La strana coppia De Gregori / Zalone non è un “Pastiche” ma un incanto
7 Giugno 2024, di Michele Faliani
Mi sono divertito, il giorno successivo al concerto, a leggere qualche impressione che è stata lasciata sui social da chi in qualche modo segue il lavoro di Francesco De Gregori. Ho letto pareri estremamente positivi da chi era alle Terme di Caracalla, ed ovviamente post totalmente negativi da quasi tutti quelli che non c’erano, che hanno finito per asserire che in un concerto non si può sentire “I uomini sessuali” incastrata fra “Atlantide” e “Pezzi di vetro”, e che il principe sta evidentemente invecchiando male.
Ebbene, io al concerto c’ero. E per me è stato il novantacinquesimo concerto di Francesco De Gregori (compresi quelli insieme a Lucio Dalla, ad Antonello Venditti, a Fiorella Mannoia ecc ecc.). Ed è stato uno dei più belli, un po’ per la location mozzafiato, un po’ per la scelta delle canzoni, un po’ per gli arrangiamenti stupendi di canzoni che abbiamo ascoltato centinaia di volte, ma soprattutto perché è stato un concerto divertentissimo, in cui dopo l’emozione di aver ascoltato “Piano bar” dopo tempo immemore, o “Due zingari” che rimane una delle più belle canzoni italiane di sempre, ci siamo fatti ben piu di quattro risate con “Angela” o con “Patriarcato”. E poi sentire De Gregori cantare il verso “Solo perché non vi piace la patacca” o cantare di andropausa è davvero divertente.
Un concerto che è iniziato con il classico quarto d’ora accademico di ritardo rispetto all’orario del biglietto, con Checco Zalone che ha eseguito “Deborah’s theme” di Morricone, dal capolavoro “C’era una volta in America”, a cui è seguita appunto “Piano bar”, con l’ingresso del Principe alla seconda strofa, salutato da un’ovazione. I classici saluti agli oltre duemila paganti con Zalone che ironizza “Vedermi sul palco accanto a De Gregori è come vedere La Russa limonare con Luxuria”, si prosegue poi “con le canzoni più tristi, quelle tristissime arriveranno dopo”. E non ci sono solo le canzoni del disco uscito ad aprile, c’è spazio per “Il cuoco di Salò”, per un omaggio alla compianta Giovanna Marini con “Sento il fischi del vapore”, per “Sempre e per sempre” e per il classico “La donna cannone”. Zalone è straordinario sugli ottantotto tasti, le canzoni prendono nuova vita con i loro vestiti leggermente jazzy e dall’odore di locale fumoso. Poi i due si separano e inizia un mini set di De Gregori che evidentemente è un’anteprima del tour che ci aspetterà quest’estate, con “una canzone che non conosce nessuno” ma che noi conosciamo alla perfezione e che adoriamo, “Numeri da scaricare”. E poi c’è “Giusto o sbagliato”, bellissima. Ciccio e Checco si danno il cambio, e tocca a Zalone esibirsi anche alla chitarra e divertire la platea. E poi di nuovo insieme, a giocare con le note e con le parole, a divertire e divertirsi, a sorridere, a regalare un inizio d’estate indimenticabile con uno spettacolo vero, di quelli che sembrano durare il tempo di un pizzicotto. E invece sono due ore, in cui abbiamo visto De Gregori felice e sorridente, pronto per il tour estivo. Eh sì, non è stato un Pastiche, è stato davvero un incanto.
La scaletta del concerto:
Deborah’s theme (Ennio Morricone cover)
Piano bar
Il cuoco di Salò
Storia di Pinocchio (Nino Manfredi cover)
Rimmel
Alejandro
Titanic
La leva calcistica della classe ’68
Sento il fischio del vapore
Il vestito del violinista
I matti
Due zingari
Numeri da scaricare
Giusto o sbagliato
Samba senza culo
Poco ricco
Patriarcato
Immigrato
La prima repubblica
Pittori della domenica (Paolo Conte cover)
Atlantide
I uomini sessuali
Pezzi di vetro
Buonanotte fiorellino
Sempre e per sempre
Bis:
Bucchinhu rigado
Angela
Cuccurucucù Maria
La donna cannone