by TinyPicIl famoso economista francese, di fronte a una sala stracolma, ha ripercorso la sua storia professionale evidenziando come le sue esperienze di economista ortodosso in alcuni paesi del Sud del mondo lo abbiano portato, attraverso un approccio critico, all’elaborazione della teoria della Decrescita di cui oggi rappresenta il massimo esponente mondiale.

Image and video hosting by TinyPicDopo  alcune esperienze in Africa come economista esperto dello sviluppo, nel 1966 si trasferisce, sempre per lavoro, in Laos dove in seguito dell’incontro con le realtà sociali, economiche e culturali tradizionali autoctone, ebbe una sorta di illuminazione che lo indusse alla convinzione che l’applicazione delle teorie  sviluppiste, legate all’industrializzazione avrebbero portato alla distruzione di queste realtà che seppur nella frugalità dello stile di vita, elargivano felicità agli abitanti.

In base alle sue riflessioni nacque il movimento antiliberista delle scienze sociali che teorizzava una critica allo sviluppo inteso come mera crescita economica, in quanto l’industrializzazione avrebbe portato alla destrutturazione delle culture del Sud senza riuscire ad apportare miglioramenti concreti alla vita delle persone. Non si trattava di una critica ecologista, bensì di una critica culturale alla società dei consumi.

Come è possibile immaginare un altro mondo oltre la società dei consumi, si interroga in modo retorico Latouche?

Image and video hosting by TinyPicNel 1972 nasce in ambienti industriali il concetto di sviluppo sostenibile ma secondo Latouche ciò rappresenta solo un ossimoro propagandistico in quanto le concezioni economiche main stream teorizzano, tutte indistintamente, la crescita continua e illimitata che invece non è perseguibile anche per evidenti limiti ambientali. Dalla necessità di contrastare questa propaganda e dar vita ad una alternativa nasce nel 2002 il termine Decrescita che rappresenta anch’esso uno slogan mediatico provocatorio finalizzato a porre l’attenzione su una nuovo modello di società che invece miri a far crescere la felicità nelle persone, la qualità dell’aria e dell’acqua, le relazioni sociali ecc..

Tutti elementi fondamentali della qualità della vita che sono stati distrutti dallo sviluppismo. In realtà, precisa Latouche, il termine appropriato dovrebbe essere a-crescita in quanto le finalità della nuova società non saranno tanto la diminuzione della produzione quanto la sua trasformazione. La questione di fondo è che dovremmo decolonizzare il nostro immaginario svincolandoci dalla fede incondizionata nel progresso e immaginare un’altro mondo nel quale si possa vivere bene con meno, senza distruggere il pianeta; non un’altra economia, bensì un’altra civiltà.

Image and video hosting by TinyPicLa società attuale si è lasciata fagocitare dall’economia che ha come fine la crescita per la crescita e non quello di soddisfare i bisogni delle persone e che è caratterizzata dalle 3illimitatezze: della crescita, dei consumi e dei rifiuti e dell’inquinamento. Una società alla cui base sussiste l’illimitatezza etica. La via d’uscita secondo Latouche è rappresentata dall’Abbondanza frugale che consiste nel saper limitare i desideri e quindi i bisogni, in pratica ritrovare il senso della misura che abbiamo perso in quanto plasmati dal consumismo che ci ha illuso di vivere nell’abbondanza, mentre in realtà viviamo nella società dello spreco e della frustrazione.

Fondamentale è il ruolo della pubblicità che ha lo scopo di renderci insoddisfatti di ciò che abbiamo per desiderare sempre qualcosa di nuovo, colonizzando così il nostro immaginario.

Un popolo felice consuma poco, sostiene Latouche per questo guarda con interesse ad altre forme di organizzazione sociale che si trovano al di fuori dell’economia come le filosofie orientali taoista e zen e alle società del Buen vivir dei popoli amerindi che vivono in armonia con la Pachamama, la madreterra.

La società della crescita non rappresenta che una breve parentesi nella storia dell’umanità che è nata con la rivoluzione termo-industriale alla fine del XVIII secolo e che ora sta inesorabilmente tramontando. Oggi, afferma Latiuche, viviamo l’incubo di una società della crescita, nella quale la crescita non esiste più. Leggendo attentamente le previsioni economiche del Fmi, dell’Eurostat e dell’Istat, come dargli torto…?

