Le divergenze interne al buddhismo sbarcano anche a Livorno dove il Dalai Lama, in occasione del sua visita, è stato contestato da alcune centinaia persone della comunità internazionale Shugden, con tanto di striscioni recanti la scritta: “Dalai Lama, basta mentire”.

Lettonia, Norvegia, Germania, India e ora l’Italia. Continua il tour del settantottenne Dalai Lama, massima autorità del buddismo tibetano.
In questi giorni si trova in Toscana: sabato 14 e domenica 15 giugno al Modigliani Forum di Livorno per impartire una lezione su “La saggezza della compassione”.
1È atterrato qualche giorno fa all’aeroporto di Pisa. Lo hanno accolto il sindaco della città Marco Filippeschi e il presidente della provincia Andrea Pieroni. Oggi il sindaco di Livorno Nogarin, al Palamodigliani, gli ha consegnato la chiave e la cittadinanza onoraria; “Se la gente ti ha votato vuol dire che ha avuto fiducia in te e questa è una grossa responsabilità” questo il commento della massima autorità buddista. Un conferimento che arriva dopo quasi 20anni dalla delibera del Consiglio comunale di Livorno del 1994 che, dispose l’onorificenza perché punto di riferimento per chi lotta per gli ideali di libertà, giustizia e democrazia.
Circa 5.000 persone hanno sfidato il caldo per poter ascoltare le parole del Dalai Lama, un evento che però è partito tra le proteste di alcune centinaia di oppositori appartenenti alla comunità internazionale Shugden, che si sono disposti ordinatamente all’esterno del Modigliani Forum scandendo slogan “Dalai Lama, basta mentire” e esponendo cartelli dello stesso tenore.
Si tratta un’organizzazione che, venerano la divinità buddista Dorje Shugden, dal 1996 il Dalai Lama ne avrebbe vietato il culto dando vita a una serie di persecuzioni e violazioni dei diritti umani, a danno dei tibetani devoti di tutto il mondo.
1Protestiamo per le sue bugie che, continua a ripetere anche in Italia sulla liberta’ di religione, cosa che poi nel suo paese non permette. Staremo qui tutto il giorno per manifestare e chiedergli di dare libertà di religione” ha spiegato il portavoce dei contestatori, Fabrizio Bernacchi.
A fronte dell’accusa di essere al servizio del Governo cinese, il portavoce Bernacchi ha voluto precisare che si tratta una totale menzogna, una cortina di fumo per distogliere l’attenzione dalle persecuzioni subite per la loro fede e il diritto fondamentale alla libertà di religione” – e aggiunge – “Non abbiamo nessun tipo di legame con il governo cinese e non abbiamo mai ricevuto alcun finanziamento da loro, e di questo né il Dalai Lama, né nessun altro ha mai fornito uno straccio di prova”.
In una nota ufficiale, tutte le accuse rivolte dalla comunità Shugden vengono smentite, sottolineando che a nessuno è mai stato proibito in privato o nei tempi di invocare questo spirito.


L’evento è continuato con un concerto simil rok, biglietti da 20euro, fino a 250euro per la sessione completa nelle prime file, per i sostenitori Vip venuti ad ascoltare il Dalai Lama

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