Nuovi dati Istat per il 2016: l’Italia in lenta ripresa ma ancora indietro rispetto ai principali Paesi euorpei

La «ripresina» italiana è ancora ben lontana dal farci recuperare i livelli di Pil pre-crisi: secondo l’ultimo rapporto Istat il livello del Prodotto interno lordo italiano del 2016 «è ancora inferiore di oltre il 7% rispetto al picco di inizio 2008 e solo nel 2016 ha superato quello del 2000

8marzo 2017 da prof. Andrea Vento

Differente, e decisamente più positiva, la situazione di altri paesi: In Spagna il recupero è quasi completo, mentre Francia e Germania, che già nel 2011 avevano recuperato i livelli pre-crisi, segnano progressi rispettivamente di oltre il 4% e di quasi l’8%», spiega l’Istat.

Positivi gli aumenti congiunturali e tendenziali, finalmente l’Italia vede se non altro una cifra tonda, uscendo dallo zero-virgola: nel quarto trimestre del 2016, infatti, il Pil è cresciuto dell’1% sull’anno, mentre rispetto al trimestre precedente la crescita è stata dello 0,2%. Un dato che in base ai dati diffusi poche settimane fa dall’Eurostat risulta tuttavia il più basso rispetto a Francia (1,1%), Germania (1,8%) e Spagna (3%)a conferma della grosse difficoltà che incontra il nostro paese a mantenersi ad un livello pari a quello degli altri paesi euopei. Sempre l’Eurostat rileva nel suo report di metà febbraio come la ricchezza sia cresciuta dell’1,7% per l’UE-19 (l’area dell’Euro) e dell’1,8% per l’intera Ue a 28.

l’Istat nel suo rapporto ha sottolineato che l’Italia resta un paese «complessivamente poco internazionalizzato rispetto alle maggiori economie europee»: nel 2015 la quota di investimenti diretti esteri (Ide) sul Pil (25,9% in uscita e 18,6% in entrata) è meno della metà di quelle di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Tuttavia, rileva l’istituto di statistica, tra il 2008 e il 2014 il numero di addetti delle controllate all’estero nella manifattura è aumentato di 110 mila unità (+14,5%), arrivando a quasi 860 mila addetti. Anche attraverso questo dato si spiega la riduzione degli occupati nel nostro paese. Forse il governo dovrebbe iniziare a pensare ad interventi per stimolare il reshoring delle imprese italiane che hanno delocalizzato all’estero, altrimenti sarà più difficile rilanciare l’occupazione e ridurre il tasso di dispccupazione che, secondo l’Istat, continua a mantenersi su valori prossimi al 13%.

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