Nasce il “Comitato per la difesa e lo sviluppo del porto”, contro l’attuale far west: “inadeguate le dieci righe espresse sulla portualità da Nogarin”

LuigiSi é costituito un Comitato sui temi portuali formato da un gruppo di lavoratori provenienti da varie Imprese Portuali e dall’ALP, preoccupati dell’acuirsi della crisi che dal 2008 perdura in Italia, che per inerzie politiche e di programmazione ha prodotto una condizione molto grave nella nostra città, producendo un forte deterioramento economico e sociale a Livorno e nel nostro porto, il quale rischia di essere marginalizzato nel panorama della portualità italiana.

21ottobre 2014 di Luigi Moggia

porto 2000L’obbiettivo non è quello di sostituirsi alle Organizzazioni Sindacali, ma è quello di superare le divisioni fra i lavoratori del porto, che in questi anni si sono acuite, creando a volte situazioni di conflitto che vanno invece superate. Creare un terreno comune di lotta partendo dal fatto che in questi anni la crisi del porto l’hanno pagata solo i lavoratori, attraverso processi di riorganizzazione che hanno peggiorato le condizioni salariali, dei diritti, e sul piano della sicurezza dei luoghi di lavoro, aprendo anche incertezze sulle condizioni lavorative di tutti i lavoratori portuali.

Gli obiettivi:

  • Aprire momenti di dibattito e analisi sulle dinamiche che la crisi ha prodotto nello shipping e nella portualità internazionale che non poco incidono anche sulle scelte di programmazione territoriale e nei singoli porti (forte concentramento in mano a pochi soggetti del trasporto marittimo, effetto del gigantismo sia sul piano della pianificazione e programmazione e organizzazione del lavoro portuale).
  • Creare una maggiore attenzione sulle problematiche che si apriranno, sia applicando la normativa comunitaria che sull’azione intrapresa dal Parlamento e dal Governo Renzi, in merito alle modifiche alla Legge 84/’94 e le loro ricadute.
  • La scarsa attenzione ai problemi del porto emersi dalle Linee Programmatiche di Governo del Comune di Livorno, presentate dal Sindaco Nogarin e dalla sua Giunta, sono addirittura involutive rispetto agli atti prodotti con immenso sforzo dal precedente Consiglio Comunale. Sul piano politico si ritornerebbe ad una visione che il PD ha più volte cercato di far passare: una visione turisticocentrica delle attività portuali, con un forte condizionamento delle attività commerciali del Porto che costituiscono le attività a maggior valore aggiunto, in termine di produzione di ricchezza e lavoro. Tali indirizzi espressi dal Sindaco e dalla Giunta non solo dimostrano una profonda superficialità ed una mancanza di competenze del settore in questione, ma anche una mancanza di cognizione dei propri ruoli, dei terreni sui quali l’Amministrazione può e deve esercitare una sua azione politica ed istituzionale.

PORTOIn merito alle proposte che vengono avanti sul quadro politico nazionale da Confindustria con un documento di modifica della legge 84/94 che nelle sue diverse articolazioni identifica il rapporto dei servizi portuali e del lavoro temporaneo portuale erogato da un solo “Pool” (art.17) come un modello da superare, disconoscendo la specificità del lavoro portuale, invece riconosciuta in tutte le realtà avanzate europee ed extraeuropee, chiedendo l’accesso diretto al mercato del lavoro anche attraverso l’autoproduzione, per altro già prevista dalla Legge a determinate condizioni. Ci preoccupano, anche, le ultime affermazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi sulla necessita di eliminare vincoli che secondo la loro visione frenano lo sviluppo, ci chiediamo in che misura si ritiene superato questo assetto, ripristinando così nuove forme di caporalato che ci riporterebbero ad una situazione ante Codice della Navigazione.

