Livorno in delirio: Manu Chao infiamma il quartiere Venezia con una festa che unisce il mondo

6 Agosto 2025, di Michele Faliani
Lunedì sera, nel quartiere Venezia, Livorno si è trasformata in una piazza globale. Merito di Manu Chao, che ha chiuso il lungo weekend musicale di Effetto Venezia con un’appendice che più che uno spettacolo è stato un rito collettivo.
Ad aprire la serata è stato Bobo Rondelli, a sorpresa annunciato come opening act appena 24 ore prima dello spettacolo e in forma splendida. Qualche classico del suo repertorio in chiave acustica, “Come i carnevali”, “Madame Sitrì” e “Dal Balcone” su tutte, a fare da antipasto al ritorno di Manu Chao, salito sul palco sventolando una kefiah palestinese, a ricordare che il genocidio a Gaza è ancora in corso.
All’inizio il cantautore franco–ispanico parte morbido, quasi a voler prendere le misure al pubblico. Ma bastano pochi minuti perché la miccia si accenda: un crescendo di ritmi meticci, dalla rumba al reggae, dalla cumbia al rock, fino a far esplodere la folla in canti e danze sfrenate. Sul palco, solo lui, il percussionista e il chitarrista acustico: formazione essenziale, energia infinita.
Manu gioca con il tempo, trasforma ogni brano in una festa popolare, mescolando inni di pace e ballate malinconiche, per poi gettare benzina sul fuoco con “La vida tombola”. La piazza diventa un mosaico di generazioni e nazionalità, unite dallo stesso battito. C’è chi canta, chi salta, chi si lascia trascinare in un pogo improvvisato.
Il live è un viaggio sonoro senza soste: “Clandestino”, “Desaparecido”, “Bienvenida a Tijuana”, “King Kong Five” e l’immancabile “Me Gustas Tu” si intrecciano in nuove versioni, più sporche e istintive, pensate per far muovere ogni singolo corpo.
A fine concerto, il pubblico esplode in un abbraccio collettivo. I numeri parlano da soli: oltre 3mila presenze per il concerto, un trionfo che conferma quanto Livorno ami l’ex leader dei Manonegra.
Grazie al The Cage per l’ospitalità.