7maggio 2018 da delegati Fiom Piaggio Pontedera: Cappellini, Guezze, Tecce, Bellagamba, Malventi, Giuntoli, Di Sacco
Giovedì 27 aprile l’azienda chiama i delegati a firmare ma, non a discutere:
- La cig per la 3r, dal 2 al 4 e dal 13 al 16 maggio, mentre contemporaneamente assume lavoratori interinali perché ha bisogno di produzione.
- L’utilizzo del permesso collettivo per il 30 aprile sempre e solo per i lavoratori della 3r, perché all’azienda ovviamente interessava tenere a casa solo loro.
Ma esclusi i delegati della Fiom, tutti gli altri, e diciamo tutti, a partire dai delegati Fim, passando per quelli della Uil e arrivando, per finire, a quelli della Usb, hanno immediatamente obbedito agli ordini. L’azienda:
- Ha impostato la produzione della linea 3r al doppio di quella che richiede il mercato per “parcheggiare” sistematicamente i lavoratori, prima in solidarietà, e adesso in cig.
- Pretende di dividere i lavoratori secondo i suoi bisogni anche sull’utilizzo di un par collettivo per il ponte.
- Assume personale a termine “sfruttato” per anni con l’agenzia interinale per avere le mani libere e meno obblighi di assunzione a tempo indeterminato, in un contesto in cui i ptv aspettano da quasi 15anni la stabilizzazione.
Perciò, chi firma, non solo riduce i diritti, ma alimenta in maniera odiosa una divisione tra i lavoratori per interessi di bottega. Se ci fosse ancora qualche lavoratore che non ce l’abbia chiaro: l’unica risposta possibile alla Piaggio e l’unica reale difesa dall’azienda è l’unità dei lavoratori.
La mobilitazione indetta dalle assemblee, e la forza dello sciopero del 30 aprile, i lavoratori sanno come fermare la fabbrica!
L’ 80 per cento dei lavoratori è uscito dallo stabilimento aderendo allo sciopero dichiarato da delegati Fiom su mandato dell’assemblea dei lavoratori che da tre mesi ha indetto la mobilitazione su rivendicazioni chiare, precise, motivate, riguardo l’uso delle ferie e dei par, il premio di produttività, le discriminazioni e i trasferimenti politici. La fabbrica si è svuotata, le catene sono rimaste ferme, mentre i dirigenti che rifiutano il confronto con le ragioni dei lavoratori, sono rimasti a conteggiare i mancati guadagni, non meno di 300 mila € in 3 ore di sciopero. Con questa forza, in un periodo in cui la Piaggio chiede la produzione come il pane, costringeremmo l’azienda a trattare sulle richieste e sulle esigenze dei lavoratori.