“Abbiamo già messo in guardia dal rischio che l’imminenza delle elezioni causi uno stallo nella pesante situazione dello stabilimento siderurgico, mentre il ceto politico è in altre faccende affaccendato.”
26gennaio 2018 da Coordinamento Art.1-Camping CIG, Piombino


Piombino non può assolutamente permettersi mesi di inerzia, pena la sostanziale definitiva chiusura dello stabilimento, che ha già perso quasi i tutti i clienti. Gentiloni ha affermato che continua a governare anche a Camere sciolte, che dunque il Governo gestisca senza altri rinvii le crisi industriali in atto!
Dunque, è assolutamente indispensabile che lavoratori, cittadini e istituzioni si facciano sentire prima della riunione del “tavolo di crisi” al MISE, tavolo che va preteso nel giro di qualche giorno, organizzando da adesso un presidio di lavoratori e cittadini al Ministero durante l’incontro. L’immobilismo è un inammissibile segnale di acquiescenza alla tattica della “rana bollita a fuoco lento” durante la “melina” elettorale. Facciamo appello principalmente alle organizzazioni sindacali, che rappresentano i lavoratori, ma anche alle istituzioni e alle forze politiche, affinché rompano il silenzio omertoso e non siano più complici della catastrofe: è stato già cancellato l’ indotto siderurgico, ora sono sotto tiro la Magona (60 trasferimenti obbligati che per molti equivarrebbe al licenziamento) , gli ammortizzatori sociali per gli appalti per pulizie e mense Aferpi, l’Unicoop, e si aggravano le ripercussioni anche sul commercio al minuto. Mobilitiamoci immediatamente, lanciando segnali forti e chiari di rifiuto dell’attendismo e dello scarica-barile. E’ in gioco la sopravvivenza delle nostre comunità.
In particolare alle organizzazioni sindacali ricordiamo quello che è decisamente prioritario, senz’altro più della questione (oggetto di recenti incontri con l’azienda) dei… permessi sindacali!; (i quali comunque devono essere usufruiti equamente da tutti i delegati Rsu e non concentrati su pochi). Prioritario e non più rinviabile è convocare le Rsu, andare subito dopo all’ assemblea con tutti i lavoratori ex-Lucchini e indotto e predisporre un programma preciso di mobilitazioni, a cominciare da quella in occasione dell’incontro al Mise. Se gli attuali responsabili sindacali non compiono questi fondamentali e doverosi atti, diventa necessario che i lavoratori ne traggano le conseguenze, ne richiedano le dimissioni e la sostituzione con personale più autonomo dalle scelte del PD.
“Abbiamo già messo in guardia dal rischio che l’imminenza delle elezioni causi uno stallo nella pesante situazione dello stabilimento siderurgico, mentre il ceto politico è in altre faccende affaccendato.”