Sul piano locale siamo a sottolineare la scarsa capacita politica e di progettazione che la classe dirigente locale che ha governato la città negli ultimi decenni, ha man mano reso marginale il ruolo di Livorno nella discussione nazionale su questi temi.

consigliocomunale

Forte è la preoccupazione rispetto al programma presentato dal Sindaco e dalla Giunta comunale. Riteniamo che in tale documento (le dieci righe espresse sulla portualità) siano deficitarie. Dopo un inizio di legislatura che aveva destato curiosità e aspettative per una realizzazione di rottura con il passato, sul metodo e sul merito, il capitolo inizia con la constatazione che la sfera di governo del porto compete all’Autorità Portuale e al Comune compete la gestione del Piano Strutturale. Vogliamo ricordare che se nei fatti tale argomentazione corrisponde a verità, e anche altrettanto vero che il Comune può esercitare prerogative in materia portuale sopra a tutte quelle urbanistiche e quelle istituzionali attraverso il suo maggior rappresentante all’interno di ANCI, ed una azione di moral suesion essendo il primo cittadino il massimo rappresentante di Livorno e dei livornesi.

Guardando al nostro scalo vogliamo evidenziare alcuni fattori tipicamente locali che sommati alla crisi disegnano un quadro allarmante della situazione portuale, tralasciando gli elementi di ammodernamento delle infrastrutture portuali di cui siamo coscienti essere un altro fattore su cui il nostro scalo è in ritardo, vogliamo portare all’attenzione la deregolamentazione o come più volte e stata chiamata il far west che oggi si vive nei porti. Tale situazione a nostro avviso porta a due elementi fra loro collegati e degenerativi del tessuto sociale:

1) una price competition a ribasso (in cui l’unico favorito è l ‘armatore)

2) una mancanza di investimenti nel processo produttivo e nei servizi offerti collegati in quanto il secondo è conseguenza diretta del primo.

Infatti la corsa al price competiton per accaparrarsi i traffici, rispetto ai diretti concorrenti, ha come conseguenza la mancanza di investimenti nel processo produttivo, in quanto tale ribasso, viene fatto pesare sulle spalle dei lavoratori attraverso la riduzione del salario o con l’aumento dei carichi di lavoro (produttività). Questa tendenza determina un impoverimento del tessuto sociale dove i lavoratori si trovano divisi e contrapposti, in una guerra tra poveri, ognuno a difendere il proprio stato senza accorgersi di difendere gli interessi di chi di tale condizione ne e artefice.

In questo contesto va inquadrata la tendenza di fondi finanziari e armatori a scendere sulle banchine. Se pensiamo al settore dei ro-ro, uno dei traffici principali del nostro scalo, abbiamo visto come l’avvento di tali soggettività abbia accelerato queste tendenze portando alla nascita di cinque imprese delle quali una sola chiude con i bilanci in attivo ed e proprio in tale settore che vi è stato il maggior arretramento delle condizioni dei lavoratori. L’avvento di Grimaldi, nella compagine societaria di sintema, se da un lato potrà portare un aumento dei traffici dal altro non potrà che aggravare questa situazione, essendo una fra quelle più attive sui temi del auto produzione e del libero mercato.

porto di livornoIn questo contesto, proprio per lo spirito con cui la legge 84/94 ha valorizzato la creazione di unico soggetto deputato ad erogare il lavoro portuale temporaneo (art. 17), crediamo che il rafforzamento e la strutturazione progressiva di tale soggetto sia uno dei fattori principali per la difesa delle lavoro portuale in quanto proprio per le sue peculiarità , tariffe fissate dall’Autorità Portuale, unico soggetto che può fornire lavoro temporaneo anche avvalendosi di lavoratori interinali esterni, sia l’ elemento che si pone a diga nei confronti di tutte le tendenze sopra citate, non solo per i lavoratori che vi operano o che vi si troveranno ad operare, ma anche di riflesso per tutti quelli che operano negli art 16 e 18.

Per tutti questi aspetti come lavoratori del porto abbiamo sentito l’esigenza di creare un comitato che sia punto di discussione e di divulgazione rispetto a tali temi in modo da creare una più ampia coscienza nei lavoratori delle varie aziende portuali e di superare le divisioni e di creare proposte unitarie in funzione di creare un movimento che sia capace di affrontare le sfide che ci si pongono davanti.

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