 

Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic

Bibliografia Italiana di Serge Latouche:

  • L’occidentalizzazione del mondo. Saggio sul significato, la portata e i limiti dell’uniformazione planetaria, Torino, Bollati Boringhieri, 1992.
  • Il pianeta dei naufraghi. Saggio sul doposviluppo, Torino, Bollati Boringhieri, 1993.
  • I profeti sconfessati. Lo sviluppo e la deculturazione, Molfetta, La Meridiana, 1995.
  • La Megamacchina. Ragione tecnoscentifica, ragione economica e mito del progresso. Saggi in memoria di Jacques Ellul, Torino, Bollati Boringhieri, 1995.
  • L’economia svelata. Dal bilancio familiare alla globalizzazione, a cura di, Bari, Dedalo, 1997.
  • L’altra Africa. Tra dono e mercato, Torino, Bollati Boringhieri, 1997.
  • Il pianeta uniforme. Significato, portata e limiti dell’occidentalizzazione del mondo, Torino, Paravia scriptorium, 1997.
  • Il mondo ridotto a mercato. Roma, Edizioni Lavoro, 1998.
  •  Immaginare il nuovo. Mutamenti sociali, globalizzazione, interdipendenza Nord-Sud, con Antonio Torrenzano, Torino, L’Harmattan Italia, 2000.
  • La fine del sogno occidentale. Saggio sull’americanizzazione del mondo, Milano, Elèuthera, 2002.
  • La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea, Torino, Bollati Boringhieri, 2000.
  • L’invenzione dell’economia. Casalecchio, Arianna, Torino, Bollati Boringhieri, 2001.
  • Giustizia senza limiti. La sfida dell’etica in una economia globalizzata, Torino, Bollati Boringhieri, 2003.
  • Il pensiero creativo contro l’economia dell’assurdo. Bologna, EMI, 2002.
  • Il ritorno dell’etnocentrismo. Purificazione etnica versus universalismo cannibale, a cura di, Torino, Bollati Boringhieri, 2003.
  • Altri mondi, altre menti, altrimenti. Oikonomia vernacolare e società conviviale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004.
  • Obiettivo decrescita. Con altri, Bologna, EMI, 2004.
  • Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell’immaginario economico alla costruzione di una società alternativa, Torino, Bollati Boringhieri, 2005
  • La scommessa della decrescita.  Milano, Feltrinelli, 2007.
  • Breve trattato sulla decrescita serena. Torino, Bollati Boringhieri, 2008.
  • La sfida della decrescita. Il sistema economico sotto inchiesta, con Riccardo Petrella ed Enrique Dussel, Città di Castello, L’Altrapagina, 2008.
  • Sortilegi : racconti africani. Enzo Barnabà e Serge Latouche,  Torino, Bollati Boringhieri, 2008.
  • Mondializzazione e decrescita. L’alternativa africana, Bari, Dedalo, 2009.
  • Il ventre del pitone . Enzo Barnabà, prefazione di Serge Latouche, Bologna, Editrice missionaria italiana, 2010.
  • Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita, Torino, Bollati Boringhieri, 2011.
  • Il tempo della decrescita. Introduzione alla frugalità felice, Milano, Eleuthera, 2011.
  • Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita, Torino, Bollati Boringhieri, 2012.
  • Contadini. Ci sarà ancora vita dopo lo sviluppo?, in Roberto Colonna (a cura di), America Latina e OccidenteSalerno, Arcoiris, 2012, pp. 159–174.
  • Limite, trad. it Fabrizio Grillenzoni, Torino, Bollati Boringhieri, 2012.
  • Incontri di un obiettore di crescita. Milano, Jaca Book, 2013.
  • Fine corsa. Intervista su crisi e decrescita, con Daniele Pepino, Torino, Gruppo Abele, 2013.
  • Usa e getta. Le follie dell’obsolescenza programmata, Torino, Bollati Boringhieri, 2013.
  • Uscire dall’economia. Un dialogo fra decrescita e critica del valore: letture della crisi e percorsi di liberazione,

 

Recommended For You

About the Author: Pisorno